17ENNE UCCISO A CASAL DI PRINCIPE. Interrogatorio fiume per il presunto complice del reo confesso Anass. Di Puorto si difende: “Ho tentato di dividerli”

13 Luglio 2023 - 20:32

Intanto resta il mistero su che fine abbia fatto l’arma del delitto. E pare che quella sera del 29 giugno sia scomparso anche il cellulare della vittima.

VILLA LITERNO/CASAL DI PRINCIPE. (r.s.) Un interrogatorio fiume quello di oggi pomeriggio condotto dal pubblico ministero del tribunale di Aversa-Napoli Nord, Francesco Cirillo, nel corso del quale Raffaele Di Puorto, il 19enne di Casal di Principe indagato per omicidio, concorso in omicidio e porto abusivo di armi per la morte del 17enne Giuseppe Turco di Villa Literno, ha rivissuto i momenti drammatici di quella sera di giovedì 29 giugno.

Di Puorto, insieme ad Anass Saaoud, il 20enne di Casal di Principe, di origine marocchina, che ha sferrato le otto coltellate mortali al giovane Giuseppe Turco e che ora si trova in carcere dopo aver confessato il delitto, si era recato quella sera di giovedì 29 giugno nel bar Eliseo della famiglia Morza, in piazza Villa, a Casal di Principe. Qui, stando al suo racconto di oggi, lui ed Anass avrebbero “trovato” Giuseppe Turco con alcuni suoi amici di Villa Literno. Non si sa se i due avessero un “appuntamento”, una sorta di resa dei conti con il 17enne (con il quale, ricordiamo, Anass pare avesse dei conti in sospeso per una ragazzina da entrambi contesa); certo è che quel bar è stato prima il luogo in cui è avvenuta la rissa tra i ragazzi liternesi e quelli casalesi ed, in seguito, è stato anche il posto in cui Giuseppe è stato colpito a morte (seppure il giovane è deceduto poco dopo in ospedale) dal 20enne maghrebino. Di Puorto, stando alle parole del suo avvocato Costantino

Puocci, pare sia stato collaborativo e che non si sia sottratto alle domande incalzanti del pm.

“Considerati i capi d’imputazione – ha spiegato il legale – è stato un interrogatorio assai rigoroso. L’indagato è stato collaborativo facendo ulteriore chiarezza sulla vicenda che ha sconvolto le nostre comunità. Rivolgiamo un messaggio di cordoglio ai familiari della vittima. Confidiamo nelle forze dell’ordine affinché finiscano al più presto i numerosi episodi di vendetta che stanno capitando tra bande di giovanissimi”. Pare, infatti, che la tensione tra giovani di Villa Literno ed i coetanei di Casal di Principe sia ancora alta, nonostante gli appelli più volte loro rivolti, anche dal padre della vittima, Raffaele Turco.

Tornando all’interrogatorio di oggi, sembra che Di Puorto, accusato dagli amici di Giuseppe Turco di aver colpito anche lui il 17enne di Villa Literno (non è chiaro se il termine “colpire” si limiti solo ed unicamente alla rissa precedente all’accoltellamento, ndr) si sia difeso asserendo di aver cercato, invece, di dividere Anass e Giuseppe. Una versione che, appunto, non collima affatto con le dichiarazioni rese dagli amici della vittima presenti nel bar quella sera. Anche loro, in ogni caso, saranno ascoltati dal pubblico ministero e non si escludono colpi di scena.

Per il momento, Raffaele Di Puorto resta a piede libero, ma probabilmente nei prossimi giorni il pm Francesco Cirillo avrà un quadro più completo della dinamica del delitto. Non si sa ancora, infatti, da dove sia spuntato il coltello (lo aveva portato Anass?) e, soprattutto, dove sia finita l’arma del delitto, mai ritrovata. Così come il cellulare di Giuseppe Turco. Anche il suo telefonino, infatti, pare sia sparito la sera stessa del suo omicidio.