SCANDALO INTERPORTO. Chiesti 10 anni di carcere per il patron Giuseppe Barletta. Ecco quanto il pm ha invocato per Campolattano, Berti e Pisani
11 Febbraio 2023 - 15:06
Si avvia a conclusione il rito abbreviato a cui hanno acceduto 4 degli imputati. A maggio le discussioni dei difensori e poi la sentenza. Tutti gli altri sono sottoposti ai tempi più lunghi del rito ordinario, comunque già in svolgimento.
MARCIANISE/MADDALONI (g.g.) Come è noto ai lettori di Casertace, il processo sulla vicenda dell’Interporto e sulle procedure illegali, connesse ai permessi, ricevuti dal Comune di Marcianise, per l’insediamento di nuove aree commerciali, a partire da quella di Leroy Merlin, si è sviluppato in, due filoni. Una vera e propria biforcazione tra rito ordinario, a cui hanno avuto accesso alcuni degli imputati, e rito abbreviato, chiesto ed ottenuto a suo tempo da quattro tra i nomi più importanti fra le persone coinvolte.
Sicuramente, nella direzione del rito abbrevito si è incamminato il destino di Giuseppe Barletta, storico patron di quella che noi abbiamo sempre definito “la cosa”, altro che interporto, un’entità societaria che ha tradito il suo oggetto sociale, visto e considerato che le strutture e le infrastrutture realmente interportuali, attivatrici di economie della intermodalità, rappresentano una porzione tutto sommato minore rispetto a tutto ciò che è stato realizzato sul fronte delle strutture commerciali di vendita al dettaglio, le quali, nei contenuti dell’accordo di programma, avrebbero dovuto rappresentare, al contrario, dei servizi di complemento, di contorno dentro ad una grande cittadella
Naturalmente, per tutte le cose che abbiamo scritto in questi anni, è assolutamente superfluo tornare ad approfondire come e perché sia natoin evidente eccedenza operativa rispetto alle aliquote stabilite dall’accordo di programma, il Centro commerciale Campania, o Expert, o Decatlon o come sarebbe dovuto nascere, in linea con la stessa filosofia speculativa, il centro commerciale di Leroy Merlin, la multinazionale francese che, fidandosi di Barletta e dell’amministrazione comunale in carica al tempo a Marcianise, ha investito 20 milioni di euro, mentre sarebbe bastato leggere il 30% dei nostri articoli per essere più prudenti e non gettar via quattrini che oggi intenderebbe recuperare attraverso stravaganti richieste di risarcimento da 100 milioni di euro, indirizzate al Comune di Marcianise.
A pensarci bene, però, la variabile storica rispetto a tutto quello che, al contrario, è stato concesso in passato ben al di là dei confini dei codici, si chiana Antonio D’Amato, in quel periodo procuratore delle Repubblica aggiubti, con spalle sufficientemente larghe per affrontare una questione dalla quale diversi suoi colleghi si erano tenuti, per tanto tempo, a debita distanza
Il rito abbrevito è un processo che dura poco, in quanto tutto quello che accusa e difesa hanno raccolto nelle fasi precedenti viene acquisito e valutato dal giudice che si esprime in veste monocratica, senza i tempi molto più lunghi del rito ordinario, nel quale c’è la necessità di formare la prova durante il dibattimento e, dunque, di rimettere in gioco, soprattutto attraverso i testimoni, ciò che è stato raccolto nel corso delle indagini preliminari.
L’abbreviato si chiede quando si è arcisicuri di essere assolti, oppure abbastanza sicuri di essere condannati, visto e considerato che questa scelta di rapidità processuale, viene di solito ricompensata con lo sconto di un terzo della pena.
In linea di massima il prossimo 8 maggio, a conclusione delle arringhe degli avvocati difensori e di un’eventuale replica del pubblico ministero Sergio Occhionero, dovrebbe essere emessa anche la sentenza. Ma, se questo non accadrà a maggio, sicuramente costituirà l’atto unico e conclusivo di una successiva udienza che potrebbe anche tenersi prima della pausa estiva.
Proprio il pubblico ministero Occhionero ha chiesto, a conclusione delal sua articolata requisitoria, la condanna a 10 anni di carcere per Giuseppe Barletta, 4 anni e 4 mesi per il suo braccio destro maddalonese Antonio Campolattano, 6 anni, 9 mesi e 10 giorni per Nicola Berti, direttore operativo dell’Interporto Sud Europa e, infine, 4 anni e 4 mesi di reclusione per Giuseppe Pisani.
Tutti gli altri imputati, come si diceva, sono giudicati, in un processo già iniziato, con il rito ordinario.