TUTTI I NOMI. Prendono lo stipendio dal Comune senza lavorare: “salvati” dal processo sindaco e assessori. Coinvolti anche parenti di camorristi

9 Gennaio 2025 - 11:24

CASAL DI PRINCIPE – Il Giudice per l’Udienza Preliminare del tribunale di Aversa Napoli Nord, Donata Di Sarno, ha emesso una sentenza di non luogo a procedere nei confronti dell’ex sindaco di Casal di Principe, Renato Natale, e della sua giunta, ovvero gli assessori Vincenzo Noviello, Antonio Schiavone, Maria Letizia, Antonio Natale e Marisa Diana. Gli amministratori locali erano coinvolti nell’inchiesta sulla truffa dei Lsu (lavoratori socialmente utili) del Comune, accusati di essere stati pagati per lavori mai svolti. Le accuse a loro carico includevano il reato di abuso d’ufficio.

La decisione del gup arriva al termine dell’udienza preliminare, durante la quale, su richiesta del sostituto procuratore Giovanni Corona, il giudice ha disposto il rinvio a giudizio per 38 indagati, tra cui 34 Lsu e 4 funzionari del comune di Casal di Principe, che dovranno affrontare il processo.

Le accuse mosse dalla Procura divanno dall’abuso d’ufficio alla truffa aggravata ai danni dello Stato, truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche e false attestazioni riguardo le attività dei dipendenti pubblici. Il processo per gli altri indagati continua, con sviluppi attesi nelle prossime udienze.

Per quanto riguarda i dirigenti coinvolti, sono sotto accusa Enrico Pignata (responsabile settore personale e finanziario), Vincenzo Cenname (ex sindaco di Camigliano e responsabile del settore ambiente), Giovanni Palmiro Cosentino (responsabile del settore affari generali) e Francesca Nugnes (funzionario amministrativo).

Gli LSU rinviati a giudizio sono Pasquale Massaro, Mario Paone, Michele Di Filippo, Francesco Cosimo, Pasquale Corvino, Giuseppe Fontana, Nicola Gagliardi, Luigi Ferraiuolo, Salvatore Schiavone, Michele Diana, Agostino Puocci, Giovanni Sarracino, Vincenzo Iaiunese, Pasquale Iorio, Giuseppe Capoluogo, Luigi Corvino, Biagio Russo, Romolo Iaiunese, Pasquale Martino, Salvatore Vitale, Mario Quadrano Iavarazzo, Vincenzo Pagliuca, Nicola Vassallo, Carlo Aversano, Luigi Arrichiello, Giuseppe Di Girolamo, Elia Pietro Paolo Pignata, Vincenzo Caterino, Giuseppe Iaiunese, Leonetti Petrillo, Michele Caterino, Valerio Caterino, Gaetano Simeone, Luigi Iaiunese.

Tra i nomi più noti spiccano sicuramente quelli di Valerio e Vincenzo Caterino, entrambi Lsu, uno impiegato presso l’Ufficio finanziario del Comune e l’altro ricoprente il ruolo di usciere. Sono i fratelli di Mario Caterino, noto come Mario ‘a botta’, arrestato nel 2011 durante la stagione delle retate contro i super latitanti.

Mario Caterino è stato considerato un pezzo da novanta della fazione Schiavone del clan dei Casalesi, arrivando a ricoprire il ruolo di reggente quando Nicola Schiavone Jr. è stato impossibilitato a farlo, dopo il suo arresto nel 2010. Quest’ultimo è figlio di Francesco Schiavone, noto come Sandokan, ed è legato a figure come Nicola Panaro, detto “o principino”, e Sebastiano Panaro, conosciuto come “Camardone”.

Un altro Lsu indagato è un uomo di nome Carlo Aversano, che porta lo stesso nome di suo cugino, il sacerdote di Casal di Principe.

Anche Mario Iavarazzo Quadrano, anch’egli Lsu, risulta coinvolto nell’inchiesta. Parente di un altro individuo non certo sconosciuto, quel Mario Iavarazzo, ras del clan dei Casalesi, anche in questo caso fazione Schiavone, vicinissimo per anni a Nicola Schiavone, di cui è stato anche, per un certo periodo, autista.

La sua attività principale era nel settore della cartellonistica stradale, un campo che controllava grazie alla sua affiliazione con una società guidata da un altro individuo influente quale Armando Aprile.