Violenze in carcere. Sentiti altri due agenti. Tra stasera e domani le prime pronunce del Riesame

9 Luglio 2021 - 15:00

SANTA MARIA CAPUA VETERE  – Dovrebbero arrivare tra stasera e domani le prime pronunce del tribunale del Riesame di Napoli sulle posizioni degli agenti indagati per le violenze ai danni di detenuti avvenute il 6 aprile 2020 al carcere di Santa Maria Capua Vetere. Sono state poche – appena quattro – le posizioni valutate nella giornata di oggi. Il vaglio delle posizioni da parte dei giudici riprendera’ poi la prossima settimana.

Stamattina ha discusso, tra gli altri, il poliziotto della Penitenziaria Salvatore Mezzarano (che si trova in carcere), figura importante nell’indagine della Procura di Santa Maria Capua Vetere, che lo ritiene tra gli organizzatori dei pestaggi; il 40enne e’ infatti l’ispettore coordinatore del Reparto Nilo, dove avvennero le violenze, ed e’ indagato per abuso di autorita’ contro detenuti, lesioni, tortura. Proprio su quest’ultimo reato si gioca una “partita fondamentale” anche per la tenuta complessiva dell’intera inchiesta, visto che il reato di tortura e’ stato introdotto appena nel 2017 e mai applicato in un’unica indagine a cosi’ tanti pubblici ufficiali (sono 41 gli agenti indagati che rispondono di tortura).

L’avvocato Giuseppe Stellato, che difende Mezzarano, ha sostenuto che i fatti, per come sono andati, non integrano il reato di tortura, ma possono dar luogo a ipotesi generiche di lesioni, violenza privata, percosse, in quanto mancherebbero le caratteristiche richieste per qualificare i fatti come torture, ovvero “quella

capacita’ afflittiva che si traduce in acute sofferenze fisiche o in un verificabile trauma psichico, in condizioni inumane e degradanti”. Dunque per il legale la condotta realizzata sarebbe frutto di una circostanza ben precisa, ovvero la protesta realizzata dai detenuti il giorno prima della perquisizione, quando i reclusi del Reparto Nilo vi si barricarono dopo aver avuto notizia di un detenuto positivo al Covid. Per Mezzarano e’ stata chiesta la modifica della misura cautelare anche per la carenza dell’esigenza cautelare della reiterazione del reato.

Oggi e’ stato sentito anche l’agente Luigi Di Siero (per lui il gip ha disposto il 28 giugno i domiciliari), il cui legale Domenico Pigrini ha chiesto al Riesame l’annullamento della misura emessa dal Gip sia per carenza di esigenze cautelari che per gravi indizi colpevolezza; il difensore ha presentato una memoria.