Uccide il rivale in amore con 19 coltellate, ex militare davanti al giudice

2 Aprile 2024 - 16:20

Prima udienza del processo: Menditto risponde di omicidio pluriaggravato dalla premeditazione e dalla crudeltà

CASAL DI PRINCIPE/AVERSA. Ha preso il via stamattina, con la prima udienza dibattimentale, il processo a carico di Paolo Scarano, militare 34enne di Casal di Principe, accusato di aver ucciso, lo scorso 27 settembre, Paolo Menditto, 55 anni di Aversa.

Il processo, che si tiene dinanzi alla seconda sezione della Corte d’Assise del tribunale di Napoli, presieduta da Concetta Cristiano con a latere Valeria Scandone, vede alla sbarra l’ex militare che risponde di omicidio pluriaggravato dalla premeditazione e dalla crudeltà. Oggi sono stati ammessi i mezzi di prova e i familiari della vittima si sono costituiti parti civili, assistiti dall’avvocato Mario Griffo.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti l’omicidio si sarebbe consumato verso le 3 di notte del 27 settembre all’interno dell’appartamento al primo piano del lotto secondo della palazzina popolare dove Paolo Scarano, a causa della gelosia determinata dai presunti rapporti occasionali che la fidanzata del fermato aveva con la vittima in cambio di dosi di stupefacenti, si è presentato armato di coltello con il proposito di allontanare il rivale dalla sua compagna, nonostante fosse a conoscenza del tradimento di costei.

Entrato nell’abitazione Scarano ha iniziato a discutere con la discussione degenerata fino all’accoltellamento del Menditto il quale grondante di sangue guardandolo negli occhi gli avrebbe detto: ”Che

fai, mi stai uccidendo? Per lei? E ne vale la pena”. Atali parole Scarano, secondo quanto raccontato dallo stesso al gip normanno in sede di convalida del fermo, si è fermato andando via dall’abitazione di Paolo Menditto.

A lanciare l’allarme la sorella della vittima che non riusciva a mettesi in contatto con lui. Quando i caschi rossi del distaccamento di Aversa hanno forzato la porta d’ingresso hanno rinvenuto il corpo del 55enne riverso a terra, a faccia giù, in una pozza di sangue.