TEANO verso le elezioni comunali.Parla l’avvocato Zanni. Dall’ipotesi candidatura ai bisogni della comunità

23 Febbraio 2022 - 10:20

TEANO (Pietro De Biasio) Le trattative verso il voto alle comunali entrano sempre più nel vivo. Centrodestra e centrosinistra lavorano ad un’unità di intenti nelle rispettive coalizioni, che però tarda ad essere trovata. Anzi, in alcuni casi le spaccature sembrano essere insanabili. In un simile quadro, tra le indiscrezioni che circolano c’è il profilo di Fernando Zanni non solo il padre dell’ambientalismo casertano ma un visionario come evidenziano i tanti interventi e la sua ostinata battaglia per la salvaguardia del territorio.

 

Avvocato Zanni, il suo nome è spesso nell’elenco degli eventuali candidati a Sindaco della Città. Cosa c’è di vero?

Di vero c’è solo che qualche grande estimatore desidererebbe la mia candidatura, punto. Ma non voglio sfuggire alla sostanza della sua domanda. Guardi, io sono in pensione da luglio 2020, ho una discreta competenza in materia di diritto degli Enti Locali e di progettazione strategica territoriale e le dico sinceramente che valuterei molto, ma molto, severamente una eventuale richiesta di candidatura, convinto che se, da una parte, è certamente doveroso un impegno politico, dall’altra, ci troviamo di fronte ad una città “rasa al suolo” e ad una situazione non semplicemente critica, ma tragica. Se le condizioni di contesto di “sonnolenza” generale, con cambiano, un mio impegno diretto è assolutamente improbabile.

 

Lei scrive articoli allarmati sul futuro della Città di Teano, ma qual è la cosa più importante che gli eventuali nuovi Amministratori dovrebbero privilegiare?

 

Guardi, come Lei sa Teano è un Comune in pre-dissesto, senza una adeguata macchina amministrativa e deve risanare il Bilancio entro un decennio, sotto il controllo del Ministero degli Interni e della Corte dei Conti. Tuttavia, entro questi spazi strettissimi, non deve fare l’errore di perdere il treno europeo partito in Italia con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), per rendere l’economia della nostra Comunità più sostenibile e preparata alle sfide e alle opportunità della transizione energetica e digitale. È una assoluta necessità, anche per le conseguenze dell’attuale crisi russo-ucraina nel cuore dell’Europa. Tutte le Città, diciamo così, più consapevoli della nuova politica europea e del fatto che occorra approfittare della enorme massa di finanziamenti e investimenti previsti dallo strumento finanziario temporaneo denominato Next Generation EU si stanno riposizionando. Ma, attenzione, per non perdere questo unico treno, occorrono competenze alte e una nuova cultura della Città, non servono le stesse persone e le stesse culture che hanno creato i problemi (le condizioni di contesto di cui parlavo prima), non bastano più le brave persone, i buoni propositi, la volontà di cambiare, i consueti appelli all’onestà, le teorie cospiratorie, la presa d’atto che la città è alla deriva e, d’altra parte, non c’è più tempo per “i piccoli passi”, per  “volare bassi”, come qualcuno continua a ripetere.

 

Cosa occorre allora, secondo Lei, in una gerarchia di importanza?

In primo luogo, un sussulto di responsabilità collettiva, il bruco deve diventare in fretta farfalla. La responsabilità di un elettroshock alla Comunità locale è in primo luogo della politica, dei partiti, delle associazioni, dei giornali, che però indugiano. La Comunità teanese, e qui intendo politici, imprenditori, volontari nelle associazioni, cittadini, deve essere consapevole della grande, critica e complessa sfida che ha davanti la nostra Città, anche per attivare una sorta di selezione in auto-disciplina.  Ognuno deve dare un contributo secondo le proprie conoscenze e le proprie competenze ai diversi livelli di responsabilità, senza riserve mentali, gelosie e vecchi rancori. E poi serve un progetto di Città condiviso, che io chiamo “Eco-Polis”, che sappia armonizzarsi con le politiche europee, per vivere in un ambiente sano, per praticare un’economia locale giusta e sostenibile, per godere dello stare insieme e dell’estetica della natura, per tutelare i vitali beni comuni (acqua, suolo, aria), per dare almeno ad una parte delle nuove generazioni la prospettiva di un lavoro duraturo nell’Area Vasta di riferimento e per esprimere la propria creatività e strutturare le proprie adeguate competenze anche tecnologiche.

 

Questo in generale, ma più precisamente, cosa si deve fare per avviare il motore del processo di transizione nella nostra Comunità, operando in modo che i risultati fertilizzino anche i territori dei Comuni vicini (Lei insiste sull’Area Vasta)?

Come si è prima detto, deve cambiare il modo di pensare e agire, abbandonare il vecchio modo di fare politica, si deve “capovolgere il tavolo”, agire localmente e pensare globalmente! Siamo nell’Antropocene, nell’epoca del surriscaldamento climatico. Serve un patto ecologico locale, per diminuire come città la immissione nell’atmosfera di gas climateranti e per elaborare un piano di adattamento.  In concreto, si devono dare agli spazi urbani (capoluogo e Frazioni) nuovi contenuti, nuovi servizi, funzioni e attività; il degrado, infatti, nasce anche dall’impoverimento delle funzioni della Città. Si devono progettare percorsi pedonali e ciclabili, allargare i marciapiedi, realizzare parchi e giardini pubblici, adeguare le infrastrutture primarie (acquedotti, fogne e depuratori), strutture sportive e ricreative, realizzare la “città policentrica” per dare alle Frazioni una qualità urbana e un ruolo di primo piano per la rinascita del nostro territorio, aiutare la rigenerazione urbana e l’utilizzo del patrimonio immobiliare abbandonato (edilizia residenziale sociale, albergo diffuso e insediamenti produttivi), diffondere e valorizzare – anche con le “Comunità energetiche” – l’uso delle energie alternative (fotovoltaico, solare termico, turbine eoliche, etc.), aiutare l’agricoltura biologica e, dunque, l’utilizzazione di prodotti locali a chilometro zero.

Mi perdoni, ma non è troppo alta l’asticella?

“Non credo, bisogna essere realisti e ambiziosi insieme, ma soprattutto coscienti di vivere in Europa e di sintonizzarsi come Le accennavo prima sulle sue politiche sociali ed economiche. Senza questa affinità, la nostra città non avrà futuro. Noi siamo cittadini d’Europa e del Pianeta. Entro il 2030, dobbiamo diminuire del 55% le immissioni di gas climateranti in atmosfera (trasporto, industrie, produzione di energia elettrica, abitazioni, etc, ma dobbiamo anche diminuire del 50% pesticidi e antibiotici in agricoltura, nonché triplicare la superficie agricola destinata all’agricoltura biologica. Nel 2035 non potranno più essere prodotti e commercializzati in Europa motori a scoppio. Chi dice che io “ficco il clima da tutte le parti” deve darsi una regolata e deve sforzarsi di capire. Un progetto strategico locale, deve per forza riempirsi di questi contenuti”.

Va bene. Allora, in pratica cosa altro bisognerebbe mettere in campo nella nostra città?

Sostenere il piccolo commercio di prossimità e riesumare l’artigianato, promuovere piccoli distretti produttivi ad economia circolare legati alla trasformazione di prodotti locali, fare da collante per il tessuto delle piccole e medie imprese che vogliono marciare verso la sostenibilità, progettare Fiere e Mercati per incontrare la nuova domanda di servizi e beni eco-compatibili. E ancora: sostenere la transizione digitale, le attività didattiche e la scuola, le attività teatrali, musicali e sportive, l’educazione ambientale, costituire network con le Associazioni e Comunità della c.d. “Società Civile”, con università, centri di ricerca, museo archeologico. Rifondare la biblioteca comunale e uno spazio per l’arte contemporanea, iniziare il percorso per costituire il parco archeologico e il parco fluviale del Savone delle Ferriere, come “insieme di cultura e natura” e corridoio ecologico con il Parco naturalistico regionale”. E poi: tendere alla drastica diminuzione degli imballaggi e del consumo delle merci in circolazione e, dunque, dei “rifiuti” (contestualmente ad una raccolta differenziata di eccellenza), creare una sensibilità dell’essenziale ed espellere il superfluo.

Sintetizziamo. Obiettivo strategico di medio-lungo periodo?

Fare di Teano una Città Europea, bella e del buon vivere, a “impatto climatico zero” entro il 2050. E in questo contesto di una Città che guida il futuro della sua Area Vasta (i sette Comuni del Parco), il turismo potrà anche assumere, finalmente, il ruolo di co-fattore produttivo.