AVERSA. Sequestrato dal tribunale Palazzo Spina. Proprietà riconducibile al fratello di Giovanni Spezzaferri, lavori del germano di Aldo Picca

27 Dicembre 2018 - 16:18

AVERSA (g.g.) – E’ molto interessante, oltre che lodevole, l’iniziativa della Procura della repubblica di Napoli Nord-Aversa che, dopo un’attenta indagine, ha chiesto e ottenuto da uno dei Gip del tribunale il sequestro preventivo del Palazzo Spina. E’ importante perché si comincia a vedere sul serio cosa significa avere una struttura inquirente che possa intervenire su cose che in passato sono andate, come si suol dire, in cavalleria. Aversa e i comuni dell’Agro, ma soprattutto la città normanna ha subito un vero e proprio saccheggio speculativo con la Soprintendenza che, come abbiamo dimostrato in un paio di inchieste in cui i documenti sono sempre stati pubblicati prima degli articoli contenenti le ricostruzioni e i commenti, non si è limitata alla disattenzione, ma si dimostrata complice dei palazzinari, di alcuni studi ingegneristici, di una facoltà di architettura che ha svolto, fino a qualche anno fa, una funzione altamente diseducativa.

Questi lavori, a quanto ci risulta, lo diciamo per dovere di cronaca, sono stati commissionati dal proprietario, una società riconducibile a Lino Spezzaferri, avvocato e fratello del più noto Giovanni Spezzaferri, storico presidente dell’Aversa Normanna, il cui nome abbiamo incrociato tra quelli che Pm e Gip della Dda di Napoli hanno reso pubblici quando i collaboratori

di giustizia hanno raccontato delle presunte visite che politici e imprenditori della zona aversana, rendevano al super-latitante Michele Zagaria. I lavori a Palazzo Spina li stava eseguendo il fratello di Aldo Picca, di Teverola, anche lui collegato alla storicità di un luogo di capozona regnante del clan dei Casalesi nell’area di Teverola. A denunciare le violazioni di cui la Procura scrive nel suo comunicato è stato M.P., uno dei residenti nel Palazzo Tufo-Folgore, edificio storico e, in teoria, sotto tutela da una Soprintendenza che anche in questo caso ha mancato alla sua funzione a cui fortunatamente ha supplito la Procura di Napoli Nord-Aversa

In data odierna, nell’ambito di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di
Napoli Nord, i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Napoli hanno
dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo, emesso dal Gip del
Tribunale di Napoli Nord, riguardante un edificio nel centro di Aversa (Ce)
denominato “Palazzo Spina”, per reati edilizi, abuso d’ufficio, danneggiamento di
beni culturali e falsità ideologica.

L’indagine è scaturita dalla denuncia del proprietario del confinante palazzo del
Tufo – Folgore’~ edificio sottoposto a vincolo culturale, storico, monumentale, il
quale aveva evidenziato che la ristrutturazione totale del Palazzo adiacente aveva
arrecato danni al suo immobile, tali da determinare il pericolo di crollo.
Dalle attività investigative e accertamenti tecnici è emerso che, nonostante il
“Palazzo Spina” non fosse assoggettato ad alcun vincolo, l’Autorità Comunale era
tenuta a comunicare alla Soprintendenza l’attività di ristrutturazione al fine di
adottare tutte le cautele necessarie per la salvaguardia dell’adiacente Palazzo
vincolato.

Secondo l’ipotesi accusatoria avvalorata dal GIP, è emerso che la realizzazione
delle opere di demolizione e ricostruzione del “Palazzo Spina” sono state
autorizzate con titoli edilizi che si ritengono illegittimi, in particolare:
non è stato presentato alcun piano di valutazione della sicurezza, né
risulterebbero rispettate le norme antisismiche.

Era stato inserito dal P.R.G. (Piano Regolatore Generale) di Aversa nella zona
Ai (definita di particolare interesse culturale), mentre tutti i titoli autorizzativi
rilasciati si fondavano sul presupposto dell’inserimento dello stesso in zona A2,
nella quale, invece, mancavano le rigidissime limitazioni in relazione alla opere
eseguibili.