MARCIANISE. Trovato morto in casa, il suo corpo è ancora all’obitorio dopo dieci giorni. La famiglia non può pagare i funerali e il Comune temporeggia

10 Gennaio 2022 - 16:18

MARCIANISE (M.C.V.) – Francesco Riccio era un brav’uomo. Aveva 44 anni e abitava in via Nicola Gaglione, nel quartiere “Pagani” di Marcianise.

Viveva in condizioni di estrema indigenza, in un appartamento di un palazzo decadente, ma con dignità.

Non chiedeva aiuto a nessuno, ma lo accettava quando questo arrivava dalle mani generose dei suoi vicini di casa, che gli donavano vestiti e cibarie oppure gli proponevano di eseguire un lavoretto per guadagnare qualche soldo.

Quando sia morto, precisamente, non si sa. È stato ritrovato cadavere, presumibilmente alcuni giorni dopo la sua morte, il 2 gennaio, quando ormai non dava più notizie di sé alla famiglia da tempo e i vicini più attenti si erano accorti che non usciva più di casa.

Quando lo hanno trovato, forzando la porta dell’appartamento, giaceva su una sedia. Non aveva neanche il letto.

Quel che rende ancor più tragica la sua morte, se ce ne fosse bisogno, è che il suo corpo – da allora – si trova ancora in una cella dell’obitorio dell’ospedale di Caserta.

Da allora, ogni giorno, sua sorella Brigida riceve dall’obitorio la stessa chiamata: “Quando lo venite a prendere?”; da allora, ogni giorno, sua sorella deve rispondere che non può, che la sua famiglia non sa come fare, perché non hanno i soldi per permettersi i funerali.

Cosa succede quando una famiglia non ha la possibilità economica di assicurare a un proprio caro una degna sepoltura?

Deve intervenire il Comune, il quale, pur legittimamente eseguendo una verifica dello stato patrimoniale della famiglia, ha l’obbligo di farsi carico delle spese per l’inumazione. E di farlo in tempi celeri.

Un uomo non può stare chiuso nella cella di un obitorio per dieci giorni, e chissà se e quanti ne passeranno ancora.

La famiglia Riccio ha fornito al Comune di Marcianise le certificazioni Isee che fotografano lo stato della loro povertà. Dicono il vero: i funerali non se li possono permettere.

Eppure dai Servizi Sociali del Comune, interessati della questione, non è ancora arrivata una risposta: “Non ci sono i soldi” – hanno detto – “forse possiamo dare un contributo ma il resto lo dovete fare voi”.

Inutile porre l’accento su quanti e quali sprechi di denaro pubblico l’ente di Piazza Umberto I abbia fatto. E ora, per questo, “non ci sono i soldi”.

A supportare la famiglia Riccio nella loro istanza è il consigliere d’opposizione Pasquale Salzillo, che il povero Francesco lo conosceva personalmente. Il consigliere si è recato già più volte in Comune, interloquendo con Franca Nubifero, di recente autonominatasi dirigente ai Servizi Sociali. Venerdì scorso la Nubifero aveva risposto che stava “preparando l’impegno di spesa”.

Stamattina, lunedì, la risposta è stata la medesima.

Le onoranze funebri aspettano solo il via del Comune per andare a recuperare le spoglie di Francesco Riccio. Quanto dovrà ancora attendere per avere una sepoltura dignitosa?