CASAL DI PRINCIPE. Vicesindaco e uomo di spicco della politica locale, Alfonso Schiavone riunì tutti i capi del CLAN DEI CASALESI per far fare pace a Nicola Ferraro e Sergio Orsi. Ma i due li mandarono in bianco

14 Ottobre 2020 - 13:02

Gli appalti di Sessa Aurunca, Cellole, Castel Volturno, Arzano e Castellammare: c’è sempre qualcosa di interessante nella lettura dei racconti  dei collaboratori di giustizia che in questi giorni ci sono stati riproposti nella sentenza di confisca dei beni ai danni dell’ex imprenditore ed ex consigliere regionale

 

CASAL DI PRINCIPE  – (g.g.) Proseguendo nella lettura della sentenza con cui ila quarta sezione penale, misure di prevenzione del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, presieduta dal giudice Massimo Urbano, ha confiscato beni a Nicola Ferraro, ci siamo imbattuti in una parte che contiene la pubblicazione di alcuni datati interrogatori resi, dopo essere diventato collaboratore di giustizia, da Luigi Guida detto ‘o drink, napoletano, e uomo al quale Francesco Bidognetti in persona, dopo averlo conosciuto in carcere, affidò la reggenza del suo gruppo criminale.

Si tratta di stralci che probabilmente abbiamo già incrociato in passato ma che sono tanto interessanti da presentare sempre qualche sorpresa, qualcosa che magari uno si rende conto di non aver sufficientemente approfondito. Intanto si capisce che Nicola Ferraro, considerato dagli Schiavone un loro appartenente, si era coperto benissimo con i Bidognetti mettendo sul tavolo quattrini importanti che lo portarono a prevalere agli occhi degli uomini di Cicciotto, rispetto ai fratelli Orsi,

anche in quella che fu la madre di tutti gli scontri, cioè l’arcinoto caso dell’appalto per la raccolta dei rifiuti al comune di Castel Volturno.

Guida racconta che Nicola Ferraro in persona partecipò ad una riunione con i vertici del gruppo Bidognetti, dunque alla presenza dello stesso Guida, ma anche di Emilio Di Caterino, Nicola Alfiero e Bernardo Cirillo. E fu in quella occasione, probabilmente stiamo parlando di un periodo anteriore al 2002 cioè all’avvento dell’euro, Ferraro comunicò di aver appena affidato ad esponenti del gruppo Schiavone, la cifra di 20 milioni di lire che andava poi consegnata al gruppo di Bidognetti.

Si capisce bene quanto Nicola Ferraro sia riuscito ad entrare nella considerazione di Guida e degli altri dal fatto che ‘o drink, oltre a parlare della questione Castel Volturno, elenca una serie di operazioni compiute da Ferraro o che Ferraro voleva compiere e per le quali lui stesso e altri esponenti del gruppo Bidognetti, si sono spesi. Non solo in provincia di Caserta ma anche in provincia di Napoli. Ad esempio, per la gara dei rifiuti di Castellammare che Ferraro avrebbe vinto, si sarebbe svolto un incontro di camorra in quel di Frignano, a casa di un tal Simonelli, tra gli esponenti del gruppo Bidognetti e quelli del temibilissimo clan D’Alessandro, egemone nella zona di Napoli sud, a Castellammare in particolare.

I bidognettiani, sempre secondo Guida, sarebbero intervenuti anche a Sessa Aurunca e Cellole, aprendo la strada a Nicola Ferraro e occupandosi di trovare gli equilibri con il clan locale che poi dovrebbe essere quello degli Esposito o Muzzoni che dir si voglia. In questa circostanza, sarebbe stato Nicola Alfiero ‘o capritto a svolgere un ruolo attivo.

Ritornando alla provincia di Napoli, Guida averebbe affiancato Nicola Ferraro anche per quanto riguarda il Pip di Arzano.

A proposito delle riunioni, ce n’è anche un’altra di cui pure si è parlato, che, secondo Guida, si sarebbe svolta a casa di Alfonso Schiavone che al tempo era uno dei personaggi di maggiore visibilità della politica di Casal di Principe. Schiavone che è stato consigliere comunale, assessore e vicesindaco, in quota Coronella e Alleanza Nazionale, avrebbe tenuto la citata riunione a casa sua. Vi avrebbero partecipato Francesco Schiavone Cicciariello (il che fa pensare che si tratti di un evento di prima del marzo 2004, cioè prima dell’arresto in Polonia del cugino diretto di Sandokan), Giuseppe Misso caricalliegio, Giuseppe Russo ‘o padrino (che sarebbe stato arrestato pure lui, stavolta in Germania, in tempi immediatamente successivi a quelli relativi all’arresto di Francesco Schiavone Cicciariello), Bernardo Cirillo e Vincenzo Schiavone Petillo. Fondamentalmente questi qua erano gli Schiavone che incontravano i vertici del gruppo Bidognetti per arrivare a trovare un equilibrio tra i due grandi contendenti Nicola Ferraro e Sergio Orsi.

Inutilmente perchè entrambi, a detta di Luigi Guida, non si sarebbero presentati. Probabilmente, aggiungiamo noi, perchè avrebbero dovuto subire una pace ed una distribuzione degli appalti in tutta la provincia, a cui non volevano sottostare.

 

QUI SOTTO LO STRALCIO DELLE DICHIARAZIONI DI LUIGI GUIDA