S.MARIA C.V. Hanno umiliato un monumento di fama mondiale e ora la Soprintendenza della Gennarelli scarica le colpa su quella della Berardelli. INDECENTE

10 Giugno 2019 - 19:00

SANTA MARIA CAPUA VETERE (g.g.) – E certamente! E che doveva dire mai Ida Gennarelli della Soprintendenza ai Ben Archeologici, oggi direttrice del museo Campano? Cosa doveva dire se non scaricare la responsabilità di una schifezza di livello universale, dalle canne fumarie in su dell’ormai mitico Amico Bio, unico capannone della ristorazione trash a impallare il anfiteatro d’Italia per grandezza, preceduto solo dal Colosseo e che, a sua volta, precede l’arena di Verona, che non ci risulta ospiti pizzettari che cucinano con i forni elettrici o con improbabili forni a legna ammorbando le serate dell’opera lirica o i grandi concerti del pop italiano, oppure ancora gli arrivi finali del giro d’Italia, con i fumi della pasta e della pummarola.

Cosa doveva dire la Gennarelli, se non caricare la colpa, se non all’altra soprintendenza, quella dei Beni Culturali e architettonici. D’altronde, noi, che fummo i primi a denunciare la vergogna dell canne fumarie, spingemmo a portare avanti il processo in atto e istruito dal compianto pubblico ministero Antonella Cantiello, scrivendo a maledicendo per giorni, dopo aver superato lo shock dell’incredulità, quell’atto della Soprintendenza di Caserta, a firma dell’ancora in servizio architetto Belardelli, sanciva che le canne fumarie in alluminio erano compatibili allo spaccato di una visuale tra le più importanti dal punto di vista storico-archeologico.

Ma la Gennarelli avrebbe dovuto anche raccontare tutto ciò che la sua Soprintendenza, quella ai Beni Archeologici, direttamente connessa alla gestione del monumento che ospitò le gesta proletarie di Spartaco, combinò con l’allora dirigente Francesco Sirano, il vero artefice di tutta questa operazione che trovò poi conferma nell’incredibile placet della già citata Soprintendenza ai Beni Culturali e Architettonici.

Questo ha detto stamattina Ida Gennarelli durante l’udienza al tribunale di Santa Maria Capua Vetere, sugli abusi edilizi scoperti all’interno dell’Anfiteatro Campano. Presunti abusi per i quali è imputato il titolare di del locale Amico Bio

In questa ultima udienza è stata ascoltata, in qualità di testimone, Gennarelli, a capo del museo archeologico “Antica Capua”. La direttrice, davanti al giudice, ha passato la patata bollente al comune, dichiarando che il titolare del ristorante è un concessionario e che della vicenda amministrativa doveva farsi carico l’ente cittadino.

La Gennarelli, parlando delle criticatissime canne fumarie, ha spiegato che Amico Bio aveva avuto l’okay dalla Soprintendenza, poiché, così dichiara la direttrice, rispettavano i requisiti. Sulle strutture del ristorante sistemate nell’area archeologico, cioè quelle finite sigillate dagli uomini dell’Arma, queste erano mobili e funzionanti solo in periodo estivo. La prossima udienza si terrà ad ottobre.