UCCISO IN VIA VICO Sicurezza, degrado, violenza. No, quello che succede a Caserta non succede anche altrove

29 Agosto 2021 - 18:36

Via Vico, Via S. Agostino, Via Ferrante, Via Maielli, ma anche Via Mazzini, Via San Giovanni, Via Gasparri, via Roma, corso Trieste: il cuore della città in balia della violenza. E i casertani, i residenti ostaggio della cosiddetta movida

 

 

CASERTA (rita sparago) Quello che succede a Caserta, non succede anche altrove. Quello che accade in una città di 70mila abitanti non è paragonabile a ciò che capita, se capita, a Roma o a Milano. Un ragazzo di 18 anni morto perché un coetaneo gli ha sferrato un fendente che gli ha reciso l’arteria femorale. Non vogliamo neanche sapere il perché. Non c’è un perché. Non ci sono screzi, battute pesanti o provocazioni che tengano. Qui siamo di fronte a delle bande armate di giovanissimi che nel fine settimana dalla provincia raggiungono Caserta con la voglia, la ferma volontà di far danno, di usare la violenza contro le cose e contro le persone.

Oggi la città piange un giovanissimo che non c’è più. Gennaro Leone è stato ucciso e la sua unica colpa è stata quella di voler trascorrere una serata con gli amici, bere una birra magari e poi tornare a casa, dalla sua famiglia. Da quei genitori disperati che ora piangono un figlio che non c’è più.

No. Quello che succede a Caserta, non succede anche altrove. Stanotte in via Giovan Battista Vico è stato commesso un omicidio, annunciato dalle tante risse, accoltellamenti, tentativi di rapina, furti, danneggiamenti che si sono registrati negli ultimi mesi. Via Vico, Via S. Agostino, Via Ferrante, Via Maielli, ma anche Via Mazzini, Via San Giovanni, Via Gasparri, via Roma, corso Trieste: il cuore della città in balia della violenza. E i casertani, i residenti ostaggio della cosiddetta movida: costretti a non  uscire dalle loro case perché poi impossibilitati a sfondare il muro umano di ragazzotti mezzi brilli che si risentono se un clacson li desta dal loro torpore fatto di alcol e droghe.

Eppure fino a qualche anno fa non era così. Caserta era una città tranquilla dove le coppie, le famiglie, i ragazzi e le ragazze perbene (e ce ne sono tantissimi) potevano passeggiare, chiacchierare, ridere senza la preoccupazione di restar vittima di una qualche aggressione. In via Vico e piazza Correra nessuno avrebbe mai temuto per la propria vita. In vicolo Della Ratta, dove è nato il compianto Fausto Mesolella, un tempo risuonavano le sue note, poco più in là il maestro Antonio De Core realizzava le sue opere; in piazza Correra un tempo c’era la sede del Partito comunista e, poco distante, quella del Movimento sociale di Almirante. Tutto è cambiato, ciò che un tempo era culla d’arte, cultura e politica, oggi nei fine settimana e nelle notti poco illuminate di Caserta, diventa campo di battaglia.

Domani si terrà il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica con questore, prefetto, sindaco. Cosa decideranno? Cosa proporranno per mettere un freno a questa violenza inaudita? Più pattuglie in strada è il minimo che si possa fare. Ma certo servirebbero agenti in borghese, cani antidroga, vigili urbani… questi sconosciuti. Si potrebbe vietare la vendita di alcolici dopo una determinata ora. Lo so, i proprietari dei locali non saranno contenti ma una stretta bisognerà pur darla. Ovviamente le decisioni spettano alle istituzioni. Noi non possiamo che stare a guardare, ad attendere giustizia per Gennaro innanzitutto, ma anche per i casertani, contribuenti onesti caro sindaco, che vogliono sentirsi al sicuro nelle loro case, che vogliono poter accedere liberamente alle loro abitazioni senza temere di prendersi una coltellata perché hanno osato uscire il sabato sera e pretendono pure di voler rientrare a casa.