Torna libero per pochi giorni killer ergastolano del clan Belforte

4 Marzo 2023 - 12:31

MARCIANISE (g.v.) – Si aprono le porte del carcere per un ergastolano. Detenuto da 17 anni per essere stato condannato per due omicidi, associazione camorristica e droga, torna libero per qualche giorno Francesco Severi detto Ciccio ‘a nera, 50 anni, di Marcianise, legato al clan Belforte.

In carcere per scontare una pena a 30 anni di carcere, ha ottenuto un permesso premio per alcuni giorni dopo il ricorso in Cassazione, presentato suo avvocato Franco Liguori, che ha rinviato gli atti al  tribunale di  sorveglianza di Catania.

I giudici di questa corte hanno poi concesso alcuni giorni di libertà.

Severi dopo questo permesso premio tornerà in carcere ma potrebbe ottenere per buona condotta regime alternativo.

Severi è detenuto nel carcere di Siracusa per due omicidi. Nel periodo compreso tra il giugno 2004 e il gennaio 2006 si consumarono, infatti, due delitti ad opera del clan Beforte, furono uccisi Carlo Valentino alias Scarpa leggia e Michele Di Giovanni, alias Parazziello.

L’omicidio di Carlo Valentino avrebbe un duplice movente: Francesco Froncillo lo riteneva tra gli esecutori di un agguato ai suoi danni e a quello di un esponente del gruppo, Michele Iadicicco (in entrambi casi le vittime erano sfuggite all’agguato). 

Quello di Di Giovanni, invece, secondo i pentiti, sarebbe stato ucciso perché avrebbe rubato della droga del clan. Circa un anno prima dell’omicidio di Michele Di Giovanni, era sparito nel nulla, nel dicembre 2004, anche Francesco

Spina. A parlarne è Bruno Buttone, ragioniere dei Mazzacane. Secondo questi, Spina sarebbe stato ucciso e disciolto nella calce per ordine di Michele Froncillo, che collaboratore di giustizia era diventato prima dello stesso Buttone.

La citazione storica di questo presunto delitto, in un articolo che dedichiamo a chi è stato dedicato all’ergastolo per l’omicidio di Di Giovanni, è opportuna in quanto, alla base della sparizione di Spina ci sarebbe stato il furto di 500 grammi di cocaina, compiuto dai due, come spiegato nella sentenza sul delitto Di Giovanni, in base alle ricostruzioni di altri collaboratori di giustizia.

Su questi fatti il pentito di San Nicola la Strada, Antonio Gerardi, capozona dei Belforte, ha reso dichiarazioni insieme agli altri collaboratori di giustizia, Francesco Paccone e Paolo e Riccardo Di Grazia.

La correlazione tra l’omicidio Di Giovanni e la sparizione di Spina che non ha trovato, per ora, una sintesi giudiziaria in modo da connettere i condannati dell’omicidio del Di Giovanni con gli eventuali autori della sparizione dello Spina.