TEANO. Revoca dei parcheggi a disco orario, Camasso: “Decisione incomprensibile, nefasta per economia e commercio”

24 Agosto 2024 - 09:33

“Tutto questo avviene nonostante la presenza di un apposito delegato che, a quanto pare, avalla tutto ciò”

TEANO (ELIO ZANNI) – «Una cosa del genere? Ma poi fatta a Teano: come se avessimo a disposizione parcheggia dismisura…».Il riferimento è chiaro: l’ordinanza che ha revocato i parcheggi con disco orario (LEGGI QUI), ritenuta un colpo basso al commercio e uno sfregio alle casse comunali. La decisione, almeno dalle reazioni raccolte, non piace proprio a nessuno. Migliaia di lettori hanno preso atto da teanoce.it della situazione, ma poche sono state le reazioni da parte delle «pubbliche voci» della politica locale. Tuttavia, si registra un’eccezione, ed è per questo che riportiamo volentieri la voce di Luana Camasso, del gruppo consiliare Siamo Teano. Per la storia e per la cronaca il provvedimento è contenuto nell’Ordinanza N. 42 dell’8 agosto 2024, che dispone la revoca dei dispositivi di sosta a tempo mediante disco orario su tutto il territorio comunale. La revoca è vigente dal 2 agosto 2024.

Camasso, come molti cittadini, è rimasta colpita dal fatto che la decisione di cancellare i parcheggi a tempo sia stata presa in modo unilaterale, senza consultare alcuna delle categorie direttamente coinvolte e interessate, in primis i commercianti di Teano. «Credo che queste decisioni vengano prese in assenza di qualsivoglia logica programmatica», afferma Camasso. «Questo genere di provvedimenti dovrebbe essere adottato solo in presenza di una riorganizzazione totale della viabilità e del traffico urbano, con la predisposizione di un serio piano parcheggi, aree pedonali e quant’altro. L’obiettivo finale dovrebbe essere quello di permettere ai cittadini di muoversi liberamente e in modo armonico e organizzato in città, evitando soste selvagge e l’ansia di ricevere l’ennesima multa salva-cassa comunale».

Emerge qui un’altra perla politica nata sotto il governo Scoglio: l’ordine indiretto e recondito, inserito nel Piano Economico Finanziario (PEF), di multare per fare cassa. Non per educare o far rispettare il Codice della Strada, ma per puro scopo finanziario. Si tratta di una opinione? Certo e l’opinione non può non essere che questa, in assenza di un documento e un piano condiviso di riordino totale del traffico stradale. L’impressione è quella di essere al cospetto di un fenomeno simile a quello dei vecchi autovelox installati in molti comuni, poi tutti smantellati per legge, perché non servivano a salvare vite umane, ma a fare cassa.

«La realtà è che provvedimenti di questo tipo contribuiscono solo ad accrescere l’esasperazione dei cittadini e degli utenti di una città ormai diventata invivibile», conclude Camasso. «Non riesco proprio a capire quale sia la logica dietro questa decisione. Da un po’ di tempo sembra quasi che ci sia un disegno nefasto ai danni dell’economia e del commercio locale. E tutto questo avviene in presenza di un apposito delegato che, a quanto pare, avalla tutto ciò». Camasso non fa nomi, tanto si capisce benissimo a chi possa riferirsi. Ma a noi per dovere di cronaca tocca farlo: Guido Zanni, chi ti mette il bavaglio e che fine hai fatto? Se ci sei, batti un colpo.