BIODIGESTORE da 110mila tonnellate di rifiuti. Che show ieri Peppe Capece che chiama in causa mediatori d’affari e società vicine al fratello di un attuale assessore della giunta comunale

6 Ottobre 2021 - 13:07

Risulta, a nostro avviso, assolutamente indispensabile, se si vuole affrontare seriamente l’argomento, una dichiarazione del sindaco Vincenzo Santagata sulle parole esposte ieri dal titolare di Progest e dei ristoranti pizzeria Morsi&Rimorsi durante l’assemblea dei comitati civici 

 

GRICIGNANO D’AVERSA – (Gianluigi Guarino) Il connubio tra l’etica diffusa nell’agro-aversano e la monnezza ha prodotto, da decenni, solamente guai, arricchimenti criminali, alimentazione delle attività attuate dalla camorra e soprattutto veleno, tanto veleno respirato dai 350mila cittadini che abitano i 19 comuni di quell’area, appartenenti alla provincia di Caserta. Dell’espressione Terra dei fuochi si abusa e in molte circostanze viene usata a sproposito e allo scopo di creare, sotto ad una problematica di enormi dimensioni, altre rendite di posizione, piccole o meno piccole, a favore di persone che nel chiuso della loro stanzetta se ne fregano altamente dell’inquinamento mortale ma che, una volta indossata la maschera pubblica di una presunta cittadinanza, issano il pennone testimoniale che garantisce loro visibilità e, il più delle volte, posizioni all’interno di uno pseudo associazionismo abbeverato da provvidenze dirette ed indirette dello Stato e degli altri enti pubblici ed enti locali derivati. Fino ad oggi questa è stata l’anti-monnezza nell’agro-aversano, questa è stata contestualmente l’anti-camorra nell’agro-aversano.

Per cui, quando un anno fa, abbiamo pubblicato due o tre articoli su questa vicenda del biodigestore

di Gricignano, sulle 110mila tonnellate che dovrebbero essere lavorate nel corso di ogni anno di esercizio dell’impianto, non ci siamo appassionati più di tanto, ben conoscendo, ormai in pieno disincanto, la distanza siderale che separa le parole dalle effettive convinzioni, che separa i propositi dalle effettive intenzioni in un territorio fasullo fino al midollo e che, non a caso, ancora oggi, rappresenta un pericoloso incubatore di criminalità organizzata e non invece di semplici fenomeni di delinquenza comune che si sviluppano in altre aree ugualmente degradate ma dove certo non girano i quattrini che girano nell’agro aversano e che, per la maggior parte, sono provento diretto o indiretto di attività di camorra.

Per questo motivo, dopo aver scritto due o tre articoli sui contenuti della protesta organizzata dal comitato nobiodigestore, abbiamo desistito perchè, lo stile di CasertaCe imporrebbe di utilizzare ogni giorno due o tre ore per recarsi sul posto e per scavalcare il muro dell’ipocrisia, delle parole di circostanza, dei fariseismi assortiti per capire realmente quali siano le posizioni in campo e quale sia il sentiero tracciato per far scorrere i quattrini che servono a tenere in piedi l’operazione. Stamattina abbiamo incrociato però un post, pubblicato sul proprio gruppo facebook dal citato comitato nobiodigestoregricignano. Uno scritto nel quale si narra in maniera sintetica quelli che ad avviso del comitato sarebbero stati gli esiti di una assemblea svoltasi ieri pomeriggio, martedì, a porte aperte nell’aula consiliare del comune di Gricignano d’Aversa e alla quale ha partecipato anche Giuseppe Capece, patron della Progest, la società che da un ventennio gestisce un’importante azienda di trattamento di particolari frazioni di rifiuti selezionabili per il riciclaggio o da avviare a forme specializzate di smaltimento.

Il comitato afferma che Capece, imprenditore che ben conosciamo, che negli anni ha diversificato i suoi investimenti aprendo una piccola catena di ristoranti e di pizzerie, con l’obiettivo di affermare il proprio brand Morsi&Rimorsi, avrebbe declinato un racconto di sintesi della vicenda del biodigestore.

Tutto sarebbe partito dalla famosa protesta dell’anno 2016 contro la RG, una vera e propria azienda-colabrodo, un iniettore di veleni contro la quale effettivamente le popolazioni di Gricignano ma anche quelle di comuni vicini, si mobilitarono.

A Capece si sarebbe accesa la lampadina. Conoscendo la sua grinta imprenditoriale, non deve aver avvicinato per puro diletto o per spirito civico Giuseppe Iuliano, al tempo presidente del comitato Aria Pulita, il quale gli parlò di alcune idee sulle solite compostiere aerobiche di prossimità, cavallo di battaglia degli ambientalisti ma che poi fondamentalmente, in Campania, dove se ne parla da decenni, nessuno ha mai visto realmente, dato che qualche anno fa la Regione ha approvato il nuovo piano dei rifiuti che prevede la costruzione di 13 impianti di biodigestore della frazione umida, uno dei quali dovrebbe essere costruito a Caserta capoluogo, in via Ponteselice.

Nel 2019 quando Iuliano non era più presidente del comitato Aria Pulita ed era anche divenuto evidentemente un buon amico e un buon estimatore di Capece in un rapporto che si era alimentato nell’arco di ben tre anni, a partire dai giorni della protesta datati 2016 fino a quelli in cui Iuliano, così avrebbe spiegato ieri il titolare di Progest, avrebbe condotto al suo cospetto Carmine Della Gatta, che ad occhio e croce dovrebbe essere un immobiliarista dato che nel post si parla di mediatore in nome e per conto della Infraedil srl, proprietaria del terreno e dunque potenziale attrice della lucrosissima operazione di acquisto dell’enorme area destinata ad accogliere il biodigestore.

E qui finisce la parte interessante, il resto del post sono cose che bene o male non costituiscono una novità. E’ chiaro che ieri Capece, uomo a cui non difetta l’autostima e a cui piace, un pò in controtendenza con la media dei suoi colleghi imprenditori che hanno fatto della monnezza una miniera d’oro, la ribalta fine a se stessa, è entrato in quell’aula inseguendo la sua libidine di tener testa ad un’assemblea scatenata. Secondo quelli del comitato avrebbe provato a minimizzare il suo ruolo relativamente all’affare del biodigestore, citando, invece, gli apporti volitivi della Grecini srl e della Ambyenta Campania che però, fanno notare giustamente i componenti del comitato, è partecipata con una quota significativa (non sappiamo ma poi lo verificheremo, se si tratti di una quota o di quote di controllo) proprio dall’imprenditore di Casoria trapiantato a Gricignano, individuato nonostante i suoi tentativi di divincolarsi da chi ha partecipato all’assemblea di ieri pomeriggio come il vero dominus, il vero motore dell’operazione che, a suo avviso, non potrebbe essere più fermata, in quanto le procedure amministrative attivate sarebbero irreversibili, dato che la Regione avrebbe difficoltà a fronteggiare eventuali azioni risarcitorie.

Cosa abbiamo capito da questa vicenda: in stretta lingua aversan-gricignanese, questo comitato sta dando realmente fastidio e sta interferendo con i piani di Peppe Capece. Per cui quest’ultimo, tirando fuori per la prima volta il nome del fratello dell’attuale assessore allo sport della giunta capitanata dal sindaco Vincenzo Santagata ha voluto in qualche modo far balenare quella che potrebbe costituire un’ambiguità da parte dell’amministrazione comunale che pubblicamente sarebbe dalla parte del comitato, ma sottobanco farebbe affari con il Capece per il biodigestore.

Ci sarebbero diverse cose da chiarire. Ad esempio, sarebbe auspicabile che il sindaco di Gricignano commentasse nel merito le affermazioni di Capece e smentisse categoricamente che un componente autorevole della sua giunta sia in qualche modo, seppur indirettamente, cointeressato o coinvolto in un’operazione, favorita, agevolata peraltro legittimamente fino a prova contraria, da suo fratello.

Una seconda cosa che ci piacerebbe capire è se l’operazione immobiliare di acquisto del terreno da parte di Grecini e Ambyenta Campania, sotto la spinta di Capece, sia stata già perfezionata, sia stata già definita e se siano stati versati dei soldi da Grecini e da Ambyenta Campania, a titolo di acconto, a titolo di saldo o a qualsiasi altro titolo, nelle casse della Infraedil srl e nelle tasche dell’intermediario Carmine Della Gatta, presentato a Capece da Giuseppe Iuliano.

Se veramente volete, voi altri gricignanesi, affrontare seriamente questo argomento, non dovete mettervi a fare dribbling davanti a quelle situazioni che magari è un pò imbarazzante affrontare, al di là degli slogan o delle manifestazioni sul tema generale. Un’autentica operazione verità parte solo se il sindaco di Gricignano Vincenzo Santagata illustrerà in maniera perentoria la sua posizione che rappresenta quella dell’intera città, non in relazione alla solita dualità biodigestore sì-biodigestore no, perchè questo conta fino ad un certo punto ed incide solo se Santagata capitanerà un’occupazione pacifica degli uffici della Regione Campania e non un semplice happening, ammesso e non concesso che ci partecipi oggi pomeriggio davanti ai cancelli o nel piazzale della Progest srl.

Il sindaco Santagata deve dire cosa pensa della ricostruzione effettuata ieri pomeriggio da Capece, il quale, in controluce, ma fino ad un certo punto, vistosi in difficoltà, ha chiamato in causa la potestà amministrativa di Gricignano di cui il fratello Giuseppe Iuliano è parte integrante. Non perderemo certo tempo ad inseguire Santagata per avere una sua dichiarazione. Se ritiene di doverla fare, andrà ascritto a suo favore; se eluderà, se invece dribblerà, noi, che non abbiamo più tempo da perdere con questi dell’agroaversano, ci gireremo dall’altra parte e con la solita e fatalista scrollata di spalle continueremo a seguire argomenti un pò più seri di questo.

 

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