PAZZESCO. Professoressa licenziata perché ha il cancro. Lei non riesce neppure a pagare le bollette e la scuola non trova un documento che il Ministero le chiede per darle la pensione
31 Marzo 2024 - 11:35
La malattia si è rimanifestata nel dicembre 2022. Il provvedimento, duramente contestato dalla docente è stato notificato mentre questa si trovava in congedo per malattia
CASERTA – Brutta, proprio brutta la storia di questa professoressa campana di scienze motorie, un tempo molto più efficacemente si chiamava educazione fisica, al quale ha ricevuto il benservito, leggi licenziamento dall’Istituto Primo Levi di Torino addirittura durante il periodo di congedo per malattia legato ad una diagnosi di cancro, sancita ed acclarata dalle autorità sanitarie. Si chiama Anna Vitiello, ha 55 anni, è di Torre del Greco ma da 10 anni si è trasferita in Piemonte proprio per accedere all’insegnamento.
Il suo racconto lascia letteralmente annichiliti: “A dicembre 2022 la malattia non mi ha permesso più di stare in servizio. Successivamente ho chiesto la visita collegiale. Per chiedere l’inabilità al lavoro», racconta. Ma il 31 agosto scade il contratto al Bosso Monti e rientra al Primo Levi. Dopo dieci giorni parte il licenziamento. «Era il 18 ottobre 2023», ricorda oggi. E contesta il provvedimento: «A mio avviso l’inabilità non è giusta causa di licenziamento. Inoltre i malati oncologici sono ben tutelati sulla questione. Alla fine mi licenziano in un periodo in cui ero ancora in malattia». Ora, dice, non sa più come andare avanti: «Quei pochi soldi che avevo sono finiti».
C’è tanto della peggiore Italia delle burocrazie nella storia di Anna.
Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha richiesto all’istituto l’invio di un documento che l’istituto Primo Levi non ha mai inviato perché sostiene di non sapere neppure di quale documento si tratti. Mentre ha saputo bene scrivere una lettera di licenziamento che la docente nonostante le difficoltà economiche, sanitarie e morali in cui versa vuole impugnare: «A mio avviso l’inabilità non è giusta causa di licenziamento. Inoltre i malati oncologici sono ben tutelati sulla questione. Alla fine mi licenziano in un periodo in cui ero ancora in malattia». Ora, dice, non sa più come andare avanti: «Quei pochi soldi che avevo sono finiti».
Nell’alloggio dove viveva a Nichelino ci sono le bollette da pagare e l’affitto da saldare. «Non vorrei lasciare questa eredità di problemi alle mie figlie, non credo di avere molto tempo a disposizione», spiega la docente. Mentre la pratica per la pensione all’Inps «sembra che sia all’ufficio “controllo e pagamento”, risulta in lavorazione. Ho fatto tanti solleciti, anche tramite il Caf, ho chiamato il call center. Intanto aspetto e passano i giorni».