PRESTANOMI E MAXI EVASIONE FISCALE da 6 milioni di euro. ARRESTATI il commercialista e politico Danilo D’Angelo e un imprenditore dell’Interporto

14 Marzo 2023 - 13:20

In calce al nostro articolo, il comunicato stampa con tutti i dettagli. Il provvedimento è stato eseguito dalla Guardia di Finanza della compagnia di Marcianise, che ha realizzato l’indagine sotto il coordinamento della procura di Napoli. L’anno scorso i due erano stati già attinti da un titolo cautelare molto più blando che vietava ad entrambi di esercitare la professione per 12 mesi

CASAGIOVE– Il primo febbraio 2022 avevamo dato notizia dell’emissione del divieto di esercitare la professione per un anno a carico di un imprenditore napoletano logistica all’interno dell’Interporto Sud Europa di Marcianise e di un professionista casertano, suo consulente fiscale.

A poco più di un anno di distanza da quel provvedimento, ne è arrivato un altro ancora più pesante, eseguito stamattina dagli uomini della Guardia di Finanza della Compagnia di Marcianise, autori anche dell’indagine, coordinata dalla Procura della repubblica presso il tribunale di Napoli e concretizzatasi con l’emissione, a firma di uno dei gip dello stesso tribunale, di una misura di custodia cautelare in carcere nei confronti di entrambi gli indagati.

Si tratta dell’imprenditore M.L., come detto, residente nella provincia di Napoli e il dottore commercialista di Casagiove, DaniloD’Angelo, le cui generalità stabilimmo nel momento dell’applicazione della prima misura, trattandosi di un personaggio molto noto nel territorio di cui questo giornale si occupa eslcusivamente.

Danilo D’Angelo è ancora oggi consigliere comunale di Casagiove, al di là di una strana lettera di dimissioni che poi non sarebbe stata recapitata all’ufficio Protocollo del Municipio per motivi poco chiari, fatto risalente a un anno fa.

D’Angelo sta fronteggiando ha fronteggiato anche altri procedimenti giudiziari a suo carico. Due nello specifico: il primo per un presunto caso di voto di scambio in occasione delle ultime elezioni comunali di Casagiove in cui era candidato sindaco (LEGGI QUI); il secondo, invece, il ritrovamento da parte dei carabinieri di stupefacenti rinvenuti nella propria abitazione, anche se, in questo ultimo caso (va rimarcato), è stato recentemente assolto dal tribunale di Santa Maria Capua Vetere.

Qui sotto il comunicato integrale della guardia di finanza, che esplica i motivi per cui la procura partenopea ha chiesto l’arresto del professionista e dell’imprenditore. Si tratta, giusto per fare una breve anticipazione, di una ditta attiva nel settore della logistica all’interno dell’Interporto Sud Europa di Marcianise.

Per delega del Procuratore della Repubblica f.f., si comunica che nella mattinata odierna la Guardia di Finanza di Marcianise ha eseguito un’ordinanza applicativa delle misure cautelari in carcere, emessa dal GIP del Tribunale di Napoli su richiesta della Procura della Repubblica – Sezione Reati Criminalità economica – nei confronti di un imprenditore (attivo nel settore della logistica all’interno dell’Interporto Sud Europa di Marcianise) e del suo consulente fiscale, con contestuale sequestro preventivo di beni mobili ed immobili del valore stimato di oltre 6 milioni di euro.

Già nel febbraio del 2022, le due persone erano state destinatarie di una misura cautelare interdittiva (divieto temporaneo di esercitare, rispettivamente, l’attività imprenditoriale e professionale) a seguito di un’indagine nel cui ambito erano emersi gravi indizi di reità in ordine al loro coinvolgimento in un articolato sistema di frode finalizzato all’evasione fiscale.

In particolare, dietro la “regia” del proprio consulente fiscale, l’imprenditore avrebbe indebitamente beneficiato di ingenti risparmi di imposta (costi indeducibili per un valore di oltre 40 milioni di euro ai fini delle imposte dirette e di IVA indetraibile per un valore di oltre 8,6 milioni di euro) grazie soprattutto all’utilizzo sistematico di documentazione contabile fittizia, tra cui oltre n. 2.600 fatture per operazioni inesistenti emesse da società c.d. cartiere appositamente costituite.

Nel corso delle successive indagini delegate dal pubblico ministero, gli investigatori della Guardia di Finanza hanno acquisito gravi elementi indiziari in ordine alla commissione di ulteriori fattispecie di reato da parte degli indagati (autoriciclaggio, falso in bilancio, bancarotta documentale e fraudolenta, indebita percezione di erogazioni pubbliche e
indebite compensazioni effettuate con l’utilizzo di crediti inesistenti), i quali avrebbero continuato ad operare nel medesimo settore, attraverso un nuovo soggetto economico appositamente costituito e intestato a prestanomi, conseguendo profitti illeciti per oltre 6 milioni di euro.

Il provvedimento eseguito è una misura cautelare, personale e reale, disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e i destinatari della stessa sono persone sottoposte alle indagini e quindi presunte innocenti fino a sentenza definitiva.