IL NOME. Fallimento della concessionaria auto: condanna finale per noto imprenditore casertano
5 Ottobre 2025 - 09:00
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MARCIANISE – La quinta sezione penale della Corte di Cassazione, presieduta da Stanislao Vittorio Enrico Scarlini, ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato da Giuseppe Cutillo, condannato a quattro anni di reclusione per bancarotta fraudolenta documentale e patrimoniale, in concorso con il padre Ottavio Cutillo.
La Suprema Corte ha confermato integralmente la sentenza emessa dalla Corte di Appello di Napoli, che a sua volta aveva ritenuto corretta la condanna inflitta in primo grado dal tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Secondo quanto accertato, Giuseppe Cutillo in qualità di amministratore unico e legale rappresentante dell’Acconcia Car service Srl con sede a Marcianise, avrebbe occultato libri contabili della società fallita e distratto un ramo d’azienda cedendolo alla Cutillo Car service Srl per un valore di 163.000,333 €, come già detto con la complicità del padre, ritenuto amministratore di fatto e liquidatore.
Il ricorso dell’imputato – che negava di avere rivestito un ruolo attivo nella gestione della società – è stato rigettato dalla Corte con motivazioni nette: “secondo i giudici la condotta ostruzionistica tenuta da Cutillo nei confronti del custode giudiziario è stata “univoco indice” della sua gestione di fatto della società e della sua partecipazione materiale morale alla sottrazione delle scritture contabili, mai ritrovate e comunque tenute in modo tale da impedire la ricostruzione del patrimonio aziendale il volume di affari.” Con la decisione della Cassazione, la condanna diventa definitiva.
