Il 118 sta impazzendo. Ambulanze ferme per ore nei P.S. Assurdo supporto alle guardie mediche. Eppure le soluzioni ci sono e arrivano da Napoli e non da Zurigo

6 Gennaio 2025 - 13:24

Il dirigente Mannella ha affermato una cosa valida, ma tra il dire e il fare c’è il…suo collega della Napoli 1 Giuseppe Galano, dimostratosi deciso e perentorio nella NOTA CHE PUBBLICHIAMO INTEGRALMENTE IN CALCE ALL’ARTICOLO

CASERTA (Gianluigi Guarino) – Abbiamo letto, pardon, abbiamo dovuto leggere ieri un articolo di un quotidiano napoletano in cui l’arcinoto – e non certo per fatti edificanti – sindacalista della Cisl Nicola Cristiani e il dirigente dell’unità operativa complessa 118 dell’Asl Giovanni Mannella parlano di quello che CasertaCe denuncia da almeno tre anni.

Cioè? Il vero e proprio cortocircuito dell’emergenza sanitaria nell’intera provincia, causata dal combinato letale tra la difficoltà dei Pronto Soccorso, a partire da quello dell’ospedale civile del capoluogo, di contenere l’onda potente e le pressioni derivanti da un numero di richieste di assistenza spropositate rispetto alle possibilità, aumentate dalla generosità del personale, dell’offerta sanitaria dei Pronto Soccorso e dalla conseguente paralisi di decine e decine di ambulanze, ferme per ore allo scopo di recuperare le barelle necessariamente bloccate nei PS dopo che quelle in dotazione sono state esaurite, come capita sostanzialmente ventiquattro ore su ventiquattro.

È questa la verità che il cinico cantastorie salernitano, stabilitosi a Napoli da un decennio, non racconterà mai perché una stampa servile, genuflessa, di queste cose a De Luca non chiederà conto. E invece occorrerebbe una task force di giornalisti veri, in grado di realizzare una contabilizzazione, almeno di massima, di quante persone, di quanti cittadini, che pagano le tasse per ricevere in cambio da De Luca questo cesso di sanità, sono morti perché anche dieci ambulanze del 118 sono rimaste bloccate in qualche giornata o in qualche nottata davanti al Pronto Soccorso dell’ospedale di Caserta o davanti a quello dei presidi ospedalieri Asl di Aversa e di Marcianise.

Facendovi sconto della dichiarazione di Nicola Cristiani sull’immancabile cabina di regia, storico strumento del nulla di cui un sindacato come la Cisl, almeno a Caserta, tra i principali interpreti e responsabili, come abbiamo spiegato e argomentato negli anni con centinaia di nostri articoli, il dirigente Mannella qualcosa di interessante lo ha detto, quando ha parlato dell’utilità che potrebbero avere le lettighe auto caricanti allo scopo di liberare in tempi ortodossi le ambulanze del 118 dalla prigione del sequestro coattivo delle barelle. Se la soluzione prospettata dal dirigente dell’Uoc è valida, a Mannella manca il temperamento mostrato dal suo collega del 118 collegato alla mastodontica ASL Napoli 1. Beh, quando leggiamo documenti, note come quello firmato e poi reiterato da Giuseppe Galano, direttore del 118 della Napoli 1, si accende qualche fiammella di speranza sulla esistenza di qualcuno, in questa dannatissima sanità campana, che possieda gli attributi quantomeno per trovare soluzioni, ma soprattutto per realizzarle ipso facto o quasi.

Galano, infatti, non usa il modo condizionale, ma quello indicativo. Lascia aperto uno spazio in cui, nel lasso di pochissimo tempo, si dovrà capre se l’Area tecnica della Uoc 118 sarà in grado di far arrivare in pochi minuti l’autolettiga sostitutiva per posizionarla nell’ambulanza permettendo a questa di partire subito dopo aver esaurito le operazioni di triage, di accettazione e di registrazione del paziente, uniche mansioni che i Protocolli in vigore attribuiscono al personale del 118.

Gli operatori contribuiranno anche alla sistemazione del paziente nel reparto, qualora questo fosse immediatamente indicato dal Pronto Soccorso. In caso contrario, dopo aver messo in sicurezza la barella con la chiusura dei piedi, renderanno noto al pronto soccorso il loro allontanamento finalizzato a riprendere il pubblico servizio che, per legge non può essere interrotto. Ma la parte manco più interessante è la seconda. Galano che, evidentemente conosce i suoi polli, dichiara il suo piano B. Se il Protocollo operativo appena illustrati non sarà realizzabile, lui ordina agli operatori del 118 di allontanarsi dal pronto soccorso dopo il triage, l’accettazione e la registrazione del paziente. Se questi non sarà sbarellabile per le carenze di attrezzature del P. S., gli operatori lo metteranno in sicurezza e andranno via raggiungendo immediatamente l’autoparco del 118 dell’Asl della Napoli 1 o presso il presidio ospedaliero Ospedale del Mare, dove il referente dell’auto parco, il coordinamento infermieristico e l’ufficio tecnico dovranno immediatamente rendere operativa l’ambulanza.

In poche parole, il dirigente del 118 napoletano dice che quando arriveranno le denunce per interruzione di pubblico servizio, la responsabilità non sarà degli operatori del 118, ma di altri attori del servizio Asl. Ecco, una lettera del genere ci piacerebbero leggere anche a Caserta, perché se l’ha scritta il dirigente del 118 della Napoli 1, perché non la può scrivere anche il suo omologo di Caserta?

Il mancato uso delle ambulanze dei presidi ospedalieri è illegale e carica follemente di un’altra funzione quelle del 118🐁

Rimanendo poi alle norme dei protocolli, si può capire per quale motivo i presidi ospedalieri dell’Asl continuano a chiamare le ambulanze del 118 quando è del tutto evidente che rappresenti una garanzia per il paziente, ma soprattutto ciò rappresenti una procedura che rispetta le norme dei Protocolli. L’utilizzo delle ambulanze in dotazione di ogni presidio ospedaliero? Per quale motivo, se un paziente sottoposto ad enzimi si registra un infarto in corso, non si deve usare l’ambulanza interna per trasportarlo nell’ospedale dove deve essere sottoposto a un intervento urgente o altro che il presidio di primo soccorso non possono realizzare? E perché ribadiamo il concetto espresso in un recente articolo, il 118 deve fare anche il lavoro che toccherebbe alle guardie mediche, tipo constatazione di decessi in casa, perché i telefoni delle guardie mediche casertane sono, il più delle volte, inespugnabili? Questi sono i veri, grandi problemi dei servizi sanitari di emergenza di ASL e Azienda ospedaliera.

Problemi di enorme portato, che creano morti invisibili giorno per giorno. Per affrontarli occorre decisione e non pannicelli caldi, né la presa in giro di un approccio gradualità che qui da noi significa immobilismo e nemmeno un’oncia di miglioramento.