Paternità negata: “La madre mi impedisce di vedere mia figlia. E ora dice che non è la mia bambina”

15 Giugno 2023 - 12:02

La dolorosa lettera di un padre che risiede nella zona del caiatino e che combatte nelle aule di giustizia da molto tempo: “Pronto all’esame del DNA, perché è sicuramente mia figlia, ma la madre si rifiuta”

Pubblichiamo la nota di M.M., uomo di origini caiatine, di cui scegliamo (per la tutela della privacy della minore coinvolta) di non pubblicare il nome per esteso:

Mi chiamo M.M. e vivo in una frazione di un comune del caiatino. Da sempre vivo del mio
lavoro quotidiano, sono una persona onesta e non ho mai chiesto alla vita nulla di più di quello
che il Signore mi ha mandato. Circa tredici anni fa ho avuto l’immensa gioia di avere una
figlia, a causa di continui contrasti con la madre, purtroppo, ci siamo allontanati. Per questo
però ho pagato un prezzo altissimo, avendo dovuto subire un ricatto continuo, dove, per solo
vedere mia figlia sono stato costretto dalla madre a subire angherie e vessazioni ai limiti
dell’umana sopportazione. Per amore di mia figlia ho atteso, ho cercato di essere discreto e
così di confidare che con il tempo la madre mi avrebbe concesso, con serenità, di poter vedere
mia figlia e così tenerla lontana dalle nostre divergenze. Ma più sono trascorsi gli anni e più
sono

stato estromesso dalla sua vista, al punto che quasi due anni fa sono stato costretto, mio
malgrado, a rivolgermi al Tribunale Civile di S. Maria Capua Vetere per vedere confermato non
solo il mio diritto ad essere padre, ma soprattutto quello di mia figlia ad essere legalmente
riconosciuta, e così darmi la possibilità, ufficiale, di poter contribuire ad ogni sua esigenza
senza dover ogni volta elemosinare una mia qualsiasi attività di padre. Ma a distanza di due
anni il giudizio viene aggravato da uno improvviso cambio di rotta della madre, che oggi,
seppur per la prima volta, dichiara di nutrire dubbi sulla mia paternità. Già, forse, dopo quasi
14 anni, dopo che mia figlia ha sempre saputo di essere io suo padre, viene investita dalla
madre di questo dubbio, e dunque le viene detto che forse io o forse un altro, ma di cui, nulla
indica, potrebbe essere il padre. A tal punto viene disposto il test genetico, che si esegue
come un tampone faringeo, ma la madre di quella che io so essere senza ombra di dubbio mia
figlia, rifiuta senza motivo. E intanto mia figlia cresce con questi dubbi dolori oggi messigli



nella testa dalla madre che non cerca altro che tenermi lontano dalla sua vita, per suo astio
nei miei confronti, sacrificando il diritto di mia figlia per suoi scopi di ingiustificabile sete di
colpirmi. Sono stanco di attendere, ma soprattutto sono preoccupato per ciò che di male sta
subendo mia figlia, per cui vi sono anche relazioni di esperti del Tribunale che evidenziano
proprio come tale situazione sia di suo nocumento. E dopo il rifiuto della madre ad espletare
questo test, inizio a temere che il danno per mia figlia inizi a diventare irreversibile. Vorrei
soltanto dire a tutti i padri che vengono estromessi dalla vita dei propri figli, in modo ingiusto
e ingiustificato, di non attendere che le cose possano migliorare, e di rivolgersi subito alla
Giustizia. A mia figlia dico che l’amo più di tutta la mia vita e mai mi fermerò per poterla
riabbracciare, questa volta non più fugacemente e sotto il giogo della madre, ma con tutta la
serenità e l’amore che entrambi meritiamo di donarci.