PARCHEGGIO DI VIA SAN CARLO A CASERTA Pentito fa i NOMI di tutti quelli che cambiavano gli assegni per Michele Zagaria & Co e su Nocera “aveva contatti con la politica del Capoluogo”

24 Settembre 2024 - 17:30

Ciccio e’ Brezza ha elencato i professionisti che ripulivano il denaro per conto dei Casalesi 

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CASERTA – “Molti imprenditori della provincia di Caserta svolgevano il ruolo di cambio assegni per conto di Michele Zagaria. Li riversavano sui loro conti correnti o su quelli di familiari o prestanome e noi avevamo il denaro contante che riversavamo nelle casse del clan”.

È quanto dichiarato dal collaboratore di giustizia Francesco Zagaria, alias Ciccio è Brezza, nel processo sulle infiltrazioni del clan dei Casalesi nel parcheggio di via San Carlo a Caserta, dinanzi alla Prima Sezione del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, presieduta dal giudice Sergio Enea con a latere Giuseppe Zullo e Norma Cardullo che vede imputato, tra gli altri il super dirigente del Comune di Caserta Franco Biondi, che resta intoccabile anche dopo l’arresto revocato dal tribunale del Riesame, per l’ormai nota vicenda dei presunti casi di corruzione e di falso che ha visto implicato anche l’assessore ai lavori pubblici Massimiliano Marzo. Oltre a Biondi alla sbarra si trovano anche Michele

Patrizio Sagliocchi, il boss Michele Zagaria, l’architetto Carmine Domenico Nocera, Gaetano Riccardi nipote di Sagliocchi, Fabio Fontana, Teresa Capaldo, accusati a vario titolo di associazione a delinquere con l’aggravante della agevolazione mafiosa, corruzione, autoriciclaggio, falso ideologico, trasferimento fraudolento di valori.

Francesco Zagaria ha indicato chi fossero gli imprenditori che si prestavano a “ripulire” il denaro per i Casalesi, “gli imprenditori vicini a noi erano Nicola Palladino, i fratelli Abbate, Michele Rauso, i fratelli Diana detti i repezzati alias Nicola e Antonio Diana, Giuseppe Diana della Tifata Gas, Nuzzo e Sagliocchi”. Riguardo Patrizio Michele Sagliocchi, il collaboratore ha chiarito che “io non lo conoscevo personalmente. Lo vidi in una occasione insieme a Giovanni Garofalo, o’ marmular’ che lo incontrò fuori un bar sull’Appia. Lì gli diede circa 13mila euro di assegni di piccolo taglio da 1500 euro in sù. Sagliocchi li prese e andò via. Giovanni mi disse che lui era benestante assai e che era un grande imprenditore degli idrocarburi”.

Il pentito ha riferito anche di una indicazione ricevuta da Antonio Zagaria, riguardante Sagliocchi, che gli parlò del “parcheggio di via San Carlo e mi nominò Sagliocchi dicendomi che loro avevano investito molto in quel parcheggio. Gli chiesi se dovevo fare qualcosa e lui mi rispose che se la stava vedendo Carmine Nocera di Casapesenna a livello politico perchè lui è amico di Michele Zagaria, fù l’architetto che progettò un bunker. Scoprii che il contatto poi con Sagliocchi lo teneva con Franco Sparaco”. Va rilevato a riguardo che Nocera ha avuto per anni e aveva anche a quel tempo, come suo avvocato proprio Carlo Marino sindaco di Caserta che però, dopo essere stato indagato, dal pubblico ministero della Dda Giovanni Vanorio è stato dallo stesso scagionato con stralcio della sua posizione e contestazione del reato di calunnia a carico di Sagliocchi che di Marino ha parlato a lungo con i suoi familiari e con altri indagati del tempo considerandolo un punto di riferimento, insieme a Franco Biondi, dell’intera operazione del parcheggio di via San Carlo. Una decisione, quella del pubblico ministero della Dda che destato, in noi, ma in tanti addetti ai lavori a partire dagli avvocati, significative perplessità.

Si torna in aula a ottobre per il controesame del pentito da parte degli avvocati difensori