TUTTI I NOMI. Il clan dei Casalesi e i soldi da ripulire nell’edilizia: la procura vuole processare i Fabozzo, Vincenzo Ferri e altri 13

22 Gennaio 2025 - 09:45

CASERTA – La procura di Firenze, competente per territorio, ha chiesto il rinvio a giudizio per 17 persone, indagati in un’inchiesta su intestazione fittizia di beni allo scopo di ripulire danaro proveniente da attività illecite, con al centro Vincenzo Ferri, già imputato in un processo per i suoi presunti rapporti con il clan dei Casalesi, innescato da un’indagine tesa a far luce sulle ingerenze di imprenditori legati agli Schiavone negli appalti pubblici gestiti dalla provincia di Caserta nei primi anni del Duemila.

Quindi, i pm hanno chiesto di processare Santina Abategiovanni, Patrizio Amore, Andrea Assini, Monica Del Giacco, Cristina De Santis, Giuseppe D’Urso, Francesco Fabozzo, Luigi Fabozzo, Teresa Fabozzo, Vincenzo Ferri, Francesco Ferrigno, Roberto Ghizzardi, Giulio Manuzzato, Angelo Russo, Mario Russo, Giampaolo Ruzza, Antonio Sglavo, e inoltre nei confronti del legale rappresentante pro tempore al momento della notifica della Delfa Costruzioni srl ed in fine al legale rappresentante pro tempore al momento della notifica della EFFE2 Costruzioni srl.

L’accusa riguarda l’intestazione fittizia di beni, ovvero mettere a nome di altre persone beni che in realtà appartengono a qualcun altro, con l’intento di nasconderne la provenienza illegale. Si parla anche di riciclaggio, ossia di far sembrare legittimi i soldi provenienti da attività criminali. Inoltre, sono coinvolti reati fiscali, come l’emissione di fatture per operazioni che non esistono.

Il pubblico ministero Monferini sostiene che Francesco Fabozzo, con l’aiuto dei figli Luigi e Teresa, abbia usato soldi provenienti da attività criminali legate al clan dei Casalesi per investire nella Delfa Costruzioni. Anche se la società è formalmente intestata a Monica Del Giacco, in realtà Fabozzo ne è il vero gestore.

Ferri, poi, sarebbe stato il responsabile di un sistema di false fatturazioni usato per far arrivare i soldi alle cosche camorristiche. La DDA di Firenze accusa Fabozzo, i suoi figli e Del Giacco di aver emesso fatture false per giustificare i pagamenti fatti dalle aziende legate a Ferri alla Delfa. In particolare, c’è attenzione su un pagamento di 280.000 euro fatto da queste società alla Delfa tramite assegni e bonifici.