L’ing Nicola Magliulo: “Nicola Schiavone interessato al nostro piano regolatore. Paolo Caterino mi voleva spaccare la testa”

13 Settembre 2018 - 20:08

VILLA DI BRIANO  (T.P.) –  Era molto agitato, questa mattina in tribunale, Nicola Magliulo, il fratello dell’ex sindaco Dionigi di Villa di Briano nonché  geometra  dell’ufficio tecnico, nel rispondere alle incalzanti domande del pm della Dda di Napoli Giordano. E’ stato più volte richiamato dalla sua stessa difesa, l’avvocato Carlo De Stavola.  Si tratta del processo a suo carico che si sta celebrando dinanzi al tribunale di Santa Maria Capua Vetere dopo le accuse di vari collaboratori di giustizia come quelle di  Antonio Iovine e probabilmente ci potrebbero essere anche quelle nuove di Nicola Schiavone. Una parte interessante dell’esame è stata proprio quella che riguardava Schiavone jr.   “Nicola Schiavone così come mi disse Benito Lanza voleva sapere degli appalti al comune, si era presentato a casa sua per sapere del piano regolatore e della vendita di alcuni terreni”, ha raccontato al pm Giordano l’imputato Magliulo. Invece sulla questione dei fratelli Caterino ha detto: “E’ vero  che l’imprenditore Paolo Caterino, zio del boss Iovine,  mi disse ti spacco la testa quando non erano stati fatti dei pagamenti per dei lavori fatti al Comune perché non aveva trovato Ciccarelli quel giorno in Municipio e cominciò a gridare con me” . L’amministrazione comunale di Villa di Briano, secondo l’accusa, era “completamente asservita” al volere di Antonio Iovine e degli affiliati alla sua fazione del clan dei Casalesi. E’ quanto emerso dalle indagini svolte dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli su appalti concessi alle ditte del clan. Secondo i pm della Dda, c’era “stabile complicità tra alcune figure dirigenziali e di vertice dell’amministrazione, tra cui il fratello dell’attuale sindaco Dionigi Magliulo, geometra dell’ufficio tecnico, impiegato in quell’ufficio sin dal 1982, ed affilati al gruppo Iovine”. Nel collegio difensivo questa mattina erano presenti gli avvocati Carlo De Stavola e Camillo Irace.