REGIONE. Stipendi da dirigenti ai coordinatori dei gruppi consiliari e ai capi segreteria delle commissioni. La Corte dei Conti “cita” anche Gennaro Oliviero per il danno erariale da più di 3 milioni e mezzo di euro
14 Giugno 2024 - 10:56
Tra i destinatari del provvedimento della Procura presso il tribunale della spesa pubblica anche il predecessore Rosa D’Amelio e Maraio, oggi segretario nazionale del Partito socialista e recente candidato alle Europee, al tempo componente dell’Ufficio di presidenza. I provvedimenti nel mirino adottati tra il 2019 e il 2021. I giudici: “Violata anche una sentenza della Corte costituzionale. Hanno preso stipendi da dirigenti senza avere alcuna competenza”
NAPOLI. Un danno erariale da quasi 3,7 milioni di euro viene contestato dalla Procura Regionale per la Campania della Corte dei conti (sostituti procuratori generali Mauro Senatore e Davide Vitale, coordinati dal procuratore Antonio Giuseppone) a 17 dirigenti ed ex dirigenti della Regione Campania.
Tra i destinatari degli inviti a dedurre notificati dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli figurano l’attuale presidente del Consiglio regionale della Campania, Gennaro Oliviero, l’ex presidente, Rosa D’Amelio, e vari componenti o ex componenti dell’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale, tra cui Vincenzo Maraio, oggi segretario nazionale del Partito socialista italiano.
Secondo la ricostruzione dei magistrati contabili e dei finanzieri, attraverso delibere adottate tra il 2019 e il 2021, gli organi apicali del Consiglio Regionale avrebbero continuato ad erogare ai cosiddetti coordinatori amministrativi dei gruppi consiliari e ai responsabili di segreteria delle commissioni consiliari un illecito trattamento economico accessorio equiparato a quello dirigenziale nonostante una sentenza della Corte costituzionale avesse già dichiarato l’incostituzionalità di analogo trattamento economico attraverso la creazione di appositi fondi istituiti con leggi regionali. In sostanza, secondo gli inquirenti, si sarebbe perseverato nel riconoscere un trattamento analogo a quello dirigenziale a figure prive di un profilo professionale adeguato in contrasto con la competenza esclusiva assegnata in materia al legislatore statale, con il contratto collettivo nazionale di lavoro e con la stessa normativa regionale intervenuta a partire dal 2021 nonché in violazione ed elusione del giudicato costituzionale.