ASL E MAZZETTE. Il “sultano” Carizzone e suo nipote Victor Gatto incontrano Stefano Graziano nell’ospedale Moscati per le loro nomine: “Voglio mettere più armi in mezzo”

25 Febbraio 2021 - 12:56

Evidentemente il canale aperto con Oliviero, stabilmente insultato nelle intercettazioni dallo psico-batterista, non era ritenuto sufficiente per sé ma anche per il suo nipote, in crisi di astinenza da incarichi

 

AVERSA – E’ un ottobre concitato, quello del 2018 per la coppia formata da Luigi Carizzone, per gli amici Gigi e dal nipote Victor Gatto, avvocato in crisi di astinenza da incarichi di lottizzazione e che espone la sua necessità in un tempo in cui anche Carizzone, il quale aveva già 67 anni e di pensione non se ne parlava proprio, di vedersi confermato sulla poltrona remuneratissima di capo del Dipartimento di salute Mentale dell’Asl di Caserta.

Ma Carizzone è uno che la sa lunga. Se un residente a Berna leggesse questa ordinanza senza sapere di chi si tratta, lo scambierebbe per un simpatico solista della truffa pieno di battute più o meno grevi che spesso riescono anche a strappare un sorriso in chi non ha permesso, da liberale vero, che il discrimine della morale si trasformi in moralismo, cancellando quella bella leggerezza del vivere che un’adesione vera alla goliardia concede.

Invece, stiamo parlando di uno dei dirigenti più importanti dell’Asl di Caserta. Il numero 4 e il numero 5 in ordine gerarchico. In lui, nelle sue azioni, nelle sue parole, si incarna, ma CasertaCe non può stupirsi di questo, considerato il suo impegno sul fronte della corruzione nella pubblica amministrazione nostrana, l’intera Asl come istituzione. E allora quelle parole davanti alle quali il goliarda non riesce ad indignarsi, vanno comunque considerate sull’altro piano, sicuramente più serio, della qualità di chi governa l cosa pubblica nel nostro territorio dentro a un quadro sconfortante, contenuto in una cornice di profondissimo deficit culturale, inteso come problema sociale, forse addirittura antropologico della provincia di Terra di Lavoro.

Fatta la premessa, leggerete nello stralcio da noi scelto per questo articolo, il nome di Stefano Graziano il quale viene abbordato dalla coppia Carizzone-Gatto, perché, come dice quest’ultimo allo zio in una conversione intercettata “io voglio mettere più armi in mezzo”.

Ma, aggiungiamo noi, “io” non basta. Stefano graziano che ci sembra fosse già divenuto presidente dalla commissione Sanità in consiglio regionale, può diventare utile se oltre a Victor Gatto, fratello di Francesco Gatto, coordinatore cittadino del Pd aversano ed iscritto alle centurie del “rosso” di Teverola così lo definisce Carizzone, parla contemporaneamente anche a quest’ultimo, un potente, un potentissimo che magari può tornare utile quando ci saranno le elezioni.

L’incontro avviene all’interno dell’ospedale Moscati di Aversa, precisamente nel reparto di Ematologia. Quella mattina, l’11 ottobre 2018, Graziano vi si era recato, presumibilmente per un altro incontro politico-sanitario. Non c’è un gran problema a compulsarlo e alle 8 e mezza arriva anche Carizzone per partecipare a quella chiacchierata che si svolge.

L’esito di questo incontro non è chiaramente declinato in altre intercettazioni. Carizzone e Victor Gatto fanno riferimento a Graziano con altre battute, ma la differenza tra l’implicazione nei fatti da parte di Gennaro Oliviero rispetto a quella di Stefano Graziano, è costituita dalla frequenza con la quale Carizzone parla del primo rispetto al secondo. Ovviamente la sua non comune raffinatezza culturale divide il genere umano in base alle cartine altimetriche.

E quindi Oliviero è sempre quello della montagna, al punto da definirlo un uomo del monte in relazione ad un pranzo che Oliviero ha accettato di fare, nel ristorante Villa Lussani, al confine tra Aversa e Lusciano e già fissato per il successivo 30 ottobre.

Graziano dunque è funzionale, perché questo lo dice proprio Victor Gatto, a creare una condizione di corale sostegno delle rappresentanze istituzionali del Pd, relativamente agli incarichi che Gatto non riesce più ad avere, udite udite, dall’aprile precedente, come se fosse un mestiere vero, quello di vedersi toccato dalla grazia di un arruolamento diretto realizzato senza alcun processo concorrenziale e soprattutto remunerato con i soldi dei cittadini. Ma Graziano serve anche all’altra causa, sicuramente più importante come peso specifico, relativa alla conferma di Gigi Carizzone al vertice della psichiatria pubblica casertana, che ora leggendo questa ordinanza, andrebbe sintetizzata in un verso della canzone di Renato Zero che Paolo Bonolis ha utilizzato come sigla nel suo fortunato programma Ciao Darwin, “Siamo tutti matti” e lo siamo, aggiungiamo noi, irreversibilmente perché se queste qua sono le persone che devono curarsi, stiamo proprio messi bene.

 

QUI SOTTO LO STRALCIO DELL’ORDINANZA