TRENO DERAGLIATO. La famiglia del macchinista in aula: “Vogliamo la verità”
11 Gennaio 2023 - 18:12
Per uno degli imputati è stata chiesta la sentenza di non doversi procedere per incapacità di stare in giudizio per motivi di salute
CAPUA – La Filt Cgil Lombardia ha chiesto stamattina, durante l’udienza presso il Tribunale a Lodi, di potersi costituire parte civile nell’ ambito del processo per il disastro ferroviario del Frecciarossa deragliato all’alba del 6 febbraio 2020 nel Basso Lodigiano, tra Ospedaletto e Livraga, mentre viaggiava a 298 chilometri orari.
Il giudice si è riservato di decidere. Nel disastro ferroviario avevano perso la vita i due macchinisti Mario Di Cuonzo, 59 anni, originario di Capua e residente a Pioltello, e Giuseppe Cicciù, 51 anni, reggino e residente a Cologno Monzese, delegato sindacale Fit Cisl. Presenti all’udienza anche i familiari di Mario Dicuonzo e il figlio Federico ha spiegato che spera che si arrivi alla verità. Il Procuratore di Lodi Domenico Chiaro, nella scorsa udienza, aveva rappresentato la pubblica accusa davanti al Gup, considerando persone offese anche quattro passeggeri e sei lavoratori che si trovavano a bordo del convoglio e avevano riportato lesioni gravi. Per uno degli imputati è stata chiesta la sentenza di non doversi procedere per incapacità di stare in giudizio per motivi di salute. E’ stata, quindi, disposta una perizia che accerti il suo stato di salute. Il procuratore della Repubblica Chiaro ha presentato In udienza una parziale modifica del capo di imputazione.