TEANO verso le Comunali. Il prof. Migliozzi fa il punto su Pd e centrosinistra: “Serve una nuova fase politica per la città”

22 Marzo 2022 - 11:00

TEANO (Pietro De Biasio) Che il percorso sia tortuoso nella scelta del candidato sindaco dello schieramento del centrosinistra lo si capisce dal fatto che, mentre qualche nome sta vendendo fuori nelle altre coalizioni, il “campo largo” della sinistra è ancora alla fase della valutazione delle persone.

Teano ha bisogno di idee e le idee camminano sulle gambe degli uomini, più queste idee saranno forti più gli uomini che si avvicineranno a queste idee saranno in grado di portarle avanti e di assicurare il patto che si stabilirà con la città”, sono le parole del Prof. Antonio Migliozzi decano del PD che con CasertaCe ha analizzato la situazione in vista delle amministrative soffermandosi sullo spirito che unisce il centrosinistra che si starebbe formando per affrontare l’imminente tornata elettorale.

Abbiamo appreso che è ancora in fase di costruzione la coalizione del centrosinistra nella quale il PD riveste un ruolo di primo piano, cosa vi proponete di fare?

Il PD si sta facendo semplicemente carico di lanciare l’idea di una nuova fase politica della città di Teano. Una fase politica che accolga al proprio interno tutte le persone di buona volontà che si riconoscano nei valori del centrosinistra. Mi riferisco a tutte quelle persone che per un certo periodo, forse troppo, sono rimaste a casa deluse da una serie di situazioni e soprattutto dalla pandemia perché non dobbiamo dimenticare che ci ha tenuti a casa. Alla paura della pandemia adesso si è aggiunta la guerra tra la Russia e l’Ucraina. Questi elementi non possono venir meno nel dibattito politico che stiamo affrontando. Siamo un partito strutturato che ha bisogno semplicemente di presentarsi con tutte le esperienze di cui è in possesso e con politiche di interesse generale, che mirino al bene comune in grado di rilanciare la Città.

Da questo tavolo permanente del centrosinistra che cosa verrà fuori?

Il PD è impegnato nella costruzione del cosiddetto campo largo. Il tavolo di centrosinistra così come l’abbiamo inteso 10 anni fa è improponibile perché quei partiti non esistono più fatto salvo il PD. C’è la volontà di discutere con tutte quelle persone, con le associazioni, il volontariato che si riconoscono nel campo largo e sappiano coniugare la radicalità dei valori con il realismo delle soluzioni.

Il fallimento della Giunta D’Andrea è sotto gli occhi di tutti e si nota un certo distacco delle giovani generazioni dalla vita politico-amministrativa. Cosa ne pensa e cosa si dovrebbe fare?

Non credo che sia stato un fallimento la Giunta D’Andrea. Credo che l’amministrazione uscente si sia avvitata su sé stessa e ad un certo punto sono venute meno le ragioni dello stare insieme. I tempi difficili, la pandemia e una crisi sociale senza precedenti hanno evidenziato le criticità dell’amministrazione. Non me la sento di criticare nessuno perché non ho vissuto in prima persona questa esperienza. Circa il distacco dei giovani è un dato vecchio, ormai siamo una società liquida che parla solo al presente e che non è capace di elaborare proposte di medio e lungo termine. Esiste una povertà di linguaggio, una povertà di presenza nella vita associativa e politica che hanno determinato questa fase di involuzione da cui diventa difficile uscirne. Il PD però quando sarà l’occasione presenterà tante energie che sono nelle condizioni di poter segnare un campo di passo.

La sensazione prevalente rimane quella di una città in piena crisi.

Questo non si può negare, però la parola crisi offre anche la possibilità di nuove opportunità. Sta alle nuove generazioni o a coloro i quali saranno chiamati a guidare questa città invidiare i momenti di confronto e di processo che guideranno verso tempi migliori. Teano merita tempi migliori ma ripeto, non me la sento di criticare nessuno, ci sono state situazioni purtroppo che hanno segnato una certa difficoltà nella vita amministrativa e ora spetta a chi avrà l’onere e l’onore di rappresentare questa città e individuare le strade che possano portare verso una direzione migliore, verso condizioni economiche, sociali e morali diverse da quelle che stiamo vivendo.

Si parla molto della necessità e dell’importanza di valorizzare i piccoli centri. Quali sono le priorità che si dovrebbero intraprendere per Teano?

Credo soprattutto il decoro urbano, partire da qui e poi allargare sempre di più gli orizzonti politici amministrativi. Se fossi chiamato a dire la mia, l’arredo urbano sarebbe una priorità. I piccoli borghi stanno morendo per una serie di concause che non vanno ascritte semplicemente a responsabilità amministrative. Messa in sicurezza di infrastrutture stradali, mitigazione del dissesto idrogeologico, salvaguardia del patrimonio rurale e culturale solo per dirne alcune.

Se il candidato della vostra coalizione venisse eletto, quale sarebbe il primo atto? Non dico il più importante, ma il primo da cui si potrebbe partire già all’indomani dell’insediamento.

Un nuovo patto con la città che sappia indicare la strada da percorrere per venire fuori da questa situazione drammatica che stiamo vivendo. Ribadisco non è colpa di nessuno, è colpa di una serie di concause che molto spesso individuano un nome e un cognome, ma dire è colpa di A o B significa limitarsi ad un’analisi sbagliata. Penso che tutti abbiamo la responsabilità delle situazioni che si sono verificate a Teano. Quindi, penso che la prima cosa sia un nuovo patto per la città, presentare senza se e senza ma qual è lo stato dell’arte della situazione amministrativa e poi costruire il processo successivo.

Non ha voluto darci nessuna indiscrezione perché ha sottolineato che servono i programmi prima dei nomi, ma almeno ci dice se scenderà in campo?

Assolutamente no, questa è un’espressione berlusconiana che non mi appartiene. Penso che abbia vissuto una stagione 20 anni fa, la politica non si fa partecipando alle assise amministrative, la politica si fa soprattutto nei luoghi di lavoro dove il PD deve ritornare. Deve ritornare nelle periferie, nei luoghi di disagio, deve ritornare ad occuparsi delle persone in carne e ossa, della loro sofferenza, delle loro speranze, delle loro idealità e delle loro difficoltà. Un partito che non è capace di fare questo tipo azione politica non è un partito di centrosinistra. Vengo dalla sinistra, sono orgoglioso di aver vissuto una storia di sinistra però quella è una stagione passata. In un futuro programma individuerei 3/4 cose su cui concentrare l’attenzione proprio perché si ha bisogno diri costruire una fiducia tra le persone e soprattutto di ricostruire un tessuto sociale economico e morale che si è sfilacciato.