L’Omelia di Don Galeone: ” …il battesimo che ci salva non è quello di acqua, cioè di privilegio e di separazione, ma è quello di Spirito, cioè di responsabilità e di missione…”
9 Gennaio 2022 - 08:00

Battesimo del Signore (C) – 9 gennaio 2022
Gesù, uno di noi!
Prima lettura: Si rivelerà la gloria del Signore e ogni uomo la vedrà (Is 40,1). Seconda lettura: Il Signore ci ha salvati mediante il lavacro di rigenerazione nello Spirito Santo (Tt 2,11). Terza lettura: Mentre Gesù, ricevuto il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì (Lc 3,15). 1)
Il Vangelo di oggi contrappone il battesimo di Giovanni a quello di Gesù. Giovanni era un predicatore apocalittico; il suo era un invito, meglio, un grido alla conversione e alla penitenza. Anche Gesù ha fatto la fila, non è entrato nel Giordano in maniera eccezionale; era uno dei tanti, uno sconosciuto. Dobbiamo prendere sul serio questa sua “fila”, che indica non solo la sua umiltà, ma anche la sua vicinanza: Gesù è uno di noi, è un fratello dell’umanità. La novità di Gesù è nel fatto che egli non si concentra sull’ossessiva attesa del giudizio incombente di Dio, ma sulla lieta notizia che il regno di Dio è vicino, anzi, è già presente in ogni uomo di buona volontà. Il regno di Dio non si vede nello scontro tra la miseria umana e la santità di Dio, ma in una nuova stagione di giustizia e di fraternità, di pace e di solidarietà. Ecco perché Gesù sorprendeva tutti. Gli stessi discepoli di Giovanni rimasero sbalorditi. Giovanni separava i peccatori dai giusti, scoraggiava il lume fumigante, spezzava la canna debole, la sua era una parola terribile. Con Gesù si passa da un’epoca di schiavitù ascetica ad un’epoca di fraternità solidale.
Ovunque gli uomini realizzino la giustizia, ivi è il regno di Dio. Il regno di Dio non è solo una realtà spirituale, che piomba dall’alto dei cieli; è il dischiudersi della creazione, rimasta come atrofizzata sotto il peso del male. Ecco perché la parola di Gesù è liberatrice, e il suo battesimo avviene nello Spirito. La legge, le pratiche religiose, il tempio, i sacrifici … erano tutti elementi essenziali per il popolo ebraico. Lo Spirito spezza tutte queste necessità; ci vorrà del tempo prima che la Chiesa primitiva comprenda quante barriere vanno atterrate. E questo vale ancora oggi, perché la chiesa è “cattolica” a volte solo di nome e non di fatto. L’annuncio di Cristo fu un annuncio innovativo, perché faceva cadere quell’orgoglio nazionale che Giovanni il Battista non aveva fustigato: il battesimo di acqua era dato ai pii israeliti, ma il battesimo di Spirito è dato a tutti gli uomini. Non dobbiamo cadere nell’alienazione di quelle anime “belle” che trasferiscono nella fine dei tempi quegli adempimenti etici che si devono fare qui, subito, nel presente. Il regno di Dio zampilla dappertutto. Il Vangelo è legato alla logica del granello di senapa, del gesto infinitesimale. Gesù è vissuto così, silenzioso e operoso costruttore del regno. Certo, nei confronti dei grandi conquistatori e rivoluzionari, Gesù sembra piccola cosa, e la sua vita si è chiusa come la sua nascita. La croce del Golgota ha segnato la vittoria di quel male che egli non è riuscito a eliminare. Così almeno appare secondo la logica umana. Ma noi sappiamo che il suo messaggio attraversa i secoli e può entrare nel cuore di tutte le culture, e può modificare le strutture di ingiustizia. Se noi siamo qui a rileggere le parole del Vangelo è perché noi crediamo nella sua vittoria.
Dio opera la salvezza anche senza di noi. Non esiste un popolo di Dio visibile, popolo eletto, unico portatore di salvezza. Occorre riconoscere che lo Spirito non fa preferenze di persone, e che il regno si compie anche in luoghi dove noi meno ce lo aspettiamo. Nelle acque del Giordano entrò uno Sconosciuto, uno dei tanti, in fila di attesa, e su di lui si posò lo Spirito. Ogni orgoglio di casta, ogni patacca di privilegio, ogni presunzione di sottoporre alle planimetrie di magisteri e teologie questo seme che cresce nel silenzio, è un’illusione. Perché anche la chiesa è segno e strumento di questo regno, che è al di là di ogni chiesa, e la trascende. E nessuno possiede la via di questo regno, perché il battesimo che ci salva non è quello di acqua, cioè di privilegio e di separazione, ma è quello di Spirito, cioè di responsabilità e di missione. BUONA VITA!