Per la DDA è il prestanome di Raffaele Pezzella, sotto processo per mazzette alla Provincia. Con due ditte a lui intestate prende lavori da 300 mila euro a SAN CIPRIANO

30 Ottobre 2024 - 11:52

Si tratta della Edilrocca e della S.C. Costruzioni. Quest’ultima, divenuta BIS srl, ora passata nelle mani di Salvatore Misso, cugino di Tullio Iorio, socio di Pezzella, per l’antimafia partenopea era riconducibile all’imprenditore di Casale, ma intestata a Francesco Di Fiore, indagato insieme agli altri per appalti truccati a Calvi Risorta

SAN CIPRIANO D’AVERSA – Secondo quanto analizzato dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, Francesco Di Fiore, 44enne di Paestum, titolare fino a pochi mesi fa della S.C. Costruzioni S.r.l., era l’amministratore “fittizio” dell’impresa. Per i magistrati, infatti, il reale dominus dell’impresa era Raffaele Pezzella, imprenditore sotto processo per aver corrotto funzionari della Provincia di Caserta e che alcuni pentiti di camorra definiscono come soggetto che versava somme alle casse del Clan dei Casalesi.

La S.C. Costruzioni ha poi cambiato nome, diventando Bis srl, e ha cambiato anche proprietario, con Salvatore Misso, cugino di Tullio Iorio, imprenditore accusato degli stessi reati di Pezzella, nuovo legale rappresentante.

Sicuramente il grado di parentela e il cambio di nome e titolare dà l’impressione che la procura antimafia qualcosa deve aver scoperto, visto che anche Di Fiore, oltre a Iorio e Pezzella, ma anche al sindaco Giovanni Lombardi, al tecnico Piero Cappello, sono tutti indagati nell’ordinanza per presunti appalti truccati a Calvi Risorta.

Ma Di Fiore non aveva solo la proprietà – per la DDA fittizia – della S.C. Costruzioni. Infatti, una delle ditte di cui è legale rappresentante oggi è la Edilrocca, con sede a Roccadaspide, comune non distante da Paestum.

E qualche giorno fa il comune di San Cipriano d’Aversa del sindaco Vincenzo Caterino, presidente della Gisec, ente provinciale del ciclo dei rifiuti, messo lì da Giovanni Zannini, con incarico conferito dal presidente dell’amministrazione provinciale di Caserta (un ente dove Pezzella ha sempre fatto la parte del leone nelle gare e negli affidamenti), Giorgio Magliocca, ha liquidato la somma di 25 mila euro alla Edilrocca, come ultima tranche dei 283 mila euro (230 mila di lavori, 53 mila di costo del personale) necessari per i lavori di riqualificazione dell’area del cimitero di San Cipriano, dove la società di Di Fiore ha costruito una piazzetta e delle strutture sportive.

I lavori, però, non sono stati eseguiti solo dalla Edilrocca, ma ha partecipato anche l’altra ditta di Di Fiore, questa ritenuta, però, nelle mani di Pezzella, ovvero la S.C. Costruzioni, divenuta Bis, in qualità di società ausiliaria. Tutto ciò che diciamo lo potete trovare nel documento di aggiudicazione firmato dal provveditore Placido Migliorino, controfirmato dal Rup della stazione appaltante, Sergio Santoro, ed inviato, tra gli altri, al responsabile della gara per il comune di San Cipriano, il responsabile dell’Area Tecnica, Fioravante Antonio Di Meo.

L’aggiudicazione di questi lavori è datata 17 febbraio 2022, ovvero ben prima che esplodesse l’inchiesta che ha coinvolto Pezzella, Iorio, Di Fiore eccetera (era il novembre 2023). E la gara è stata gestita dal Provveditorato interregionale, specificatamente dalla Stazione unica appaltante Caserta Tre.

Ora, questo però non vuol certo dire che il comune di San Cipriano ha ricevuto un’aggiudicazione in busta chiusa, visto che gli atti propedeutici alla gara d’appalto, il bando e il disciplinare, sono dettati dall’ente che si affida alla stazione appaltante.

È verosimile, non certo, ma neanche una boutade, credere che a San Cipriano, luogo di provenienza di Tullio Iorio, sia stato consigliato di partecipare a questa procedura al buon Di Fiore da chi ben conosce il territorio e i meccanismi di questa provincia.

Non sappiamo se ci sia stato un intervento attivo di Pezzella e di Iorio nella vita di questo appalto, ma sappiamo che a lavorare sul cantiere del cimitero sanciprianese c’era una ditta che la DDA (non CasertaCe) mette nelle mani dell’imprenditore di Casale sotto processo a Santa Maria Capua Vetere e a Benevento per aver corrotto colletti bianchi alla provincia.

E non si può non notare come esista un giro di interessi, di relazioni attivo lungo lo stesso crinale che dall’amministrazione provinciale di Caserta, dove Raffaele Pezzella ha dominato incarichi e affidamenti, porta agli enti legati al presidente Magliocca e, come nel caso di Caterino, al consigliere regionale Zannini.

Non un’attività criminale propriamente detta, fino a prova contraria, ma è davvero complesso non vedere, a seguito delle centinaia di articoli degli ultimi due anni pubblicati da CasertaCe, una connessione di potere economico attorno a determinati enti, politici e imprenditori sotto alla quale si possono nascondere situazioni che potrebbero anche interessare un’attività di analisi e approfondimento della magistratura.