PIEDIMONTE. Ma quale malore, la vera notizia è il duro scontro tra il sindaco Di Lorenzo e la segretaria comunale Barbiero che non vuol mandare l’ingiunzione di pagamento a Pietro Terreri, condannato dalla Corte dei Conti

1 Novembre 2019 - 19:38

PIEDIMONTE MATESE(g.g.) Come capita con il 99% dei politici casertani, noi non abbiamo mai scambiato una sola parola, nè direttamente, faccia a faccia, nè indirettamente, cioè via telefono o via social media, con l’attuale sindaco di Piedimonte Matese, Luigi Di Lorenzo.

Ma vedendo come si muove, abbiamo compreso, stabilendolo attraverso la nostra lunghissima esperienza di conoscenza della politica o della pseudo politica casertane, che si tratta di uno privo di una caratteristica basilare per farla ‘sta politica qui da noi: la cazzima, l’istinto del killer e quei 24 carati di perfidia che ti portano a, diciamolo in francese, a pararti il culo quando sei in ballo a svolgere una funzione amministrativa.

Fino a qualche anno fa, i segretari comunali difficilmente potevano arrivare in un comune senza un gradimento e una procedura, non solo attivata, ma anche in larga parte determinata nel suo risultato finale, dai sindaci. Oggi te li manda un’agenzia costituita ad hoc e se non sei perfido al punto giusto, se non hai, per l’appunto, la cazzima, le mani in pasta, le conoscenze, non puoi pensare, nemmeno lontanamente, di connetterti a questa nuova procedura di scelta del segretario.

La cosa, di per se, non è affatto negativa, perchè dovrebbe garantire l’indipendenza, l’autonomia dell’organo di controllo e di organizzazione del comune, emanazione del governo nazionale, dalla funzione politica.

Ma siccome siamo in Italia e siamo, in particolare, nella provincia di Caserta, non troverai mai una soluzione ideale, perchè qui le migliori leggi vengono piegate sempre e comunque alle ragioni di un gruppo, del potente di turno, di un’area politica piuttosto che di un’altra, stravolgendo, in questa maniera, quella che dovrebbe essere la natura, solo istituzionale, autenticamente neutrale e tersa, di certe istituzioni.

La rete ci ha suggerito una notizia che si sarebbe verificata giovedì scorso a Piedimonte Matese: il presunto malore del citato sindaco Luigi Di Lorenzo. In effetti, ieri, verso ora di pranzo, erano le 13 e 30 circa, Di Lorenzo che ricordiamo di professione fa il medico, ha raggiunto l’ospedale di Piedimonte per misurare la pressione. Aveva avuto qualche capogiro ma niente di più. Dopo mezz’ora e dopo il controllo appena detto, stava già bene.

Ma la notizia non è questa, ma è quella sviluppatasi diverse ore prima, completamente indipendente dai capogiri avvertiti dal primo cittadino. Verso le 8 e 30 Di Lorenzo ha avuto un confronto dialettico piuttosto ruvido con la segretaria comunale Carmela Barbiero, arrivata a Piedimonte all’inizio di quest’anno da un comune dell’agro aversano. Si tratta di una professionista che ha svolto le funzioni, lavorando in diversi enti locali, di vice segretario o di segretario facente funzioni, inboccando un percorso che le ha consentito di arrivare al massimo della sua carriera, senza passare per un concorso specifico. Beninteso, si tratta di una procedura legittima e prevista dalla legge.

Felice, Carmela Barbiero, di arrivare a Piedimonte, perchè la segretaria comunale è di Alvignano, comune in cui risiede. Dunque, Di Lorenzo, inchinandosi alla scelta dell’agenzia, non è riuscito ad ottenere neppure un segretario che arrivasse da un comune distante 50, meglio ancora 100, km da Piedimonte. Ha dovuto dunque relazionarsi ad una segretaria comunale fortemente inserita nel tessuto sociale dell’area territoriale in cui opera, visto e considerato che è persona amica ed apprezzata dal gruppo dei Cappello e dalle varie derivazioni.

Dunque, seconda conseguenza, frutto dell’utilizzo alla casertana della norma, del criterio di scelta dei segretari, attraverso l’agenzia ad hoc: non solo il sindaco non ha avuto un segretario territorialmente estraneo al comune in cui opera, ma ha dovuto confrontarsi fino ad oggi con una persona che legittimamente, per carità, intrattiene ottimi rapporti con il gruppo dei Cappello, con quell’area politica spazzata via dalle inchieste giudiziarie sulla Termotetti ed evidentemente avversa all’attuale primo cittadino.

Ecco qua, il solito giornalismo malevolo ed insinuante. Beh, può darsi anche che sia così e può darsi anche che non esista alcuna connessione nella modalità con cui la signora Barbiero ha gestito la vicenda della notifica all’ex super dirigente del comune di Piedimonte, Pietro Terreri, punta di diamente e fulcro del potere cappelliano, di una ingiunzione di pagamento legata ad una sentenza della Corte dei Conti, da eseguire, per espressa direttiva del giudice, sin dal primo grado, fermo restando il diritto di presentare appello.

Si tratta di una vecchia vicenda per la quale alcuni amministratori comunali del tempo hanno già, correttamente, ottemperato, pagando i soldi nella misura stabilita dalla Corte dei Conti, sperando di recuperarli grazie ad una sentenza ribaltata in secondo grado.

Rimangono solo questi due nomi notissimi dell’ufficio tecnico e non solo del comune di Piedimonte: il già citato Terreri e un altro fuoriclasse, il mitico Raffaele Macchione, soggetto dell’agro aversano, indagato in Normandia 2, citato finanche nelle testimonianze in aula da Nicola Schiavone, quando questi non era ancora pentito.

L’idea della segretaria era quella di evitare la notifica dell’ingiunzione di pagamento. Ma siccome stava scritto, come si suol dire, sulla carta, quel “maccarone” di Di Lorenzo ha ritenuto che in provincia di Caserta, a Piedimonte, un ordine di un giudice della repubblica italiana debba essere rispettato. Ad un certo punto, la segretaria ha ipotizzato una sorta di stravagante transazione: far notificare l’ingiunzione al solo Macchione, preservando Terreri, il quale, come ricordiamo, fu arrestato ai domiciliari nell’ambito dell’ordinanza Termotetti, e legando il recupero dei soldi che quet’ultimo deve versare nelle case pubbliche, nelle casse del comune di Piedimonte, ad una non meglio precisata procedura attivata dall’Agenzia delle Entrate, che onestamente non abbiamo ben capito e magari ce la facciamo spiegare, perchè senza una ingiunzione di pagamento, a sua volta, non riscontrata o elusa, entra in campo l’ex Equitalia, valendo questo principio di procedura per casi come questo, ma anche per tanti altri.

Questo è capitato giovedì. Insomma, il malessere avvertito 5 ore dopo dal sindaco Di Lorenzo non ha certo rappresentato la notizia del giorno.

Chiaramente rimaniamo a disposizione di chiunque, partendo dalla segretaria comunale Carmela Barbiero e arrivando fino agli ingegneri Pietro Terreri e Raffaele Macchione, volesse dire la sua su questa vicenda.