Tonnellate di pomodoro cinese e grano turco in Italia, scatta la protesta

2 Giugno 2024 - 11:00

A Salerno è arrivata la nave nei pressi del porto con 40 container di concentrato di pomodoro cinese

CASERTA – Protestano gli agricoltori di Coldiretti, tra i quali anche alcuni iscritti provenienti dalla federazione di Caserta. Alla base della loro manifestazione il forte dissenso contro l’arrivo nel porto di Salerno di una nave con 40 container contenenti pomodoro proveniente dalla Cina. 

Il blitz fa parte della campagna “No fake in Italy”, portata avanti a livello nazionale e continentale dalla Coldiretti allo scopo di frenare la piaga della copia del prodotto italiano in giro per il mondo. Si tratta di un presidio via mare e sulla terraferma che ha coinvolto 6 gommoni e circa 150 manifestanti.

Gli agricoltori di Coldiretti una volta saliti sui gommoni hanno avvicinato le navi al grido di “No fake in Italy” lanciato durante la mobilitazione al Brennero di qualche mese fa. “Stop falso cibo italiano” e “Basta import sleale” alcuni degli slogan esposti dalle imbarcazioni, per rilanciare ancora una volta la richiesta della revisione del criterio dell’ultima trasformazione del Codice doganale sull’origine dei cibi, quello che oggi  permette il furto d’identità dei nostri prodotti made in Italy e fa vendere come italiano un prosciutto fatto con cosce di maiale provenienti dall’estero.

class="has-text-align-center">Il carico di concentrato di pomodoro dalla Cina

A Salerno è arrivata la nave nei pressi del porto con 40 container di concentrato di pomodoro cinese accusato di essere ottenuto con lo sfruttamento del lavoro delle minoranze.

Il carico era partito lo scorso 29 aprile sul treno della China-Europe Railway Express per essere trasferito su nave e arrivare nel porto di Salerno dopo un viaggio di diecimila chilometri tra binari e mare. Il 90% del concentrato di pomodoro cinese destinato all’esportazione viene dai campi della regione dello Xinjiang, dove verrebbe coltivato grazie al lavoro forzato degli uiguri. Un fenomeno denunciato dalle associazioni per il rispetto dei diritti umani.

Lo scorso anno l’Italia ha importato 85 milioni di chili di pomodoro trasformato cinese, proveniente in gran parte proprio dallo Xinjiang nonostante il fatto che gli Stati Uniti nel abbiano vietato l’importazione sul proprio territorio dal gennaio 2021 per evitare di sostenere il lavoro forzato.

A Bari per fermare l’invasione di grano dalla Turchia

Blitz anche a Bari, dove sempre oggi è arrivata in rada la “nave fantasma” carica di grano turco di cui si erano perse le tracce dopo che aveva lasciato la Tunisia, da cui risulta sia stata respinta, e toccato le coste greche per arrivare nello scalo pugliese.

Anche da qui sono salpate le imbarcazioni degli agricoltori di Coldiretti decise a denunciare queste pratiche che stanno mettendo a rischio la sopravvivenza di centinaia di nostre aziende, facendo crollare i prezzi del prodotto italiano proprio alla vigilia dei raccolti. Lo scorso anno le importazioni di grano duro dalla Turchia sono aumentate di oltre l’800%, di oltre il 1000% dalla Russia, del 170% dal Kazakistan, rispetto all’anno precedente, mentre solo nei primi 2 mesi del 2024 sono arrivati quasi 35 milioni di chili di frumento duro turco, quasi lo stesso quantità registrato in tutto il 2022. Ma nel 2023 sono cresciute del 47% anche le importazioni di grano duro dal Canada – conclude Coldiretti – trattato con il glifosato in pre raccolta secondo modalità vietate a livello nazionale.

Coldiretti Caserta esprime il massimo supporto ai partecipanti alla manifestazione al porto di Salerno, ma anche a quella avvenuto negli stessi momenti a Bari.

La tutela del made in Italy e la battaglia alla concorrenza sleale nel comparto agro alimentare troveranno sempre gli uomini e le donne della federazione di Terra di lavoro in prima fila.