VILLAGGIO DEI RAGAZZI. I nomi di tutti gli ASSUNTI di PARENTOPOLI. Mentre ai docenti e all’altro personale veniva tagliato il 26% degli stipendi, Claudio Petrone ha firmato contratti da 50mila euro all’anno da “consulente tecnico”

21 Settembre 2022 - 20:10

Non avevamo in programma di tornare sull’argomento ma, francamente, dopo aver letto la spiegazione che il commissario della Regione, Felicio De Luca, ha dato della sua presenza ad un convengo svoltosi a Gricignano, a fianco dell’assessore regionale Lucia Fortini, di Stefano Graziano e dell’altro candidato Santagata, beh, siccome noi non ci stiamo, per dirla alla marchese Del Grillo, “a farce cojonà”, torniamo sull’argomento e vi preannunciamo che nei prossimi giorni, nelle prossime settimane, dopo aver letto il primo contratto firmato da Petrone il primo settembre del 2020, che pubblichiamo in calce insieme alla dichiarazione esilarante di Felicio De Luca, torneremo ad occuparci delle cose del Villaggio dei Ragazzi. Un’istituzione su cui abbiamo inciso tantissimo ai tempi della ormai famosa inchiesta giornalistica, in 15 puntate, che smascherò tutte le porcherie gestionali dei sedicenti Legionari di Cristo i quali, per effetto di quegli articoli, dovettero anticipare la partenza definitiva dal Villaggio dove, fidandosi di loro, li aveva messi don Salvatore D’Angelo.

MADDALONI (gianluigi guarino) Chi, come noi, in 15, storiche puntate di un’inchiesta giornalistica, non trasformata, scelleratamente, nonostante le tante esortazioni giunteci in proposito, in un libro-inchiesta, ha messo in pratica alla porta, cioè dove meritavano di essere messi, i famosi e famigerati Legionari di Cristo, che ribattezzammo, in ognuno di questi nostri articoli, Legionari del diavolo, non deve certo dimostrare nulla ad alcuno in merito alle proprie conoscenze e alle proprie competenze intorno alla vita e alle opere del Villaggio dei Ragazzi di Maddaloni. Se don Cavallè non riuscì a proferire, pur avendo più volte pensato di farlo, una sola parola di replica a quel nostro lavoro giornalistico, vuol dire che questo fu realizzato con serietà, applicazione certosina, studio approfondito di norme e documenti amministrativi e acquisizione di materiali audiovisivi tra cui spiccò il video-balletto ripreso da qualcuno nella camera dello stesso don Cavallè, che metteva in scena delle festicciole tutt’altro che innocenti.

Claudio Petrone, al tempo, operava all’interno del Villaggio dei Ragazzi. Il lascito morale e materiale di suo padre, che era stato uomo vicinissimo al fondatore don Salvatore D’Angelo, gli consentiva, evidentemente, al tempo, così come oggi, di godere di una rendita di posizione, sulla cui giustificabilità non abbiamo intenzione, soprattutto per motivi di spazio, di pronunciarci nel corpo di questo articolo odierno.

Claudio Petrone, a quel tempo, era uno che contava nel Villaggio dei Ragazzi. Ma certo, non contava quanto conta oggi. In un articolo da noi pubblicato l’altro ieri sera (clikka e leggi) abbiamo un po’ scherzato sul desiderio di essere chiamato preside che percorre da anni molti dei pensieri che connotano l’esistenza di Claudio Petrone. Umana vanità. Al riguardo, nella nostra vita professionale, abbiamo visto e anche raccontato di peggio e il fumo di un ego più o meno inappagato, non ha mai fatto male ad alcuno, se non in rare occasioni. Per cui, avevamo realmente intenzione di bypassare questo fatto specifico del “preside”, riscontrandolo con la proverbiale alzata di spalle.

Però, più passano le ore e più l’argomento diventa interessante, mettendo a valore anche la questione del ruolo ricoperto formalmente e di quello ricoperto, al contrario, di fatto dal Petrone all’interno del Villaggio dei Ragazzi.

Sempre nell’articolo pubblicato lunedì sera, abbiamo fatto cenno ad una replica erogata dal commissario che la Regione Campania ha messo a presidio (si fa per dire) dei 3 milioni di euro che annualmente l’ente di via Santa Lucia trasferisce, per tenere in vita la creatura di don Salvatore D’Angelo, ad una denuncia esplicitata da Gianpiero Zinzi, consigliere regionale di opposizione, peraltro molto attivo e collaborativo con gli allora consiglieri di maggioranza e con l’assessore che si occupava di quel dossier, quando si trattò di spingere la Regione a stanziare questi finanziamenti per evitare il fallimento del Villaggio dei Ragazzi.

Zinzi si è lamentato, e non poco, della presenza del commissario Felicio De Luca ad una manifestazione elettorale del Pd a sostegno della candidatura di Stefano Graziano che, ricordiamo, è concorrente e alternativa alla sua che corre, invece, per la Lega e per il centrodestra. Noi abbiamo preso atto sia della sortita di Zinzi che del fatto che De Luca avesse formulato una replica, senza stare lì a perdere ulteriore tempo a reperire il testo della medesima. Quando, poi, l’abbiamo fortuitamente incrociato nella rete, abbiamo fatto un piccolo salto dalla sedia: Felicio De Luca, infatti, non è andato in un posto della provincia a fare un po’ di legna per Stefano Graziano e per il Pd, bensì a Gricignano d’Aversa, cioè in un Comune che, geograficamente, è un tutt’uno con quello di Teverola, luogo in cui il citato Graziano è nato e dove risiede. Ma soprattutto è anche il posto amministrato da un sindaco, Vincenzo Santagata, candidato, a sua volta, per il centrosinistra, dunque Pd con Articolo Uno incorporato, più Sinistra europea-Verdi, nel collegio uninominale maggioritario di Aversa.

Ora, è vero che la faccia di bronzo di chi esercita incarichi di sottogoverno riesce spesso a superare, ed è tutto dire, quella dei politici da cui le loro poltrone scaturiscono, ma qui siamo di fronte ad uno che veramente offende l’intelligenza minima, basica, cardinale delle persone. Come spesso ci capita di scrivere, la replica di Felicio De Luca, che a questo punto pubblichiamo integralmente in calce a questo articolo, avrebbe indotto Antonio Ricci, il padre di Striscia la notizia, ad inserire uno dei suoi ormai famosissimi incisi-citazione, pescati da scene della migliore commedia cinematografica italiana. “Ma che, me stai a’ cojonà?… ahhh a voi ve va de giocà”, copyright Alberto Sordi nel mitico Il Marchese del Grillo. Figuratevi che questo qua, arrivato dall’Irpinia, con modalità e con una biografia di cui poi vi diremo, ritiene che qualcuno possa credere alla favoletta che lui sarebbe stato invitato, non da Lucia Fortini, storica ancella politica di Vincenzo De Luca, ma dall’assessore regionale pro tempore, cioè dall’istituzionale Lucia Fortini, per partecipare ad un convegno sulla scuola, all’interno del quale lui, così come afferma nella sua replica, si sarebbe espresso solo in termini istituzionali, senza formulare alcun invito a votare il Pd e Graziano.

Ma questo veramente fa? Sicché, a 10 giorni dalle elezioni politiche – dato che il convegno gricignanese risalirebbe alla settimana scorsa – uno partecipa ad un evento nel Comune in cui il sindaco, il quale, stando alla favoletta raccontata da Felicio De Luca, partecipa non in quanto candidato del Pd e del centrosinistra in un collegio elettorale di cui fa parte anche il luogo in cui il convegno si tiene, bensì solo in quanto rappresentante asettico di una istituzione prevista dalla Costituzione. E questa roba qui sarebbe un evento istituzionale? Ribadiamo il concetto: “Ma che, ce stai a’ cojonà?“. Veramente vuol convincere qualcuno, il Felicio De Luca, che quello di Gricignano sia stato un evento istituzionale?

Ecco perché oggi siamo tornati sul luogo del delitto, quello del Villaggio dei Ragazzi, che noi conosciamo a menadito, di cui sappiamo praticamente tutto quello che è capitato negli ultimi anni, con una dotazione cognitiva che il signor commissario Felicio De Luca non può nemmeno lontanamente immaginare, dato che noi ben sappiamo cosa succedeva in certe stanze e cosa è successo, anche di recente, all’interno della struttura, al punto da provocare la reazione fisica, violenta di un incazzatissimo marito che ha dimostrato ad un maschietto che sortiva dall’interno del Villaggio dei Ragazzi, che lui non è che fosse, poi, tanto entusiasta dei convegni spirituali organizzati con sua moglie dentro e attorno a quelle stanze.

Insomma, non ci dica poi De Luca che Casertace non si è presentata, non si è referenziata, perché molta parte di questo articolo è stata proprio finalizzata a ciò.

IL CONTRATTO DI CLAUDIO PETRONE

Il primo settembre dell’anno 2020 il preside dei propri sogni, Claudio Petrone, dava inizio all’esecuzione di un contratto, firmato evidentemente qualche giorno prima, unitamente al citato Felicio De Luca. L’abbiamo letto e abbiamo intenzione di ritornarci sopra nei prossimi giorni, possibilmente dopo le elezioni politiche di cui, peraltro, a noi non interessa un benemerito tubo, perché qui non si fanno sconti a nessuno e i pessimi comportamenti del Pd sono denunciati esattamente come lo sono quelli di Forza Italia, di Fratelli d’Italia e della Lega. Però qualcosa ci sentiamo di doverla scrivere immediatamente. Il preside Petrone, in realtà, si legò al Villaggio dei Ragazzi con un contratto di consulenza che prevedeva un corrispettivo qualificato nel cluster dei cosiddetti “Redditi diversi”, ai sensi dell’art.67 lettera L, del Dpr 817/86 meglio noto come Testo unico delle imposte sui redditi. Consulente senza vincoli spazio-temporali, nel senso che Petrone, firmando quel contratto, non assumeva alcun dovere di operare per un numero dato di ore negli uffici del Villaggio. Insomma, una roba molto comoda, per un “modico” compenso di 49.205 euro e 76 centesimi lordi. Che poi, con questa storia del lordo, bisogna andarci cauti, perché se è vero che nella parte trattenuta dall’ente che ti arruola come consulente, c’è una quota che finisce nelle casse dello Stato, a titolo di imposta, è anche vero che un’altra quota va a rimpinguare i fondi previdenziali del prestatore d’opera che quindi quei soldi non li intasca mese per mese, direttamente, ma comunque se li ritrova suoi, totalmente suoi, nel salvadanaio previdenziale.

GLI STIPENDI TAGLIATI A PROF E DIPENDENTI

Al tempo Claudio Petrone era dipendente dell’amministrazione scolastica all’interno dell’Istituto alberghiero di Caserta, non sappiamo se e per quanto tempo ha fatto coesistere le due cose e se oggi, magari già a partire dal secondo contratto da lui firmato un anno fa, per l’esercizio 2021-22 fino ad arrivare all’ultimo che ha stipulato lo scorso primo settembre e in esercizio fino al 31 agosto 2023, abbia deciso di mettersi in aspettativa. Sappiamo, invece, che quando la Regione partì con l’erogazione dei 3 milioni di euro annuali (sulla cui destinazione d’uso torneremo sicuramente a scrivere), c’è chi si armò di calcolatrice e stabilì che il compenso dei professori e degli altri dipendenti del Villaggio dei Ragazzi, fosse troppo alto e decisamente fuori budget. Per cui, mentre a tutti veniva tagliato il 26% dello stipendio, il Petrone firmava un contratto che gli garantiva, contributi previdenziali compresi e al netto delle tasse, più di 40mIla euro all’anno, insomma un 3.500 euro al mese per un contratto di consulenza. Indovinate per quale mansione? Attività di consulenza e supporto in Area tecnica (così come potrete leggere direttamente dalla copia di questo contratto che pubblichiamo in calce all’articolo, insieme alla già citata replica di Felicio De Luca) che, formulata in questo modo non spiega assolutamente nulla delle mansioni svolte dal Petrone, configurandosi come una vera e propria supercazzola alla Ugo Tognazzi e alla Mario Monicelli, con buona pace di questa storia, della definizione o autodefinizione di preside. Funzione, questa, dunque, che non sta né in cielo né in terra.

Introducendo la prossima puntata di questo nuovo approfondimento sulle cose del Villaggio dei Ragazzi di Maddaloni, vi diamo qualche anticipazione sui nomi delle persone assunte di recente nei ranghi del Villaggio stesso, soprattutto in quelli della docenza. Ripetiamo, sono pochissimi nomi tra i tanti che già conosciamo. Giusto per dire: Paola Caiazzo che, oltre ad essere una privata cittadina è anche la figlia di Nunzio Caiazzo, l’estroso consigliere comunale, eletto in quota Enzo Santangelo alle ultime amministrative maddalonesi; Irene Palomba, nuora di Enzo Correra, storico esponente prima della Margherita e poi del Pd; Rosaria Di Nuzzo, sorella dell’avvocato Di Nuzzo, già forzista e oggi saldamente posizionato nelle fila del Pd; Ivan Ragnino, figliolo dell’ex consigliere comunale Salvatore Ragnino; Carmine Pascarella, ex consigliere al Comune di Cervino, figlioccio di Enzo Lerro e, al tempo, a quanto pare, segnalato anche da Pino Magliocca; Luna Costantini, figlia del facoltoso imprenditore titolare della Edilcostantini.

Siccome è un dato di fatto, acclarato e ampiamente dimostrabile, che Claudio Petrone, oltre ad amare la parola “preside”, vive da anni il sogno di diventare sindaco di Maddaloni; siccome è ampiamente dimostrabile che già in questi mesi ha incontrato persone, sondandone la disponibilità ad essere arruolati nella coalizione, a trazione Pd, che intende capeggiare, che dite, amici lettori? Secondo voi, è gratuito, rappresenta solo un’illazione il promuovere una riflessione che parta dalla volontà del giornalista, ma che dovrebbe accomunare tutte le persone che ritengono il Villaggio dei Ragazzi una cosa troppo seria e importante nella storia di Maddaloni, per essere strumentalizzata per motivi politico-elettorali, per diventare cinghia clientelare per i vari Graziano, Santagata, Camusso e per nutrire le ambizioni di Claudio Petrone? Non è affatto detto che la ragione sia dalla nostra parte quando ipotizziamo ciò. Ma è fuori discussione il fatto che esistano elementi materiali, oggettivi, costitutori di solidi indizi, per rivendicare, a testa altissima, il diritto-dovere di inserire, quanto meno nel novero delle possibilità che tutto quello che sta accadendo dentro al Villaggio dei Ragazzi, il modo con cui si stanno spendendo 3 milioni di euro all’anno di risorse pubbliche, che, è sempre bene ricordarlo, escono dalle tasche dei cittadini-contribuenti, rappresenti una modalità di pessimo utilizzo del denaro dello Stato e delle sue diramazioni territoriali, Regione Campania in primis, in una logica paleoclientelare in cui pochi fortunati, magari parenti di grandi elettori maddalonesi, ma pure, come vedremo, aversani e teverolesi, hanno il privilegio di ottenere un posto di lavoro a scapito di tantissimi altri che non hanno santi in paradiso e, inoltre, hanno la dignità di non svendere la propria anima, i propri principi, la libertà di espressione e, quindi, anche di voto sull’altare di una subordinazione, indegna finanche di quella dei servi della gleba di medievale memoria, ad un disegno di potere, di assalto alle poltrone.

CLIKKA QUI SOTTO PER LEGGERE IL CONTRATTO STIPULATO DA CLAUDIO PETRONE CON IL COMMISSARIO FELICIO DE LUCA

QUI SOTTO LA REPLICA DEL COMMISSARIO FELICIO DE LUCA ALLE ACCUSE MOSSE DA GIANPIERO ZINZI

“Ho preso parte qualche giorno fa a Gricignano d’Aversa ad una tavola rotonda sulla scuola con l’assessore regionale all’istruzione Lucia Fortini e la candidata del PD Susanna Camusso; ero li’, su invito della Fortini, in veste istituzionale perche’ mi interessava l’argomento scuola e null’altro. Non ho dato indicazioni di voto ne’ il Villaggio e’ stato strumentalizzato”.