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S. MARIA C.V. ALLE ELEZIONI. Nomi, giochi e combinazioni. Giovanni Zannini vara la lista Alì Babà con Carlo Raucci, Mazzotti, Baldassarre e Giudicianni

2 Agosto 2021 - 12:09

SANTA MARIA CAPUA VETERE (g.g.) – Giovanni Zannini si è trasformato, da qualche tempo questa parte, in una sorta di Alì Babà. Lui che è divenuto un instancabile stacanovista della politica casertana, l’indefesso, ma tutt’altro che fesso lavoratore del giorno, ma anche e soprattutto della notte, dovrebbe accogliere il paragone con Alì Babà con la stessa espressione compiaciuta con cui si guarda un vestito che si indossa a pennello. Mille e una notte e Alì Babà sono, per la per una molto solida vulgata uno parte dell’altro e l’altro contenitore del primo, anche se la celeberrima favola persiana è entrata nella raccolta delle fiabe in lingua araba a furor di pollo più assurdi popolo, visto che nella realtà il buon Alì Babà e la sua schiava che gli salva la vita non sono stati mai compresi nell’antologia delle Mille e una notte come ogni collazione degli storici di quelle letterature ha dimostrato. Nonostante ciò le mille e una notte e Alì Babà sono diventate come il cacio sui  maccheroni, l’aceto o il limone sull’insalata, come il formaggio con le pere. Nel nostro caso ancor di più, soprattutto vivendo quest’estate caldissima in cui le notti sono “troppo piccole (per lui), troppo piccoline”, come cantavano le mitiche gemelle Kessler. Per cui, alla luce di tutti quanti questi elementi, definire Giovanni Zannini la reincarnazione di Alì Babà, applicato nella specie alla politica casertana, non sembra costituire un paragone forzato, ne improprio.

Ognuno ha le sue notti. “Certe notti”, per dirla alla Ligabue c’è chi utilizza il caldo appiccicoso per produrre libidini ancestrali e c’è chi compone liste elettorali. E allora anche in questo caso il discorso torna e Zannini vede rafforzata la sua identità di nuovo Alì Babà anche in questa particolare mansione che per altro lo vede impegnato nella seconda estate consecutiva, dopo quella del 2020, quando fu lui stesso a concorrere trionfalmente (poi abbiamo ben compreso con quale tipo di politica) alle elezioni regionali.

Molto attivo il nostro simpatico Alì Babà è sulla piazza di Santa Maria Capua Vetere. La sua lista è quella dei cosiddetti “moderati”, una sorta di marchio politico attraverso il quale Zannini insegue sogni no-limits di un suo partito personale. Chiedere su quale terreno e su quale ispirazione culturale, l’Alì Babà della politica casertana abbia trovato un felice punto d’incontro con i signori Carlo Raucci, Maurizio Mazzotti, Giancarlo Giudicianni, Baldassarre rappresenta esercizio ozioso in quanto ci troviamo di fronte ad una evidenza scientifica ad un vero e proprio allineamento dei pianeti. Carlo Raucci sarà il coordinatore politico insieme al suo amico  e compagno di tante cose di sempre Maurizio Mazzotti. Entrambi dovrebbero sostenere Franco Merola che com’è noto appartiene  ai meccanismi professionali di quel Trepiccione che al Raucci e ai suoi interessi è legato da molti fili.

L’ex sindaco Giancarlo Giudicianni non scenderà in campo personalmente, ma lo farà attraverso la moglie, dando riscontro a tutto ciò che sta avendo, sta ottenendo in termini di funzioni di controllo (campa cavallo…) in quell’autentica cloaca di ogni nefandezza gestionale che chiamano consorzio idrico di Terra di Lavoro, dove Zannini detta legge essendo riuscito anche li a sintetizzare gli obiettivi di quelli che all’interno vi operano e che dal consigliere regionale si sentono protetti ma soprattutto rappresentati, nella sistematica spoliazione, del pubblico danaro. In lista dovrebbe stare anche Annamaria Ferriero, vedova Michele Castaldo, storicamente legato a Gian Carlo Giudicianni, ma anche a certi settori della catto sinistra capuana, al punto che per Zannini si è aperta un’autostrada quando si è trattato di infilare nella giunta di Luca Branco la mondragonese Francesca Gravano una che a Capua ci sarà venuta nella sua vita due o tre volte.

Chiudendo per il momento il discorso della lista i moderati trovano in essa ugualmente un’ adeguata collocazione, in relazione a quella che è stata la parabola delle loro esperienze consiliari, Fabio de Lucia e Omero Simone. Mentre i primi tentativi di Gaetano di Monaco di entrare a far parte di una lista in cui sente di poter respirare una sorta area di casa sono falliti. Troppi galli a cantare e soprattutto Di Monaco, non a torto, viene considerato un grande “versatile” nel senso che l ultima cosa al mondo che per lui è valsa è stata quella della fedeltà al movimento politico, alla lista in cui è stato eletto. Tra gli apolidi di questo momento va citato pure  Graziano, che cerca di  trovare il bandolo per rientrare in consiglio comunale.

Qualche rapido cenno alle altre situazioni che bollono in pentola nella coalizione di Antonio Mirra: Giovanni Campochiaro, per Area popolare, punterà su Maffei, figlio del noto odontoiatra Angelo Maffei. Si parla molto anche di un eventuale candidatura della consigliera comunale Stefania Viscardo, elemento vicino storicamente al consigliere regionale di Forza Italia  Massimo Grimaldi, ma che a Santa Maria Capua Vetere cerca di trovare una collocazione che le possa consentire realmente di gareggiare per un posto in consiglio.

Ma si sa che Area popolare ha due anime: c’ quella di Campochiaro, ma c’è anche quella dell’ assessore  Paolo De Riso che fa coppia fissa con Gerardo Di Vilio. Dello screzio tra la Viscardo e De Riso abbiamo scritto in più di un occasione. La prima rimproverava al secondo di non aver sostenuto Massimo Grimaldi alle ultime regionali, nonostante avesse solennemente promesso di farlo. Per questo motivo ha tentato di detronizzarlo, non riuscendovi e rimanendo lei in minoranza all’interno del gruppo. Minoranza per modo di dire. Puramente nominale, visto e considerato che quello tra la Viscardo e De Riso è u duello in cui il secondo nono ha dimostrato grande realtà visto e considerato che, mentre la Viscardo fu eletta dal popolo sovrano, Paolo De Riso fu addirittura il secondo dei non eletti. E fu proprio la Viscardo  a chiedere e ad ottenere che prima Di Vilio e poi lui fossero recuperati ad una politica da protagonisti, indicandoli, da capo gruppo per la carica di assessore.

Passiamo alla lista di Nicola Leone che, al di la dell’etichetta storica legata ai Socialisti, non è altro che una seconda lista del pd, visto che fa diretto riferimento alle posizioni del presidente del consiglio regionale Gennaro Oliviero. I nomi su cui Leone punterà sono, in linea di massima, gli stessi: il solito Carlo Russo che con buona pace del soprannome con cui tutti lo definiscono a Santa Maria Capua Vetere, in rottamazione non ci va mai, proprio perchè lui è un tutt’uno con quello che è un centro di potere che si incarna nella persona di Nicola Leone e che si sviluppa dentro e a fianco al composito, complesso mondo dei parcheggiatori della città. La novità della lista di Nicola Leone è costituita dalla presenza di Angelina Cuccaro, imprenditrice delle scuole private, storicamente legata a Forza Italia e alla galassia Di Muro che però stavolta sarà andata a parlare con Gennaro Oliviero, dato che già in questi giorni ha reso nota ai suoi amici la propria candidatura.  In lista, sicuramente, anche Martino Valiante, un fedelissimo di Gennaro Oliviero, che quest’ultimo ha gratificato in passato in postazioni remunerate, prima fra tutte quelle di revisore dei conti nell’Asl di Caserta. Giuseppe Stellato deve stare attento: perchè se la lista di Leone dovesse prendere più voti di quella sua, il peso specifico del cosiddetto pd ufficiale, quello che da anni è nelle mani sue e della moglie Camilla Sgambato, potrebbe calare drasticamente, con conseguenze anche negli equilibri provinciali che in vista di un possibile cambiamento degli assetti complessivi del partito potrebbe creare ricadute anche sul circolo di Santa Maria Capua Vetere. Al momento, la lista pd sembra un po’ in alto mare. L’avvocato Umberto Pappadia non dovrebbe ricandidarsi, mentre uno dei campioni dei mille e passa euro al mese della prima commissione, cioè Di Nardo, sarebbe di nuovo in campo. Stesso discorso per Ciarmiello. Sulle due liste civiche del sindaco Antonio Mirra c’è poco da dire: quattro , forse cinque sono già sicuri e saranno anche eletti in quanto sostenuti dal primo cittadino. Gli altri 39 candidati faranno tappezzeria, dovranno accontentarsi infatti del ruolo di porta borracce, sperando poi di ottenere durante la consiliatura, qualche prebenda grande o anche piccola. I nomi sono i seguenti: il presidente del consiglio comunale Feola, Edda De Iasio, mentre nell’altra lista dovranno essere eletti gli uscenti Pigrini e Fumante con Enrico Di Rienzo a sperare nella conquista di un quinto seggio, quale somma dei consiglieri eletti nelle due liste costruite dal sindaco.

La lista di Bosco si fonda sull’assessore Petrella. Dobbiamo ancora capire se questi, calcolatrice alla mano, giocherà la carta di una candidatura al femminile con cui stabilire un ticket privilegiato oppure no. Ma al momento l’impianto fondamentale delle liste a sostegno di Antonio Mirra è questo.

Già nel pomeriggio odierno ci dedicheremo allo stesso tipo di lavoro stavolta dedicato a ciò che stanno costruendo, da un lato Aveta, dall’altro Gabriella Santillo. A più tardi.