La CAMORRA e la GUERRA DELLE GUERRE. Ridotta la pena a Mimì Belforte e Felice ‘o capitone per l’omicidio di Angelo Piccolo Quaqquarone
18 Giugno 2019 - 16:04
MARCIANISE – (tp) Riduzione della pena in Corte di Assise di Appello per i due boss Domenico Belforte e Felice Napolitano alias capitone. Due condanne a 20 anni di carcere per il delitto di Angelo Piccolo avvenuto a Casoria il 14 marzo 1996, nell’ambito della storica guerra tra il clan Belforte-Mazzacane e Piccolo-Quaqquarone. In primo grado entrambi erano stati condannati a 30 anni, ora, in secondo grado, la riduzione. Sono state infatti riconosciute varie attenuanti tra cui quella di aver ammesso la partecipazione al delitto.
Nel collegio difensivo l’avvocato Franco Liguori e Massimo Trigari.
Come sanno i nostri lettori più attenti, quelli che seguono i nostri approfondimenti, la storia di Felice Napolitano capitone è particolarissima. Uomo di spicco del gruppo dei Quaqquarone, passa con la fazione avversa dopo aver frequentato Domenico Belforte, in un periodo di comune reclusione nel carcere di Benevento. Ed è proprio questo cambio di fronte, raro nel suo genere, perchè di solito i nemici si ammazzavano e non si ingaggiavano, permise ai Belforte di organizzare e portare a termine l’omicidio di Angelo Piccolo, colui che, dopo la morte del fratello Antimo, al culmine della strage di San Martino, aveva assunto le redini dei Quaqquarone.
Si fidava, Angelo Piccolo, di Felice Napolitano. E non ebbe alcuni sospetto quando questi gli chiese un appuntamento per parlare, così racconta il pentito Orlando Lucariello (LEGGI QUI) di una tangente di cui voleva parlargli il ras napoletano Antonio Maione sull’appalto dei rifiuti che il gruppo di camorra da quest’ultimo rappresentato, si era aggiudicato o stava per aggiudicarsi a Marcianise.
L’esecuzione fu rapidissima. Stando sempre alla ricostruzione di Orlando Lucariello, che aveva assorbito il racconto di Gaetano lo stuccatore, cognato di Angelo Piccolo, Maione e Napolitano salirono in auto col boss e il primo gli sparò a bruciapelo, uccidendolo sul colpo.
Il processo ha coinvolto però i soli Felice Napolitano e Domenico Belforte. Antonio Maione sarebbe stato, infatti, poi ucciso un anno e mezzo dopo, nelle campagne di Afragola, insieme a Vincenzo Tubelli, a conclusione di un delitto dai contenuti efferati