Per Colombiano la Provincia è “garante di Trasparenza e Legalità”😂😂😂. Ma i milioni alle ditte di camorra e le inchieste sugli appalti truccati e concorsi dicono il contrario. E poi Freud…
4 Agosto 2025 - 19:10

SEI SU TIK TOK? ANCHE NOI! CLICCA QUI PER VEDERE LE FLASH NEWS DI CASERTACE
Annuncia la firma del protocollo con la procura e la prefettura, ci impegniamo a prenderne a visione analitica. Attenti a questo testuale concetto emerso nel comunicato: “La Provincia di Caserta conferma così il proprio ruolo di garante della legalità e della trasparenza amministrativa, ponendo la prevenzione dei fenomeni illeciti e la tutela dell’economia sana al centro dell’azione istituzionale”. Per trovare una verità diversa rispetto al fatto che lui si consideri il continuatore della linea di Giorgio Magliocca, e quindi Giovanni Zannini, dobbiamo evocare il grande psichiatra austriaco. Se non ricordiamo male, infatti, l’ex presidente Magliocca ha sfiorato l’arresto, assieme a funzionari della Provincia e imprenditori. E se non ci fossero state le indagini e le successive dimissioni, il sindaco di San Marcellino non sarebbe mai diventato presidente
CASERTA (l.v.r.) – In una scena nel film La Mafia Uccide Solo d’Estate, pluripremiata opera prima del regista Pif, noto al grande pubblico per programmi TV come Le Iene e Il Testimone, Arturo Giammaresi, il protagonista, sta male nel dire alla sua amata che la Democrazia Cristiana non era stata, come lei invece affermava, in prima linea contro la mafia.
“Terza, al massimo quarta va“. La scena è molto simpatica, perché c’è un misto di imbarazzo e voglia di non spezzare i sogni dell’interlocutrice, ma serviva al regista a raccontare come la DC, in Sicilia, è stato il partito del potere e quindi di diretto riferimento per la mafia.
Si tratta dello stesso tipo di imbarazzo che abbiamo provato noi quando, pochi giorni fa, abbiamo letto questo comunicato stampa in cui il presidente della provincia di Caserta, Anacleto Colombiano, annuncia urbi et orbi l’adesione dell’amministrazione provinciale di Caserta al protocollo
Un’adesione al momento formale, in attesa di vedere qualcosa di reale, concreto. Ma a provocarci quei sentimenti di cui sopra è stata la frase finale che ora vi riportiamo: “La Provincia di Caserta conferma così il proprio ruolo di garante della legalità e della trasparenza amministrativa, ponendo la prevenzione dei fenomeni illeciti e la tutela dell’economia sana al centro dell’azione istituzionale“.
Ora, sull’amministrazione provinciale di Caserta si può dire tanto, ma che si sia trattato negli anni di un ente garante della legalità e della trasparenza sugli atti amministrativi, ci sembra quantomeno esagerato.
Volendo solo guardare indietro gli ultimi 365 giorni, la Provincia ha avuto un presidente dimissionario in quanto indagato per presunti appalti truccati, assieme ad alti dirigenti, tra cui Gerardo Palmieri e Paolo Madonna, oltre che a qualche altro soggetto attivo soprattutto nel settore Viabilità.
E non è tutto. Non è più un segreto che la procura di Santa Maria Capua Vetere stia indagando da mesi sulle assunzioni e sui concorsi gestiti in maniera discutibile, in considerazione del numero di politici, amici e parenti degli stessi che hanno preso il posto fisso. E la quasi totalità dei soggetti è connessa in maniera evidente a chi nel periodo 2022/2023 è stato il re di questo ente e ancora oggi ne detiene il potere, prima tramite Giorgio Magliocca e oggi con Anacleto Colombiano, ovvero il consigliere regionale Giovanni Zannini.
Questo quadro non esaltante lo dobbiamo aggiungere alle inchieste sugli appalti e sugli affidamenti pilotati anche con l’interesse della camorra, procedimenti che vedono coinvolto, tra gli altri, il costruttore di Casal di Principe, Raffaele Pezzella, e il suo socio in affari, Tullio Iorio. Imputati in un processo che ha già visto una condanna, in rito abbreviato, per il funzionario in pensione della Provincia, Sandrino Diana, i due imprenditori sono alla sbarra, con l’accusa di aver supportato con economicamente il clan dei Casalesi con i loro affari.
Ma non solo. Raffaele Pezzella è anche imputato in un processo dove la procura di Benevento avrebbe accertato un accordo corruttivo per affidare a dei professionisti sanniti, tramite una mazzetta data a un funzionario della Provincia di Caserta rimasto incredibilmente ignoto, l’incarico per la progettazione dei lavori sulla direttrice Caserta Monti del Matese. Non fa parte di tale inchiesta, ma lo scoprimmo noi di CasertaCe, come tante altre cose, il fatto che poi l’esecuzione di quei lavori milionari finirono a società riconducibili allo stesso Pezzella (CLICCA E LEGGI L’ESCLUSIVA DI CASERTACE DI UN ANNO FA).
Poi c’è il vero problema, a nostro avviso, dell’amministrazione provinciale di Caserta: la presenza costante di ditte vicine al clan dei Casalesi, o di imprenditori che hanno rapporti con conclamati camorristi, tra gli aggiudicatari di appalti da milioni di euro che in questi anni abbiamo letto con una buona dose di inquietudine.
Oltre a Pezzella, le cui ditte sono state sequestrate, ci sono altri imprenditori connessi al clan dei Casalesi che hanno ricevuto commesse dall’amministrazione provinciale di Caserta. E’ il caso, ad esempio, di un’impresa che per la DDA è nelle mani del figlio di Dante Apicella, ovvero Pietro Apicella, parliamo dell’erede del più grande esperto di appalti pubblici nella camorra casalese, al pari di Nicola Schiavone O’ Russ, nipote diretto di Francesco Schiavone Sandokan.
E a proposito di O’ Russ, in questi giorni abbiamo raccontato la vicenda del consorzio Geco e del suo titolare, Gianfranco D’Angiolella, che con il camorrista parlava del modo per fregare lo Stato e vincere gli appalti, attraverso un’intestazione fittizia di società. Sempre di recente pubblicazione, la gara vinta da una società di Luigi Alfiero, nipote del boss Capritto di un appalto da quasi 400.000 euro la cui proposta di aggiudicazione è solo di pochi giorni fa.
Cogesa, Ludo Appalti, Marrell, Costruzioni Generali Sud, Comed, Antonio e Antonio Costruzioni dei Petrillo Pacchiello, e tante altre imprese segnate nell’albo vincitori della Provincia ma con connessioni più o meno solide, ma sempre accertate da indagini della Direzione distrettuale antimafia, con soggetti intranei alla criminalità organizzata.
Per tutte queste cose non capiamo come sia possibile che il presidente Anacleto Colombiano riesca a dire una frase come quella che avete letto all’inizio dell’articolo. E tornando a parlare della trasparenza, ma per davvero, mancano ancora tanti verbali di gara di aggiudicazioni da milioni di euro, come ad esempio quella relativa alla discarica di Maruzzella. Per non aprire il capitolo dell’impossibilità di leggere un documento relativo a un subappalto o di sapere il nome delle società che eseguono lavori in nome per conto di un Consorzio aggiudicatario di lavori, metodi già utilizzati in provincia di Caserta e in tutta Italia da ditte di camorra per vedersi a giudicare milioni di euro, senza e fare emergere il proprio nome.
Quindi, presidente Colombiano, prima di dire determinate cose guardi bene dove si trova e cosa succede attorno a lei. E anche cosa è successo in passato, per evitarci questo sentimento di imbarazzo. Noi vorremmo leggere questo protocollo e invitiamo l’amministrazione provinciale di Caserta a pubblicarlo. E se non lo farà, riusciremo a trovarlo in altro modo, essendo un atto pubblico reperibile.
Una logica lineare rispetto a quello che fa Anacleto Colombiano non è sempre chiara. Da una parte dice di voler portare avanti i progetti e le gare bandite in passato, seguendo una linea di continuità con la presidenza di Giorgio Magliocca, con cui condivide la maggioranza e il leader di riferimento, ovvero Zannini; dall’altra parte prova a raccontare di una provincia di Caserta quale casa di vetro, luogo della trasparenza e della legalità ma che, evidentemente, così non lo è stata. E non perché noi di CasertaCe siamo cattivi e non abbiamo fiducia nel sindaco di San Marcellino, ma per l’elenco inquietante di vicende oscure che hanno sancito la totale assenza di anticorpi e di prevenzione di fenomeni corruttivi e criminali all’interno delle stanze della Provincia.