Sapete quanto costa al giorno un ricoverato Covid? 500 euro. Perché chi di dovere non va a vedere a Maddaloni le cartelle cliniche di evidenti asintomatici?

4 Settembre 2020 - 16:57

MADDALONI (G.G.) – Come abbiamo scritto spesso, non ci resta altra da fare che curare il rapporto con la nostra coscienza.

In Campania e in provincia di Caserta, infatti, l’impunità regna sovrana e in galera ci finiscono solo i fessi senza santi in paradiso.

Questo però non ci induce a gettare la spugna, perché, appunto, se uno ha in testa un articolo, frutto della conoscenza precisa e documentata di fatti e circostanze, quell’articolo lo deve scrivere e pubblicare.

E lo deve fare come atto fine a se stesso; lo deve fare senza intenti moralistici e senza autoattribuirsi funzioni purificatorie.

Scrive l’articolo e stop.

A ognuno il suo: a modo nostro e utilizzando gli strumenti che i grandi principi della democrazia ci garantiscono finanche al di là degli ordinamenti degli stati, facciamo il nostro.

Se poi, come accade quasi sempre, il nostro lavoro incrocia l’indifferenza di chi potrebbe utilizzarlo come strumento del proprio lavoro, fa niente. Prima ci arrabbiavamo un po’ di più, di fronte a quella che definivamo “impunità sistemica”, oggi il tempo, il disincanto e l’accettazione del modo in cui noi italiani siamo fatti rende più serena la pubblicazione di certi nostri articoli.

Durante il lockdown, ne abbiamo dedicati non meno di mille, forse di più, al tema coronavirus. Tra questi, una piccola porzione ha toccato l’argomento relativo alle stranissime cose che accadevano all’interno dell’ospedale di Maddaloni, in pratica azzerato e trasformato nel lazzaretto del 21esimo secolo, perché, diciamocela tutta, il luogo che accoglie solamente malati di una sola patologia, dentro alla narrazione materiale di una epidemia, è stato chiamato lazzaretto da secoli.

Pur avendo espresso delle riserve sulla scelta, a nostro avviso sbagliata, di cancellare tutto il resto della già di per sé modesta offerta sanitaria del nosocomio maddalonese, sono altri gli aspetti che ci hanno prima incuriositi e poi un po’ indignati.

Se si escludono le prime due o tre settimane, quando erano attivi solo pochi posti letto di terapia intensiva, ciò che è capitato in seguito è a dir poco inquietante.

Cerchiamo di semplificare il ragionamento: i protocolli dell’Istituto Superiore di Sanità prevedono il ricovero in ospedale, ma non in T.I., per coloro i quali, contagiati dal covid-19, accusino sintomi apprezzabili, cioè febbre e tosse per esempio.

Gli asintomatici, cioè coloro i quali non hanno alcun sintomo e che sarebbero in grado di svolgere ogni attività se il loro status di trasmettitori del contagio non ne rendesse necessario l’isolamento, stanno a casa, perché non hanno motivo di ingombrare le corsie ospedaliere.

Nel periodo più duro, quando tantissimi nuovi positivi finivano in ospedale o in T.I., la necessità di distinguere questi dagli asintomatici era diventata cogente.

In poche parole, le terapie intensive e le corsie erano piene e si rischiava, in Campania, dato che altrove il problema è degenerato a causa dei numeri molto più alti dell’epidemia, di far collassare le strutture ospedaliere.

In poche parole, a marzo, aprile e maggio, ponendo questo problema nei nostri articoli, ritenevamo fosse giusto presidiare gli ospedali, quello di Maddaloni in particolare, allo scopo di evitare che un paziente afflitto da sintomi seri rischiasse di non trovare posto.

L’altra faccia della medaglia, cioè quella dei costi, non ci interessava, pur sapendo della sua esistenza.

D’altronde, con 200-300 morti al giorno non stai lì a pensare a quanto si spende nel cosiddetto DRG, a quanti quattrini escano dalle casse del SSN, attraverso quelle della Regione Campania, per finanziare i costi giornalieri di un posto letto.

Il ritorno del virus pre e post ferragostano ha avuto un connotato diverso da quello dei primi mesi. Nel senso che i casi sono anche aumentati, nella media giornaliera, ma forse per effetto della drastica riduzione dell’età dei contagiati sono quasi tutti asintomatici.

Per cui, oggi, almeno per il momento, non esiste il problema di mettere in pericolo l’esistenza di un posto letto che non può essere offerto ad un malato covid con sintomi apprezzabili.

Ed è giusto, allora, concentrarsi sul rovescio della medaglia: da quale giorno l’ospedale covid di Maddaloni segna il tutto esaurito. 40 e più posti letto occupati.

Paragonando questa situazione a quella che si è sviluppata negli altri ospedali covid della Campania, a partire dal Loreto Mare di Napoli e proseguendo con tanti altri, si capisce che quella di Maddaloni è un’anomalia. La particolare tipologia del covid agostano, infatti, non sta creando alcuna criticità per quel che riguarda la congestione delle stanze ospedaliere e delle terapie intensive.

E allora ci siamo ricordati che a Maddaloni, già nell’ultimissimo periodo del lockdown, si verificò un fatto molto strano, naturalmente segnalato solo da noi: quando si svilupparono i primi focolai, a partire da quello dei bulgari di Mondragone, i corridoi e le stanze pullulavano di uomini e di donne comodamente impigiamati che zompettavano gai facendo incazzare di brutto gli infermieri, trasformati per l’occasione in vigilantes.

Chiedemmo all’Asl di Caserta e alla Regione Campania, ovviamente senza ricevere alcuna risposta, per quale motivo degli evidenti e patenti asintomatici erano stati ricoverati in ospedale.

Ebbene, in questi ultimi giorni, sempre a Maddaloni, si sta verificando la stessa cosa: soprattutto dal napoletano sono arrivati e stanno arrivando diversi asintomatici.

E che siano tali lo sanno bene quelli, tra medici, infermieri e ausiliari, che operano all’interno della struttura.

Eppure stanno lì.

Pur potendo stare a casa e, se proprio uno vuole incrociare l’eccesso di zelo, potendo essere ricoverati negli ospedali Covid di Napoli e provincia, nessuno dei quali si trova in soldout.

Probabilmente Maddaloni è un luogo meno esposto. Diciamo questo perché, oggi, la conseguenza di ricoveri impropri o allegri non è più quella legata all’urgenza di tenere sempre liberi dei letti per le vere emergenze, ma riguarda direttamente i soldi che vengono spesi per finanziare ognuno di questi ricoveri.

E siccome, per il covid, si ragiona nell’ordine di 500 euro al giorno, ecco che qualcuno, come noi ad esempio, che ben conosciamo i vizi italici, ripensa a certi interventi straordinari, urgentissimi, accorati, realizzati nelle varie zone del nostro paese colpite da terremoti e altre calamità naturali.

Quante volte abbiamo scritto che a fronte dei miliardi, prima di lire e poi di euro, i problemi sono rimasti irrisolti e ancora oggi c’è chi vive precariamente nelle baracche?

Perché in Italia resta prioritario far circolare la moneta, in modo che persone o gruppi di potere possano depredarla al cittadino contribuente.

Il resto conta poco. Contano poco le condizioni di chi non ha la forza materiale e mentale di reagire autonomamente alle avversità, conta poco che questa epidemia epocale venga affrontata con dignità e non come occasione di arricchimento offerta dalle circostanze ai soliti furbi e a chi, grazie al Covid, ha puntellato rendite di posizione di ogni genere: politiche (ormai da 4 mesi scriviamo della relazione sacrilega tra De Luca e la pandemia) ed economiche, perché – come stiamo leggendo anche su altri giornali, i centri di spesa della Regione Campania si sono letteralmente scatenati con gare di appalto e procedure di affidamento la cui aderenza alle leggi e alle norme è divenuta, in questo tempo straordinario, un optional ancora più optional di quanto già non lo sia nel tempo ordinario.

Conclusione: se noi avessimo il potere per farlo, ma i giornalisti non ce l’hanno, andremmo a controllare, una per una, le cartelle cliniche di chi si trova ricoverato nell’ospedale di Maddaloni, riscontrando poi, attraverso delle perizie formali, se quello che c’è scritto, ovvero se quello da cui deriva l’erogazione di 500 euro al giorno, trova effettivo riscontro nella realtà.