Parla il genero di Cicciotto Bidognetti: “Un esponente di spicco del clan dei casalesi aveva rapporti con alcuni dirigenti del gruppo Mc Donald’s“

12 Aprile 2025 - 14:01

La frase è buttata lì un po’ distrattamente in una delle pagine dell’ordinanza relativa all’arresto, tra gli altri del noto imprenditore Antonio Fusco detto Lupin e che noi stiamo riassumendo sinteticamente. Si parla dei lavori già iniziati, ad opera dell’impresa del neo boss Vincenzo D’Angelo e di Raffaele Cirillo, sui terreni, acquisiti da Fusco, forse in parte direttamente dalla famiglia Sementini nel 2016 e in parte all’asta in cui arrivò un’altra porzione del fondo che insiste di fronte alla conica pinta grande, di proprietà del solo Achille Sementini. RIMANIAMO A DISPOSZIONE CON CHIUNQUE VOLESSE ESPRIMERE LA PROPRIA TESI E IL PROPRIO PUNTO DI VISTA SU QUESTO ARTICOLO

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CASTEL VOLTURNO (g.g.) C ‘è qualcosa nella storia dell’immobile, costituito da un fondo molto ampio, che insiste di fronte alla clinica Pineta Grande, che non torna più di tanto nell’ordinanza che ha portato, tra gli altri, all’arresto del noto imprenditore di Castel Volturno,

Antonio Fusco. Non si è capito, ad esempio, se quest’ultimo, a tutti noto come Lupin, dal marchio dei suoi molti negozi, lo abbia acquistato all’asta fallimentare o se, come scritto, in un’altra pagina, lo abbia acquisito, in nome e per conto del gruppo Bidognetti, sin dal 2016 e direttamente da Achille Sementini. L’idea che ci siamo fatti è che un pezzo di quei terreni sia stato acquistato effettivamente nel 2016 non da Achille Sementini ma com’è scritto nell’ordinanza dai fratelli Sementini. Probabilmente un altro pezzo del terreno è stato acquistato all’asta. Al riguardo l’area è stata effettivamente divisa in due lotti: il primo intestato a Pasqualina Mormile madre di Antonio Fusco, il secondo probabilmente quello acquisito all’asta ai Fratelli Fusco srl, che come dice la denominazione coinvolgeva in parti uguali tutti i 4 fratelli di Antonio Fusco, con Fabio Fusco riferimento principale.

Questo rende meno leggibile la vicenda di questo terreno rispetto a quelle più chiare, mutuate dal racconto di Vincenzo D’Angelo di S. MARIA C.V. genero di Francesco Cicciotto Bidognetti, relative, sempre da parte di Antonio Fusco, di un immobile murario contiguo al locale Il Portoricano e di un altro in zona Fontana Blu indubbiamente acquistati all’asta, dopo che altri concorrenti, Tommaso Crispino che ci perse anche 120mila euro, e la G.P.L.E. immobiliare si defilarono

E’ certo invece che i lavori per costruire il fabbricato dal McDonald’s cominciarono per davvero. Un McDonald’s destinato ad essere pianificato, con ogni probabilità, nonché nelle sue attività future, dalla potestà del clan dei casalesi, anche, per quel che riguarda l’assunzione del personale come fa chiaramente comprendere il pentito quando dice che Antonio Fusco avrebbe gestito grazie al sostegno di Mario Schiavone che, sempre secondo d’angelo, da esponente dio spicco del clan dei casalesi avrebbe avuto rapporti collusivi, non meglio precisati, con dirigenti della nota catena fast food. Queste dovevano essere le intenzioni di vincendo D’Angelo nel momento in cui apri il cantiere utilizzando la società RC costruzioni di Raffaele Cirillo, di cui era socio al 50%.

Cirillo, non un cognome comune soprattutto quando si parla di camorra, di clan dei casalesi e di fazione Bidognetti nel suo storico insediamento in quel di Castel Volturno. Raffele Cirillo è, infatti, il figlio di Francesco Cirillo, fratello di Bernardo Cirillo esponente di spicco del gruppo Bidognetti molto noto alle cronache e tornato di recente in libertà.