Pasquale Zagaria a casa con la moglie. Tanto rumore per…quasi nulla. Tra un anno arriverà a fine pena e sarà libero

6 Maggio 2020 - 15:37

La questione che ha infervorato l’Italia nelle ultime settimane ha un senso in termini di principio e di constatazione del modo in cui funzionano gli uffici del Dap. Nella sostanza, non è un gran caso

CASAPESENNA (g.g.) – Quella di Pasquale Zagaria è stata una storia importante, rilevante, ma soprattutto in via di principio, non certo per l’aspetto pratico, per il suo contenuto reale. Chi, come noi, segue bene le dinamiche della criminalità organizzata in provincia di Caserta, ha la possibilità di informarsi su quelle due paroline magiche che chiudono il fascicolo di ogni detenuto: “Fine Pena”, si passa dal ferale “Fine Pena Mai”, ad una serie di proiezioni temporali che poi vengono aggiornate nell’eventualità che scattino i giorni della cosiddetta “Buona Condotta”. Vi risparmiamo il calcolo dettagliato e vi diciamo che se il detenuto ha un comportamento irreprensibile, può fare un’istanza al direttore del carcere, il quale fa una relazione al giudice di sorveglianza. Se positiva, di dodici mesi di reclusione se ne scalano. Quindi, se si ha una condanna definita e ci si comporta bene, la pena sarà di 7 anni e mezzo, con uno sconto di 30 mesi. Non conosciamo bene come si strutturata la cartella del detenuto Pasquale

Zagaria, fratello maggiore di Antonio Zagaria, sul quale questa mattina abbiamo dato notizia della sua piena scarcerazione (LEGGI QUI), sappiamo però che per fine 2021, forse anche qualche mese prima, il carcere che contiene il suo fascicolo darà il fine pena. Quindi, tra un anno o poco più, anche Pasquale Zagaria sarà libero. Facendo quattro conti, ha passato almeno una quindicina di anni in carcere. Non è coinvolto, né direttamente e né indirettamente, in un omicidio e i suoi avvocati sono stati bravi ad utilizzare l’istituto giuridico del continuazione del reato, per ridurre considerevolmente il gravame delle condanne.

E allora, è stato giusto porre il problema della sua scarcerazione e degli arresti domiciliari. Ma solo in linea di principio. Perché se quello sciagurato ufficio del Dap ha fatto una mail con un destinatario errato, se negli uffici del Dap si usa fare mail per situazioni così delicate e non delle doverose pec che ti danno la certificazione della loro avvenuta ricezione, vuol dire che magari cose del genere sono capitate con altri detenuti, meno celebri di Pasquale Zagaria ma ugualmente pericolosi. Doverose e sacrosante sono state le dimissioni di Francesco Basentini, che al vertice del Dap era arrivato dopo aver curato, da Pm della Procura di Potenza, dove è stato per un periodo alle dipendenze del Procuratore della Republican Luigi Gai, la famosa inchiesta flop sullo smaltimento di rifiuti nell’impianto Eni di Viggiano, in Val d’Agri, per la quale, se ricordate, si dimise l’allora ministra delle Attività Produttive del Governo Renzi, Federica Guidi.

Tutto qui.

Se invece, l’intenzione di chi ha posto il problema della scarcerazione di pasquale Zagaria era quella di denunciare il fatto che un camorrista pericolosissimo esca dal carcere in questo modo, allora dobbiamo deludere chi ha coltivato questo pensiero, facendone la ragion d’essere della propria posizione, perché Pasquale Zagaria tra circa un anno non sarà ai domiciliari, ma sarà un cittadino libero per pieno e doveroso diritto