REGIONALI. “Pensavi solo ai cuoricini 🎶 🎶”. Dalla Pignetti solo i soliti insulti come distrazione di massa e niente risposte sulla gestione ASI. Ma noi le chiediamo un’intervista pubblica con regole ed ampio spazio per lei

11 Ottobre 2025 - 11:25

Nulla di nuovo sotto il cielo. Solito post denso di livore che come tutti gli altri però non risponde nel merito a nessuno dei rilievi da noi esposti come tutti quelli che ha scritto negli anni nei quali ha fatto lo. Ora dopo quella dello stalker salta fuori anche la vicenda dei cuoricini che significherebbe uno stato ossessivo da parte mia rispetto a lei. In pratica ne sarei segretamente innamorato e siccome non corrisposto la perseguiterei. E sono tanto scemo da farlo guardando le sue storie in Facebook con la certezza di essere individuato e mettendo emoticon amorose che a loro volta possono essere viste da tutti quelli che hanno guardato le storie. Insomma uno stalker deficiente al limite della demenza. Per non parlare poi della boiata maxima sulle presunte minacce dei parenti. E che ci fa “Oggi le comiche! “

CASERTA (g.g.) Io sono un uomo di pace e non di guerra. Ma non al punto da mettere volontariamente cinque cuoricini a una storia di Raffaela Pignetti. PiĂą cieco di una talpa come sono, ammetto la grave colpa di guardare qualche storia Facebook della neo candidata di Fratelli d’Italia, ammetto di aver chiesto la sua amicizia, naturalmente non ricambiata, allo scopo di chiederle anche nel social un confronto pubblico, un’intervista dove e quando vuole lei purchè risponda pubblicamente alle domande che CasertaCe le vuole formulare sulle modalitĂ  con cui ha gestito l’ASI. Ma i cuoricini volontari no, proprio no, spero di poterle spedire quelli dell’amicizia se e quando finalmente accetterĂ  un dibattito democratico fondato sulle idee e imperniato su un unico contenuto: la gestione dell’ASI di Caserta negli ultimi 12 anni. Su Facebook, non vedendo una cippa, combino un sacco di guai. E’ possibile dunque che io abbia poggiato le dita in ogni dove e siano venuti fuori i cuoricini. E qui ci risiamo con la storia dello stalker romano.

Io sono certo che la Pignetti abbia sperato vivamente di poter accusare il sottoscritto senza valutare che a me manca la materia prima per fare lo stalker, ossia gli occhi dato che ne ho uno solo, il quale per giunta non riesce a vedere manco a tre metri di distanza. Ora pure i cuoricini e vai cl tango, continuiamo con queste stupidaggini che hanno il solo scopo di distogliere l’attenzione sui temi seri ossia sulle modalitĂ  con cui l’ASI di Caserta ha speso milioni, e ancora milioni di euro di soldi messi nelle sue tasche da tanti poveri imprenditori che hanno ricevuto in cambio servizi inesistenti, degrado e ci fermiamo qui perchĂ© in passato abbiamo scritto articoli chilometrici su questo posto. La risposta della Pignetti al nostro articolo di ieri? Solita solfa, a partire dall’evergreen del pluripregiudicato. Lo sono, è vero, ma esattamente come lo era Marco Pannella. Ho sacrificato il mio corpo alla pena carceraria di 42 giorni di cella come atto di volontĂ , senza chiedere l’applicazione dell’istituto della continuazione e l’indulto, ciò solo per andarci volontariamente in quella cella perchĂ© si potesse parlare della norma liberticida e incivile che puniva i direttori di giornali per omesso controllo, una porcheria esistente solo nell’ordinamento italiano. Un cumulo di pene frutto di processi celebrati solo in primo grado al tribunale di Salerno, competente in quanto il Corriere di Caserta da 9mila copie al giorno stampava in quella provincia. Processi durante i quali non mi sono mai difeso e non ho mai presentato ricorso in Appello perchĂ© il mio disegno era quella della testimonianza civile, della protesta non violenta, di offrire, come diceva Pannella di cui ero accanito seguace, il mio corpo al sacrificio per testimoniare un principio. Successivamente, sul fronte del diritto penale, non ho mai ricevuto una condanna definitiva ma solo archiviazioni o assoluzioni in primo grado oppure in secondo grado. Per quanto riguarda i giudizi civili guardatevi l’articolo di ieri (CLICCA E LEGGI) e li ci sono tutte le spiegazioni anche sul perchĂ© non mi sono potuto difendere, nell’unico procedimento in cui ho incassato, ripetiamo in sede civile una condanna per una delle decine e decine di iniziative giudiziarie tra querele e citazioni pagate con i soldi dell’ASI dalla Pignetti, non inserendo in quel dibattimento nemmeno uno straccio di avvocato.  Tutto ciò solo per amor di veritĂ .

Poi, la boiata maxima del post pignettiano: con l’articolo di ieri io avrei minacciato la sua famiglia. Una vera e propria manipolazione della veritĂ  testuale. Basta leggere il passaggio per capire che io ho scritto altro, anzi ho scritto che ho protetto la sua famiglia quando mi sono occupato della Pignetti nella sua funzione di presidente dell’ ASI e che oggi sciolgo questo voto di onore e di dignitĂ  di fronte al suo status di candidata di Fratelli d’Italia perchĂ© è giusto così in democrazia, perchĂ© è giusto com’ è stato giusto che i giornali abbiano scavato, a suo tempo, nelle vicende della famiglia di Giorgia Meloni. Insomma niente di nuovo sotto il cielo. La Pignetti non riesce a confutare una sola delle nostre tesi e sa solo insultare come si può facilmente capire da questo post. Lo fa, ripetiamo, con un disegno preciso: distogliere l’attenzione sul confronto relativo a come lei ha gestito l’ASI. Ma noi, per dirla alla Marco Mengoni, crediamo negli esseri umani e vogliamo sperare che da candidata, ora, la Pignetti voglia accettare un’intervista mia con regole precise, con testimoni presenti di entrambi le parti, in cui avrĂ  tutto il tempo e la visibilitĂ  per rispondere alle nostre domande sulla sua conduzione dell’ASI. PerchĂ© gli insulti, le malevolenze sono solo il pane quotidiano dei cattivi e delle cattive, sono lo schermo dietro al quale si nascondono i rei.