TUTTI I NOMI. Ora l’ex sindaco Andrea Sagliocco, Saverio Griffo, la Bassolino, Felaco e altri 16 sono diventati imputati. La richiesta di rinvio a giudizio e un nostro pensiero sulla corruzione negli uffici pubblici di questa provincia

14 Giugno 2020 - 12:13

In calce all’articolo le 13 pagine con i 12 capi di imputazione. I vari casi del supermercato Decò, del Quadrifoglio, dell’addetto stampa, del laboratorio abusivo della macelleria e del “solito” Johnny Addario delle luminarie

TRENTOLA DUCENTA (gianluigi guarino) – Lo diciamo con chiarezza evitando di allungarci troppo con i discorsi, cosa che facciamo di solito, non perché ci piace massacrare le nostre energie su ogni articolo, ma perché ci sembra giusto e serio che quando si scrive qualcosa che riguarda la vita di una o più persone, occorra profondere il massimo sforzo per fornire alle tesi esposte delle argomentazioni più solide possibili, che garantiscano prima di tutto, coloro che da un articolo vengono chiamati in causa in modo che abbiano a disposizione tanto materiale per poter esprimere una tesi e/o un punto di vista difformi.

Stavolta ci prendiamo la licenza, compatibilmente all’argomento trattato, della brevità perché sulla tangentopoli di Trentola Ducenta abbiamo, sin dal gennaio 2019, veramente scritto di tutto e di più, beccandoci le solite querele che poi faranno la fine di tutte le altre di fronte alla realtà saltata fuori dalle stanze del Comune e di cui noi di Casertace, sempre, ovviamente, in splendida solitudine raccontavamo quando, invece, certe verità non erano ancora emerse.

Nel documento giudiziario che pubblichiamo integralmente in calce, leggerete i nomi e i cognomi di 20 persone che da oggi possiamo definire ufficialmente 20 imputati. Non più semplici indagati, ma, ripetiamo, imputati. Esiste, infatti, la certezza che il pm della Procura della Repubblica presso il tribunale di Aversa-Napoli Nord, Stefania Faiella abbia chiesto il processo, dunque il rinvio a giudizio, all’ufficio gip del citato tribunale. Ciò si evince formalmente dalla ufficiale definizione della data in cui gli imputati, a partire dall’ex sindaco Andrea Sagliocco che al tempo fu arrestato, dall’avvocato faccendiere Saverio Griffo e dalle due guide dell’ufficio tecnico, la ben nota ai lettori di Casertace Elena Bassolino, responsabile dei lavori pubblici, e l’ugualmente ben noto Mauro Felaco dirigente, invece, della ripartizione urbanistica, compariranno davanti al giudice per l’udienza preliminare o gup che dir si voglia, Vera Iaselli il 29 settembre prossimo, per rispondere di tantissimi reati, che svariano dalla concussione, alla corruzione, dal falso ideologico, alla turbativa d’asta, dall’abuso di ufficio, alla violazione di fondamentali norme urbanistiche sulla destinazione d’uso di determinati vani appartenenti ai titolari di una piccola impresa di commercio e vendita al dettaglio di carni e salumi.

Per sintetizzare al massimo, vi invitiamo a leggere con attenzione il provvedimento che pubblichiamo in calce a questo articolo. Vi troverete di fronte ancora una volta ai patimenti di Rosaria Monaco e Arcangelo Del Prete, oggetto di una vera e propria attività coordinata tra i vari uffici del Comune di Trentola affinché gli fosse impedita l’apertura di un supermercato Decò, nonostante ne avessero pieno titolo, e nonostante il fatto che il Tar avesse dato loro ragione su una prima operazione ostativa, firmata da Elena Bassolino. Ciò per ottenere il controllo di tutte le assunzioni da realizzare all’interno di quel supermercato.

Successivamente incontrerete l’architetto Raffaele Marino addirittura esasperato al punto da accettare di mettersi addosso un microfono, fornitogli dagli inquirenti, per registrare le sue conversazioni e le richieste, anche economiche, formulategli dal già citato Saverio Griffo. Sulla testa dell’architetto Marino, la minaccia di una sospensione dei lavori del complesso residenziale Quadrifoglio nonostante l’esistenza di un legittimo titolo dato dall’utilizzo del piano casa.

Questi i due principali episodi. Attorno, tante altre piccole vicende che segnalano la presenza di personaggi da noi già incrociati in altre storie di corruzione, consumatesi in questa provincia, quali ad esempio l’ormai mitico Johnny Addario, l’uomo delle luminarie con quartier generale a Santa Maria Capua Vetere, tra le altre cose marito di una nipote dei boss Salvatore e Domenico Belforte.

Arrivarono, dunque, in Comune, il sindaco Sagliocco e la sua band, con una sola idea: delinquere, imbrogliare. Lo fecero per l’assunzione dell’addetta stampa con tanto di firma apocrifa, lo fecero a favore di Salvatore De Marco e Luigi Letizia i quali furono protetti nel momento in cui decisero che un locale seminterrato attinente alla loro attività e destinato senza se e senza ma a deposito, dovesse diventare un laboratorio in spregio ad ogni norma nazionale e anche locale visto che ciò andava in netto contrasto con il regolamento edilizio vigente.

Vedrete all’interno altre cose, ma noi vogliamo chiudere l’articolo con una microriflessione: la tangentopoli trentolese, affiorata grazie ad una meticolosa, seria e, oseremmo dire garantista indagine, svolta dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Aversa, coordinati dalla ugualmente già citata pm Stefania Faiella, dimostra che se ci fosse un’effettiva motivazione, una chiara determinazione da parte degli uffici giudiziari locali a far diventare massima priorità la lotta alla corruzione nella pubblica amministrazione, si potrebbero ottenere grandi obiettivi. Per coglierli, però, occorrerebbe rafforzare gli organici dei magistrati, operanti nelle procure, in modo da consentire ai capi dei diversi uffici di rafforzare a loro volta le aree dedicate alle indagini su questi reati.

Vedete, questa storia di Trentola è la classica goccia nell’oceano. In provincia di Caserta, lo diciamo assumendoci tutte le responsabilità, dall’alto, e non dal basso, di 20 anni di esperienze e dopo decine e decine di migliaia di ore a studiare queste vicende, fatti come quelli accaduti a Trentola da parte di un gruppo di persone che aveva vinto le elezioni pochissimi mesi prima, coltivando, evidentemente, un progetto ben preciso di illegalità accade in quasi tutti i comuni di questa provincia, dove la corruzione e tutti i reati che ci girano intorno sono la regola esistenziale di almeno l’80% dei politici e di almeno l’80% dei burocrati, dei mandarini, che governano le dirigenze e, conseguentemente, i centri di spesa a queste associate.

 

 

 

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