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PETROLIO & MAFIE. Nel business da un miliardo di euro, il patto criminale tra il CLAN DEI CASALESI e il clan Moccia. E Armando Schiavone…

9 Aprile 2021 - 13:19

Emergono nuovi particolari da una prima lettura dell’ordinanza con la quale si è chiusa una parte dell’inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza e dai Ros dei carabinieri con il coordinamento della Dda di Roma e che ha portato all’arresto di 71 persone. L’uomo della cosca di Afragola e Frattamaggiore convinto del fatto che il citato Armando Schiavone fosse il nipote di Francesco Schiavone Sandokan. In verità si tratta di un parente “alla larga” di Sandokan, ma la sostanza non cambia perchè si tratta di un pregiudicato da sempre legato al gruppo familiari più importante dal clan di Casal di Principe

 

CASAL DI PRINCIPE – Tra le dieci persone per le quali il gip di Roma Tamara De Amicis ha disposto la misura cautelare in carcere – nell’ambito dell’inchiesta “Petrol-mafie spa” (LEGGI QUI ALTRI PARTICOLARI) – figura Armando Schiavone, 46 anni, nipote del boss dell’omonima fazione del clan dei Casalesi Francesco Schiavone, detto “Sandokan”.

Secondo gli inquirenti, infatti, anche il clan dei Casalesi e’ interessato al redditizio business degli oli minerali, venuto alla luce attraverso l’operazione del Ros dei carabinieri e della Guardia di Finanza, che ieri ha portato i militari a notificare 71 misure cautelari nei confronti di presunti esponenti della camorra e della ‘ndrangheta, e a sequestri per quasi un miliardo di euro.

Armando Schiavone entra in contatto con Giuseppe Vivese, 37 anni (anche lui destinatario di una misura cautelare in carcere). Si tratta, secondo quanto emerge dall’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip di Napoli Maria Luisa Miranda, del nipote di Alberto Coppola, quest’ultimo molto vicino ad Antonio Moccia, ritenuto esponente di vertice dell’omonimo clan. Vivese era gia’ entrato in affari per la commercializzazione dei prodotti petroliferi anche con esponenti di vari clan partenopei (come si evince da una intercettazione del 19 ottobre 2017).

Ed e’ proprio attraverso un’altra intercettazione risalente al 6 novembre 2017, che emerge il contatto tra i Moccia e “quelli di Casale“: “Non gli dai un euro in mano, – dice Vivese parlando con il suo interlocutore – sembrano dei mongoloidi… quello con gli occhiali e’ Armando Schiavone, il nipote del ‘barbone’ (uno degli alias del capoclan Francesco Schiavone, ndr) … quelli sono soci nostri. Quando gli presentai zio Alberto, loro lo chiamavano don Alberto“.