REGGIA. Ieri 10mila visitatori. Ma a Caserta non è restato un euro. Qui conoscono solo l’economia dei parassiti

18 Aprile 2022 - 18:12

Che facciamo, un altro lungo articolo, auscultando e declinando una noiosa dissertazione di microeconomia? Inutile perché lo facciamo invano da anni. Oggi la città di Parma con il suo palazzo Ducale ha prodotto milioni e milioni di euro di Pil. Ma siccome noi siamo, correggiamo, voi siete irreversibilmente degli idioti…

 

 

CASERTA (g.g.) Il collegamento con la Reggia di Caserta della rete ammiraglia della Rai, durante uno dei suoi Tg di punta, nel caso di specie quello delle 13,30, secondo per importanza solo all’ancora più storica edizione delle 20, vale esattamente come la pastiera. In pratica, è obbligatorio. Se ti serve un posto in cui mostrare plasticamente un turismo travolgente, la Reggia vanvitelliana ti risolve il problema. Quella consueta fila chilometrica all’ingresso, i plotoni fittissimi di visitatori che sciamano in ogni dove tra parco e appartamenti reali, soccorrono come nessun’altra opzione rappresentativa, il tempo contingentato di un Tg. Così è successo anche ieri quando l’inviato Rizzo, in un “economicissimo” collegamento di nemmeno un minuto – che poi ci piacerebbe sapere quanto sia costato alla Rai – ha così sentenziato: il monumento, a fine giornata di Pasquetta, sarà stato visitato da almeno 10mila turisti provenienti da tutte le zone d’Italia e anche da fuori Italia.
Stavolta tagliamo corto: quanto hanno incassato oggi i negozi, i bar, i ristoranti e le altre pertinenze commerciali prospicienti al Palazzo Ducale di Parma (abbiamo fatto un esempio di una città non certo metropolitana), a fronte di un afflusso che sicuramente, a casa Farnese, sarà inferiore a quello della Reggia e quanto, invece, hanno incassato i negozi, i bar, i ristoranti eccetera di Caserta ammesso e non concesso che ce ne fossero aperti un numero decente?
Inutile affrontare per la millesima volta il solito discorso sulla incapacità di sviluppare seri processi di governo.
Questa città è un caso unico al mondo. È riuscita, infatti, a tagliarsi fuori da ogni processo economico connesso a un monumento annoverabile sicuramente tra i dieci più importanti d’Italia, se non, addirittura, tra i primi cinque. Che facciamo, scriviamo il solito articolo sull’assenza assoluta di una cultura del turismo e di una cultura economica tout court?
Caserta è e resta la città delle economie protette, garantite, parassitarie e largamente improduttive per costituire un Pil correttamente strutturato e distribuito. Caserta è la città che, da decenni, mette a comandare degli autentici analfabeti, specchio implacabile di un popolo di idioti, buono solo a lamentarsi, e a sciorinare il farfuglio incomprensibile dei suoi sterili bla bla.