Velardi liscia il pelo a Salvini per entrare in confidenza e diventare l’anti De Luca. Poveri noi
19 Novembre 2018 - 11:44
MARCIANISE – (g.g.) Non sprecheremo energie per argomentare più di tanto quello che vogliamo affermare in questo articolo. Ciò non per mancanza di rispetto nei confronti dei lettori o perchè abbiamo deciso di adeguarci agli usi e costumi del presunto giornalismo indigeno, ma semplicemente perchè, del profilo psicologico del sindaco Antonello Velardi e di quanto questo incida sulle dinamiche esplicative della sua funzione di primo cittadino, abbiamo pubblicato, in pratica, una Treccani.
Ci limitiamo a dire che, nel tentativo che ha in testa di avvicinarsi alla Lega, non perchè creda in Salvini come del resto non credeva in Renzi e in tante altre cose, ma semplicemente perchè pensa addirittura di poter essere lui l’anti De Luca, figuratevi un pò, ora il Velardi liscia il pelo al ministro degli interni Salvini affermando che servono i termovalorizzatori.
Ovviamente, a Velardi, dei termovalorizzatori, degli altri impianti di smaltimento, delle pesanti problematiche legate ai timori per l’inquinamento ambientale, non gliene frega un tubo. Mentre noi, più volte abbiamo spiegato perchè, purtroppo, il termovalorizzatore è l’unica strada seria e risolutiva che si può seguire in un luogo in cui si gettano ancora i sacchetti dalle auto in corsa nelle piazzole di sosta, figuriamoci se si fa seriamente la differenziata, lui, invece, al termovalorizzatore pensa come strumento di affabulazione, per catturare la benevolenza del ministro degli interni il quale, peraltro, ha vicino a sè, come direttore generale, quel prefetto Matteo Piantedosi
E stamattina, il Velardi lo ha messo nero su bianco, proprio alla vigilia del mezzo consiglio dei ministri che si terrà in Prefettura a Caserta, come premessa della firma del nuovo protocollo sulla Terra dei Fuochi.
Già immaginiamo la scena: Piantedosi presenta Velardi al ministro e il sindaco di Marcianise dice che lui sta al suo fianco a favore dei termovalorizzatori. Poi da cosa nasce cosa.