VERGOGNA REGIONE. Allevatori bufalini casertani umiliati. I dirigenti da 20mila euro al mese Postiglione e Sarnelli si rifiutano di rispondere
8 Gennaio 2020 - 21:40
Caserta (gg) – Dopo l’interrogazione parlamentare, presentata dalla senatrice casertana di Fratelli d’Italia Giovanna Petrenga e l’altra interrogazione, stavolta indirizzata all’assessore regionale, a firma di Gianpiero Zinzi, la spinosissima e molto più che opaca questione degli abbattimenti di migliaia e migliaia di capi bufalini all’interno delle stalle della provincia di Caserta, per ordine dei veterinari dell’Asl e di quelli dell’istituto zooprofilattico è giunto sul tavolo il presidente della commissione ambiente del consiglio regionale della Campania, Gennaro Oliviero.
Uno, adesso, può essere portato a pensare che essendo Oliviero un consigliere regionale di maggioranza, un esponente del PD, che governa con Vincenzo De Luca, oggi i dirigenti convocati, cioè il super direttore della sanità regionale Postiglione e il ben noto a noi di Casertace, responsabile dell’area veterinaria Sarnelli, sarebbero arrivati preparati durante l’audizione fissata per oggi pomeriggio.
E invece, come dicono a Roma, Postiglione e Sarnelli, che avrebbero dovuto essere presenti insieme ai direttori generali dell’Asl di Caserta e di Salerno, i problemi della disfatta economica degli allevatori di bufale campane “non li hanno cagati nemmeno di striscio”.
L’incredibile ma vero sarebbe obbligatorio come commento se non ci trovassimo di fronte a cose della Regione Campania e a soggetti quali il Sarnelli, che abbiamo potuto ammirare qui al tempo in cui una folle decisione dell’allora governatore Stefano Caldoro fece sedere sulla poltrona di commissario, non del canile regionale, non di un grande allevamento sperimentale di struzzi, ma su quella di comandante in capo dell’ospedale civile Sant’Anna e San Sebastiano.
Questi due non si sono proprio presentati. Il primo a dichiararsi basito, quasi attonito, è stato proprio Gennaro Oliviero, che ha impresso la propria indignazione sulle pagine del comunicato stampa che pubblichiamo in calce a questo articolo. Un atto irriguardoso che getta ulteriori ombre sullo sterminio dei capi bufalini attraverso decisioni contestate nel merito, nella valutazione delle loro motivazioni scientifiche, da tutti gli allevatori e dai loro rappresentati che oggi pomeriggio sono stati trattati come pezze da piedi.
Nel dettaglio, le domande che Oliviero aveva formulato per tempo a questi due, che insieme intascano 30.000 euro al mese e che queste domande hanno scansato chissà perché (magari da domani cominceremo un poco a spiegarvi certe cose) erano le seguenti: il numero di animali abbattuti nel biennio 2018-2019, il numero di capi che sono risultati “falsi positivi”; la quantità di quelli realmente risultati positivi alla tubercolosi, quanti ne rimangono da abbattere nel 2020 a causa della tubercolosi e della brucellosi e, infine, ultima domanda, quanti soldi sono stati spesi per il rimborso.
Vabbè, dobbiamo tornare ad occuparci del settore Bufalino. In passato lo abbiamo fatto, ragionando su quella che noi abbiamo sempre ritenuto la frode commerciale attuata dall’interno del Consorzio della Mozzarella Dop, lo faremo ora scrivendo di latte, ma, soprattutto, di macellazione