S.MARIA C.V. Va bè, ora gli affidamenti della Cecere sono invisibili. Incarico da 1.500 euro al mese ad un veterinario per il canile dei soliti noti

20 Febbraio 2021 - 17:00

Se siete capaci di capirci un tubo nella determina che pubblichiamo integralmente in calce e che è stata affissa all’albo pretorio digitale, fatecelo sapere. Se questa è trasparenza degli atti amministrativi…

 

SANTA MARIA CAPUA VETERE(g.g.) E’ mai possibile che un comune che auto decanta quella che sarebbe una sua rigorosa trasparenza, tiri fuori una determina come questa che pubblichiamo in calce.

Da un pò di tempo non ci occupavamo delle cose di Erminia Cecere, dirigente dei servizi sociali, la quale, non sappiamo se per cause fortuite, più o meno colpose o più o meno dolose, trasparente, a nostro avviso, non è mai stata granchè.

Naturalmente, noi siamo a disposizione qualora la dirigente volesse esprimere il suo pensiero in proposito. Il nostro è frutto di decine e decine di articoli che negli anni scorsi hanno raccontato, con dovizia di particolari e chirurgica pubblicazione di diversi atti amministrativi, come funzionassero le cose in un settore, divenuto improvvisamente scevro, impermeabile alle attenzioni dell’autorità inquirente che invece, in passato si era mostrata attentissima, inflessibile durante la gestione, indubbiamente discutibilissima e forse anche inquietantissima del dirigente Roberto Pirro che ai tempi dell’amministrazione di Biagio Di Muro era stato chiamato anche per effetto dell’imprimatur di Giuseppe Stellato.

Aprite questa determina e poi ci spiegate se è serio che venga pubblicata una porcheria del genere in un albo pretorio. Si legge pochissimo e soprattutto non si leggono alcuni passaggi cruciali, con buona pace della già citata auto decantata trasparenza, che nelle dichiarazioni dell’assessore al ramo Rosida Baia, si sarebbe manifestata compiutamente attraverso quella che ha definito l’alta precisione della procedura utilizzata per individuare la figura di un medico veterinario, con funzioni di dirigente, incaricato di sovraintendere alla salute degli ospiti del canile municipale.

18mila euro all’anno per un professionista esterno che si vanno ad aggiungere ai 35mila euro all’anno sborsati dal comune e a cui vanno cumulati anche dei contributi regionali relativi a progetti che possono essere effettuati solo quando un soggetto ha la titolarità su una struttura di ricovero per cani, alla solita associazione, la quale vanta un record immacolato essendosi aggiudicata, da anni, tutte le gare per la gestione di questa malandata struttura che si trova alle spalle del cimitero di Santa Maria Capua Vetere e non lontano dalla tenuta Re Ferdinando, situata, peraltro, nel perimetro del comune di San Prisco.

Qualcuno si pone degli interrogativi. Intanto, come si fa ad informare i cittadini se si pubblica una determina ridotta in queste condizioni? Dobbiamo pensare che il nome del vincitore sia nascosto tra tutte le aree bianche e illegibili dell’atto firmato da Erminia Cecere?

Chissà se esisteva una modalità per ridurre questo esborso, magari inserendo il servizio veterinario all’interno del bando poi aggiudicato alla “solita associazione” o se magari era possibile stipulare una convenzione con l’Asl. Ma figuriamoci i nostri enti locali hanno un’unica mission: quella di spendere soldi per incarichi, affidamenti, per alimentare meccanismi clientelari. Le cose importanti, cioè la programmazione del territorio, la visione sul modello di crescita adeguato ai tempi, su un concreto programma di re-infrastrutturazione primaria e secondaria, non si fanno.

E dopo molti anni che scriviamo queste cose, abbiamo anche rivisto in parte il nostro punto di vista sulle ragioni di ciò: non è malanimo, non è colpa solo di una visione individualista delle cariche pubbliche avvertite come funzionali ed utili alla promozione di interessi individuali o micro lobbistici.

E’ anche colpa dell’incapacità, dell’ignoranza di una irreversibile idiosincrasia per lo studio e per l’analisi dei documenti, delle norme, cioè per quella che dovrebbe essere la caratteristica fondamentale, il requisito pressochè esclusivo per servire il bene comune da una cattedra di potestà amministrativa.

CLIKKA QUI PER ACCEDERE ALLA DETERMINA COSI’ COME QUESTA E’ STATA PUBBLICATA NELL’ALBO PRETORIO