S.MARIA C.V. Ogni promessa è debito. Ecco perché la gara che consentirà a “Carlo Raucci e poco più” di incassare più di 410 mila euro non ci convince. Il nuovo codice degli appalti e i numeri che non tornano

6 Agosto 2020 - 19:03

In una parte dell’atto di aggiudicazione vengono segnalati i punteggi delle varie voci dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Dall’altra parte viene citato l’articolo 97, comma 3, che in realtà non è stato rispettato

SANTA MARIA CAPUA VETERE (g.g.) – Abbiamo letto il verbale che in pratica aggiudica al Raggruppamento temporaneo di professionisti imperniato sull’ingegnere sammaritano Carlo Raucci, oggi, tra le altre cose, candidato nella lista Campania Libera per De Luca, di una gara con base d’asta di 790 mila euro per la progettazione e i servizi complementari relativi ai lavori di ristrutturazione, riqualificazione e risanamento dell’ormai famoso e per molti versi famigerato Palazzo Teti-Maffuccini, il cui “giro precedente” fu definito dai magistrati della Dda con la famosa ordinanza che tolse dalla scena della politica locale Biagio Di Muro, aprendo un’autostrada davanti ad Antonio Mirra.

Ci siamo dovuti sforzare, perché nonostante ci occupiamo delle modalità spesso stravaganti con cui viene applicato in provincia di Caserta il codice degli appalti pubblici, siamo, evidentemente, duri di comprendonio e non

riusciamo a capire bene cosa abbia scritto il dirigente del settore Lavori Pubblici del comune di Santa Maria Capua Vetere, l’architetto di Caivano Gennaro Riccio. Sicuramente ci sbagliamo noi, ma abbiamo almeno il diritto di farci correggere da chi si intende da queste cose. Non da parti in causa, però, ci faremo correggere da professionisti fuori da questa partita, ma abituati a lavorare con il codice degli appalti in mano. E a questi ci rivolgeremo. Intanto, diciamo che nel metodo dell’offerta economicamente più vantaggiosa, il ribasso dell’Rtp formata da Carlo Raucci e poco più, ma proprio poco più, è stato del 47%. Ciò si deduce dalla parte finale del documento firmato da Riccio, che fissa in 418 mila e 700 euro la somma che finirà nelle tasche dei progettisti.

Un percorso piuttosto tortuoso che si è sviluppato anche nelle aule di tribunale. Per esempio al Tar, al quale si rivolse proprio la Rtp di Raucci meno di due anni fa, ottenendo facilmente la riammissione dopo una prima esclusione temporaneamente sancita dalla commissione di gara della Centrale di committenza. Dopo quel verdetto del Tar, strada spianata. Al riguardo leggiamo (e non capiamo), come siano stati combinati i punteggi dell’offerta tecnica, di quella economica e di quella temporale con prescrizioni stabilite nelle norme del codice degli appalti pubblici, precisamente con quelle che regolano la questione dell’offerta anomala o anormalmente bassa.

Carlo Raucci ha ottenuto 75 punti su un massimo di 75 per l’offerta tecnica. Uno score praticamente perfetto. 18,4 per l’offerta che dovrebbe essere economica. Pure qui non abbiamo capito un tubo, perché Riccio scrive testualmente che questi punti varrebbero anche per “l’offerta tecnica”. 2 punti su 2, invece, per “quella temporale“, così testualmente scritto nel documento ufficiale. Il totale è 95,4/100 punti. Una cifra considerata dalla commissione di gara congrua, regola e dunque non anomala e dunque “non anormalmente bassa“. Per dichiarare ciò, i commissari e il Rup Riccio hanno dovuto leggersi il codice degli appalti e precisamente l’articolo 97, nei suoi commi 1,3 e 4, del decreto legislativo 50 del 2016, meglio noto con la definizione da noi usata fino a qui, cioè come “codice degli appalti pubblici”. Ovviamente, trattandosi della legge italiana, il 99% delle persone e dei cittadini non ci capirà mai un cazzo. Leggendo e rileggendo questo comma 3 si capisce in pratica che la valutazione della congruità si opera solamente alle offerte (Economica e Tecnica) relative alle due chiamate che presentano un punteggio pari o superiori ai 4/5 del punteggio massimo previsto. Ciò significa che al di sotto, invece, non esiste un sindacato valutativo e non ricorrono le condizioni del comma 1 dello stesso articolo che innesca la procedura della richiesta di chiarimenti formulata dalla centrale di committenza all’impresa concorrente.

Applichiamo questa norma alla gara vinta da “Carlo Raucci e poco più“. Il punteggio raggiunto da Raucci & co. è pari a 75, come detto, uguale al massimo punteggio possibile per l’offerta Tecnica.  Mentre l’altra offerta, il combinato tra quella Economica e quella Temporale, è 20,3, che supera la cifra di 20, quindi al di sopra dei 4/5 dei punti massimi previsti dal bando di gara. In poche parole, per l’offerta tecnica viene scritto che Raucci raggiunge il massimo possibile, quindi, non ci armiamo neanche di calcolatrice. Per quanto riguarda il temporale tra Economica e Temporale, siamo a 20,3 rispetto al massimo di 25. I 4/5 sono pari a 20, quindi, i 20,3 esorbita i termini che, ai sensi del comma 3 dell’articolo 97 del codice degli appalti, che sono pari a 19,9.

Attenzione: ciò non vuol dire che questa condizione avrebbe dovuto determinare la non aggiudicazione della gara a Raucci, ma stando fuori dalla previsione del comma 3, la centrale di committenza, cioè il comune sammaritano, avrebbe dovuto immediatamente, nel rispetto del comma 1 dello stesso articolo 97, richiedere spiegazioni sul prezzo o sui costi proposti da “Carlo Raucci e poco più”, sulla base di un giudizio tecnico sulla congruità, serietà, sostenibilità e realizzabilità dell’offerta per la ristrutturazione e riqualificazione di Palazzo Teti-Maffuccini.

Non l’ha fatto. E questo, a nostro avviso, getta un’ombra sulla regolarità formale e sostanziale di questa gara