Scarcerato Nicola Russo dopo un’odissea. E’ malato di tumore e con lui, a nostro avviso, lo Stato ha sbagliato
26 Giugno 2018 - 21:24
TRENTOLA DUCENTA (g.g.) – La storia di Nicola Russo andrà raccontata con calma e grande attenzione, perché è una storia in cui il principio sacrosanto dell’obbligatorietà dell’azione penale, gli elementi di un’indagine che hanno portato all’accusa pesantissima del 416bis ai danni dell’imprenditore di Trentola, non hanno trovato la giusta, equa armonia con il rispetto dei diritti dell’uomo.
Russo viene scarcerato oggi dopo una vera e propria odissea. Da mesi è ricoverato nel reparto detenuti dell’ospedale Cardarelli, dove ha dovuto attendere più di 20 giorni per essere sottoposto ad una Tac e dove forse ha perso tempo prezioso per combattere come si deve la terribile malattia che l’ha colpito. Perizie, controperizie con una diagnosi ampiamente verificata dai medici del Cardarelli. Solo oggi dopo un’autentica battaglia con tanto di lettere scritte al Governo, al garante dei detenuti, al tribunale europeo dei diritti dell’uomo, Russo ha potuto raggiungere la propria abitazione. Questa la trama in linea generale. Un racconto che merita di essere approfondito, passaggio per passaggio perché un liberale propugnatore del diritto e della sua applicazione che mai deve scadere nella persecuzione e nella tortura non può tacere anche di fronte a fenomeni camorristici, storie di clan di cui Casertace ogni giorno racconta dettagli, scavando nelle viscere delle ordinanze. La camorra è nostra nemica, va battuta ed abbattuta. Ma con le armi del diritto, non del sopruso. Altrimenti questa Nazione non si dimostra migliore dei clan e questo significherebbe il fallimento totale della missione di uno “Stato di diritto”.