OSPEDALE DI CASERTA. Gubitosa usa infermieri e Oss per trasportare pannoloni e traverse. Non è loro compito, e li ha pure costretti, scotch in mano, a inventarsi un mezzo di trasporto

26 Maggio 2021 - 17:18

Che dobbiamo fare? Le segnalazioni arrivano e sono giornalisticamente valide, com’è sicuramente questa, corredata da una foto che parla da sé. Non possiamo tirarci indietro. E se il direttore diventa un pungiball, non è certo colpa nostra

 

 

CASERTA – Volontariamente abbiamo deciso, nelle ultime settimane, di non occuparci di ciò che fa Gaetano Gubitosa nella veste di direttore generale dell’ospedale civile di Caserta.

Una decisione legata alla nostra volontà di non sparare costantemente (il paragone è anche tematicamente calzante), contro la Croce Rossa.

Siccome non è un fatto personale, dato che Gaetano Gubitosa, come del resto quasi tutti quelli di cui ci occupiamo, esaminando il modo con cui amministrano la cosa pubblica, lo conosciamo a malapena dalla fotografia che pubblichiamo a corredo dei nostri articoli.

Però, quando ci arrivano delle segnalazioni dai reparti, non possiamo sottrarci, perché per noi quando c’è una notizia ci sentiamo sicuramente più vincolati rispetto a quanto lo siano molti magistrati sulla obbligatorietà dell’azione penale, nonostante questa sia sancita dalla Costituzione Italiana.

Vedete la foto che campeggia su questo articolo?

Si tratta di un ingegnoso caso di legittima difesa.

I poveri operatori socio-sanitari, spesse volte aiutati anche dagli infermieri, hanno dovuto organizzarsi per prelevare il fondamentale materiale che serve all’essenza vitale della residenza dei pazienti all’interno del nosocomio di Caserta.

Per intenderci. pannoloni, traverse, e potremmo continuare.

Avete idea di cosa possa significare per la vita, per l’umore, per gli elementi cardinali della dignità di un paziente, magari impossibilitato a muoversi dal proprio letto, non avere una traversa immediatamente a disposizione o un pannolone a tutela della tranquillità di chi ne ha bisogno?

Sono domande che dovrebbe porsi il direttore generale e anche il direttore sanitario.

Siccome non se le pongono, e siccome nei reparti sono disponibili solamente dei piccoli carrelli, assolutamente inadeguati a trasportare tutto quello che serve per assistere i pazienti, allora sono stati gli Oss e gli infermieri a sperimentare questo modello che risulta efficace, ma che è degno al massimo di stare in un museo dedicato all’assistenza sanitaria durante la Prima Guerra Mondiale.

Non la Seconda, proprio la prima, iniziata 107 anni fa e conclusasi 102 anni fa.

Attenzione, i turni dei vari reparti, delle varie unità operative dell’ospedale di Caserta sono coperti da un solo Oss.

Nel senso che in ogni reparto è presente sempre questa figura professionale per tutte le 12 ore .

Possiamo stimare in 40 unità il numero esplicativo degli Oss presenti durante ognuno dei 2 turni.

La media è dunque di un Oss per circa 18 degenti, diciamo da 16 a 20.

Ora, se come indica Gubitosa gli Oss dovessero utilizzare quei trabiccoli, su cui, ad esempio, un contenitore dei rifiuti speciali cadrebbe immancabilmente, l’operazione di carico dovrebbe essere effettuata a pezzi.

Direbbero i vecchi titolari dei cantieri: “Vediamo quanti viaggi occorrono”.

Se un Oss, che è l’unico in quel reparto, deve fare la proverbiale arte dei matti, scarrozzando su e giù con quei trabiccoli che servono a trasportare medicine per le terapie (comunque cose molto più leggere), sta fuori dal reparto per un’ora, forse un’ora e mezza, e la mansione fondamentale, pardon, l’unica mansione di un Oss, che è quella di supportare gli infermieri nelle attività più impellenti di ausilio ai malati, cose delicatissime come le pulizie personali o farli mangiare, chi la fa?

Gubitosa?

La verità è che chi ha una cultura manageriale reale non opera i cosiddetti tagli lineari, insomma quella sorta di ndo cojo cj, che se può essere una pratica possibile in altri ambiti della pubblica amministrazione, relativa all’erogazione di beni e servizi, diventa pratica deleteria, pericolosa, quando di mezzo c’è la sanità e ci sono i malati e tutte le loro necessità, cioè quando di mezzo c’è il welfare sanitario, fondamento della spesa pubblica e motivo nobile per cui ai contribuenti italiani viene chiesto di versare fior di quattrini in imposte, tasse e tributi.

A quanto ci risulta, il lavoro di trasporto di questo fondamentale materiale era affidato, fino a qualche tempo fa, ad un gruppo di lavoratori specializzati e somministrati da un0impresa esterna che utilizzavano sistematicamente quella sorta di muletti ad ampia struttura che sono presenti nei magazzini dell’ospedale, ma che certo non possono essere usati da Oss o infermieri. Ci risulta che Gubitosa abbia fatto tre assunzioni nel settore, ma abbia utilizzato queste nuove unità nella farmacia.

Siccome ogni mattina, rispetto a come viene amministrato l’ospedale, Gubitosa meriterebbe uno sciopero, e siccome, però, ogni mattina, gli operatori socio-sanitari e gli infermieri incrociano le facce della sofferenza con le quali prima ancora delle loro braccia e delle loro gambe, è il loro cuore a dover fare i conti, hanno acquistato alcuni rotoli di nastro isolante e si sono costruiti un carrello fai-da-te.

Naturalmente è un aggeggio non collaudato, non previsto tra le attrezzature dell’inventario.

Insomma, l’ennesima indecenza, per effetto della quale la dirigenza dell’ospedale, facendo cinicamente leva sulla rassegnazione del personale, che non può lasciare un anziano senza pannolone per metterlo in testa a Gubitosa, un bel pannolone, riesce a gestire un servizio in maniera che definire immorale rappresenta una equa proporzione valutativa.