S. MARIA C.V. Una novità: la minoranza esce allo scoperto e chiede le dimissioni dell’Assessore Carlo Russo per il voto pro cognato sul Puc. Ma poteva osare di più e vi spieghiamo perchè

15 Luglio 2023 - 19:11

La partecipazione e il voto su quella delibera che incorporava l’osservazione di Raffaele Papale non costituisce, infatti, a differenza di quello che scrivono Aveta e Crisileo un fatto inopportuno, ma semplicemente un fatto non legale e dunque illegale. Ma questo non perchè lo diciamo noi, non perchè lo abbiamo pescato in una emeroteca delle eleggi degli anni 50 ma perchè ciò costituisce il corpo dell’articolo 78 comma 2 del Tuel cioè della raccolta fondamentale delle leggi sugli enti locali, assorbita testualmente dalla legge regionale 16 del 22 dicembre 2004, che istituisce i Puc

SANTA MARIA CAPUA VETERE (g.g.) Oddio, sempre meglio di niente è. Bisogna, infatti, salutare come un fatto incoraggiante, per la democrazia e per la politica di Santa Maria Capua Vetere il fatto che due consiglieri comunali di opposizione, Raffaele Aveta e Italo Crisileo, abbiano accolto il nostro invito, un po’ ruvido, ma quando ce vo’ ce vo‘, a non nascondersi dietro al coraggio che questo giornale mostra da anni di affrontare argomenti spinosi di cui si parla sottovoce ma su cui nessuno o quasi nessun politico si va a misurare, perchè dalle nostre parti ognuno tiene famiglia e chi fa, per modo di dire, la minoranza nei Comuni la tiene ancora di più.

Per cui non bisogna essere troppo severi difronte alla prudenza che connota la prosa utilizzata da Aveta e Crisileo sulla vicenda da noi sollevata ieri (CLICCA E LEGGI), relativa al voto attribuito, nel corso di una o più sedute della giunta comunale, dall’assessore Carlo Russo ad uno schema di Puc, che assorbiva parzialmente l’osservazione, presentata da suo cognato Raffaele Papale, riguardante una non meglio precisata zona agricola e speriamo non sia sempre quella di cui ci siamo già occupati ma questo lo vedremo, perchè, in caso affermativo avremmo una nostra proposta da fare al sindaco Antonio Mirra.

Aveta e Crisileo, così come potete leggere dal testo del loro comunicato che pubblichiamo integralmente in calce, si sono limitati, seppur con toni severi, a considerare semplicemente inopportuno questo fatto, cioè il voto di Carlo Russo ad una osservazione a un Puc, formalmente presentata da un suo congiunto, anzi, per la precisione, da un suo affine.

Le cose vanno chiamate con nome e cognome. Speriamo che i consiglieri comunali di opposizione lavorino, dunque, un po’ di più sulle norme. Peraltro, se non andiamo errati, ma potremmo sbagliarci, per carità, Raffaele Aveta è un avvocato e queste cose le dovrebbe conoscere bene. Non è che bisogna andare a trovare un codicillo, una sperduta mezza riga di un regio decreto per trovare le ragioni per definire semplicemente illegale (scrivere illegale non vuol dire che Carlo Russo abbia ammazzato qualcuno) quel voto dato in giunta dall’assessore.

La legge regionale n 16 del 22 dicembre 2004, che ha istituito i piani urbanistici comunali conosciuti con il loro acronimo Puc non ha fatto altro che assorbire ciò che è scritto nella raccolta fondamentale delle leggi sugli enti locali, ovvero il decreto legislativo n 267 del 1 agosto del 2000, dai più definito Tuel il quale all’articolo 78 comma 2 sancisce che gli amministratori di cui all’articolo 77 comma 2 dello stesso decereto (tra questi ci sono anche i sindaci, gli assessori e i consiglieri comunali) “devono astenersi dal prendere parte alla discussione ed alla votazione di delibere riguardanti interessi propri e di loro parenti o affini fino al quarto grado”.

Attenzione ora al testo, che così prosegue: “l’obbligo di astensione non si applica ai provvedimenti normativi o di carattere generale, quali i piani urbanistici.” E qui qualcuno potrebbe pensare che noi abbiamo preso un granchio e che Carlo Russo non ha dichiarato il falso nella sua autocertificazione formale sulla non esistenza di conflitti di interessi da parte sua.

Ordunque, la domanda nasce spontanea: I piani urbanistici dunque possono essere approvati anche con il voto di sindaci, assessori, consiglieri che hanno diretti interessi negli stessi oppure affiancano gli interessi di parenti e affini?

Assolutamente no. Perchè l’ultima parte dell’articolo 78 comma 2 peraltro, ripetiamo, accolto testualmente dalla legge regionale della Campania n 16 del 2004, stabilisce con nettezza che l’obbligo di astensione non si applica nei provvedimenti normativi o di carattere generale quali i piani urbanistici, “se non nei casi in cui sussista una correlazione immediata e diretta tra il contenuti della deliberazione e specifici interessi”

Per cui, siccome esiste l’interesse diretto del signor Raffaele Papale che si vede accogliere parzialmente una sua osservazione, che diventa parte integrante e sostanziale del Puc, approvato dalla giunta comunale di Santa Maria Capua Vetere, non c’è il benchè minimo dubbio e l’obbligo di attenzione, relativo ad atti riguardanti, in questo caso, parenti o affini, ancor più specificatamente riguardante il cognato di Carlo Russo che per il codice civile così come abbiamo precisamente dettagliato ieri, è un affine di secondo grado.

Ora, la giurisprudenza, del Consiglio di Stato, ha confermato la piena qualità interpretativa di questa norma che si basa sulla tutela del principio dell’imparzialità, che non è una cosa qualsiasi, ma è sancito solennemente dall’articolo 97 comma 2 della Costituzione Italiana. Poi, stabilire se e in che misura quel voto indiscutibilmente illegale, dato da Carlo Russo, infici la validità di una delibera spedita oggi all’ufficio Urbanistica dell’Amministrazione Provinciale, è tutto un altro discorso. Questa, infatti, è materia un po’ più controversa e dibattuta in giurisprudenza.

Concludendo, dunque, possiamo rassicurare i consiglieri comunali di opposizione Aveta e Crlsileo possono tranquillamente parlare di atto tecnicamente illegale. I rapporti personali sono una cosa, la politica è un’altra cosa e la calibratura delle parole non dovrebbe mai rispondere a necessità legate al pudore del quieto vivere, ma semplicemente allo studio e all’assorbimento netto, chiaro, positivista della lettera della legge, delle sue applicazioni e delle sue interpretazioni giurisprudenziali.

QUI SOTTO IL TESTO INTEGRALE DEL COMUNICATO STAMPA

«L’assessore Carlo Russo deve fornire, pubblicamente, tutti i chiarimenti necessari a fugare dubbi sulla sua imparzialità in sede di votazione delle osservazioni al Puc in giunta. In mancanza di argomenti convincenti, riteniamo che il suo comportamento sia stato quanto meno inopportuno e che debba prenderne atto con le dimissioni». È quanto affermano Raffaele Aveta e Italo Crisileo, consiglieri di “Alleanza per la città – M5S – Verdi” a Santa Maria Capua Vetere, a commento della notizia pubblicata dalla testata online CasertaCe e relativa a un presunto conflitto di interessi in sede di esame delle osservazioni presentate al piano urbanistico comunale.
«Non è nostro compito né intendiamo addentrarci – continuano i consiglieri di opposizione – nella vicenda dal punto di vista degli eventuali risvolti giudiziari. Ma, se la notizia fosse confermata, non c’è alcun dubbio che la partecipazione dell’assessore Russo al voto sia stata quanto meno inopportuna e imprudente dal punto di vista politico. Lo strumento urbanistico è l’atto programmatico più importante di una amministrazione comunale e deve essere trasparente al massimo, senza ombre di alcun genere».
«Questa opposizione – concludono Aveta e Crisileo – svolge il suo ruolo combattivo a viso aperto, assumendosene responsabilità e rischi. In questo caso, siamo evidentemente di fronte a una situazione che richiede interventi chiarificatori da parte del diretto interessato e dello stesso sindaco Mirra. Di sicuro noi andremo fino in fondo affinché i cittadini possano essere messi a conoscenza della verità dei fatti».

RIMANIAMO A DISPOSIZIONE PER ACCOGLIERE EVENTUALI PRECISAZIONI, SMENTITE, TESI DELL’ASSESSORE CARLO RUSSO O DI CHIUNQUE ALTRO VOLESSE ESPRIMERE LA SUA IDEA SU QUESTA VICENDA.