Truffe agli anziani, smantellata rete criminale. Nel casertano il call center con oltre 1200 chiamate al giorno

9 Aprile 2025 - 14:02

Altri due centri abusivi erano attivi nel cuore di Napoli

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AVERSA – Un vero e proprio “call center” del crimine, in grado di effettuare dalle 600 alle 1.200 chiamate al giorno per adescare anziani da truffare, è stato scoperto ad Aversa. Il centro era parte di un’organizzazione criminale radicata tra Napoli e Caserta, specializzata nelle truffe agli anziani.

La polizia ha smantellato la rete criminale questa mattina, 9 aprile, su richiesta della Procura di Genova. Sono state eseguite misure cautelari nei confronti di 77 indagati: 22 arresti e 55 obblighi di dimora e presentazione alla polizia giudiziaria. Il giro d’affari delle truffe ammonterebbe a diversi milioni. Alcune singole truffe fruttavano fino a 50mila euro.

Le vittime erano persone molto anziane, spesso ultraottantenni; una delle più anziane aveva quasi 100 anni e ha subito una perdita di 16mila euro. Le modalità erano sempre le stesse: telefonate da falsi appartenenti alle forze dell’ordine o da finti avvocati, che simulavano incidenti gravi causati da figli o nipoti delle vittime. I truffatori, con voci alterate e informazioni raccolte con astuzia, arrivavano persino a imitare i familiari delle vittime per aumentare la credibilità della messinscena.

Le telefonate duravano anche oltre un’ora, spesso senza mai chiudere la linea, in modo da impedire alla vittima qualsiasi verifica. Una volta ottenuto il consenso, entravano in azione i cosiddetti “trasfertisti”: complici incaricati di ritirare denaro e preziosi, viaggiando su tutto il territorio nazionale con auto a noleggio e una rete logistica ben organizzata.

Tra i casi più emblematici ricostruiti durante le indagini, quello di una donna, confusa e terrorizzata, rimasta al telefono per oltre un’ora prima di consegnare i risparmi di una vita. Le vittime venivano isolate, manipolate psicologicamente e spinte a un punto tale da subire veri e propri traumi emotivi: dallo stress post-traumatico al senso di vergogna che, spesso, impedisce loro di denunciare.

Oltre al call center di Aversa, altri due centri abusivi erano attivi nel cuore di Napoli. I cosiddetti “telefonisti”, ognuno capace di fare centinaia di chiamate al giorno, erano parte fondamentale della macchina della truffa.