La Domenica di Don Galeone: “L’Ascensione non è un movimento spaziale, astronautico, astrofisico, ma è una “ascensione”, un’“estensione” di amore…”

29 Maggio 2022 - 09:30

29 maggio 2022  ✤ Ascensione del Signore (C)

IO SONO CON VOI, SEMPRE !

Prima lettura: Gesù fu elevato in alto sotto i loro occhi (At 1,1). Seconda lettura: Cristo è entrato in cielo (Eb 9,24). Terza lettura: Mentre li benediceva, Gesù fu portato verso il cielo (Lc 24,46).

Alcune difficoltà … Sul monte degli Ulivi è stato costruito dai crociati un piccolo santuario ottagonale, trasformato poi in moschea dai musulmani nel 1200. Spiegavo a dei pellegrini che questa costruzione oggi ha un tetto, ma originariamente era scoperta per ricordare l’Ascensione di Gesù al cielo. Il racconto dell’Ascensione scorre tranquillo, ma ci sono alcune incongruenze difficili da spiegare: > alla fine del suo Vangelo, Luca afferma che il Risorto condusse i suoi discepoli verso Betania e “mentre li benediceva si staccò da loro e fu portato verso il cielo. Ed essi, dopo averlo adorato, tornarono a Gerusalemme con grande gioia” (Lc 24,50); a parte l’annotazione sulla «grande gioia» (chi di noi è felice quando un amico parte?) e il disaccordo sulla località (Betania dista dal monte degli Ulivi circa 11 km), ciò che sorprende è la divergenza sulla data: secondo Lc 24,50 l’Ascensione avviene nello stesso giorno di Pasqua, mentre in At 1,3 è collocata quaranta giorni dopo; che cosa ha fatto Gesù durante questo tempo? Sul Calvario, aveva promesso al ladrone: Oggi sarai con me in paradiso!  Non dimentichiamolo: l’intenzione di Luca non è quella di informarci su dove, come e quando Gesù è salito al cielo. La sua preoccupazione è un’altra: vuole rispondere a problemi e sciogliere dubbi che sono sorti nelle sue comunità, perciò utilizza delle immagini comprensibili ai suoi contemporanei, ma meno a noi. Il primo passo da compiere, dunque, è quello di comprendere il linguaggio impiegato. I Vangeli non vogliono insegnarci “come vanno i cieli ma come si va in cielo”. E’ la lezione sempre attuale di Galilei. Il racconto di Luca è una pagina di teologia, non il reportage di un cronista. In questa pagina Luca vuole dirci che quanto accade sulla terra non sfugge al progetto di Dio. Se comprendiamo questa verità, allora anche noi torneremo alla nostra vita quotidiana con gioia, come i discepoli “tornarono a Gerusalemme con grande gioia” (Lc 24,52). Niente ti turbi, chi ha Dio ha tutto! Questo sembra suggerire Luca, l’evangelista della gioia.

Marana tha! Vieni, Signore!  Al tempo di Gesù l’attesa del regno di Dio è vivissima e gli scrittori apocalittici la annunciano come imminente. Con la morte del Maestro, però, tutte le speranze vengono deluse: ”Noi speravamo che egli sarebbe stato quello che avrebbe liberato Israele” – diranno i due di Emmaus (Lc 24,21). La risurrezione risveglia le attese: si diffonde fra i discepoli la convinzione di un immediato ritorno di Gesù. In tutte le comunità si ripete l’invocazione: “Marana tha! Vieni, Signore!”. Gli anni passano, ma il Signore non viene! Molti cominciano a ironizzare: “Dov’è la promessa della sua venuta?” (2Pt 3,3). Luca scrive in questa situazione di crisi e corregge le false attese. Inutile disquisire sulla fine del mondo, molto meglio impegnarsi ad essere testimoni “a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra” (Lc 11,7). 4) I racconti di ‘ascensione’ sono numerosi nella storia: nell’antichità classica (Ercole, Romolo), nell’Antico Testamento (Enoch, Elia); anche nel Corano si narra che una notte Maometto, in sella ad Al-Buraq, un cavallo alato con volto umano, avrebbe asceso i sette Cieli in compagnia 2 dell’angelo Gabriele. Anche Gesù è salito al cielo, cioè: è risorto, è stato glorificato, è entrato nella gloria di Dio. L’Ascensione è avvenuta nell’istante stesso della morte, anche se i discepoli hanno cominciato a capire e a credere solo a partire dal “terzo giorno”. 5) L’evangelista Luca ci ha consegnato due racconti dell’Ascensione: nel Vangelo, il racconto presenta il finale glorioso della vita pubblica di Gesù; negli Atti, l’Ascensione è come il punto di partenza dell’espansione missionaria della chiesa. Quel Gesù, con il quale i discepoli hanno “mangiato e bevuto”, continua a essere presente nella chiesa, che è mandata a predicare il Vangelo a tutte le genti. Per questo, gli angeli, dopo l’Ascensione, ricordano agli apostoli il loro impegno terreno: “Perché state a guardare il cielo?”. Sono parole che ricordano, da vicino anche se con spirito diverso, quelle altre del filosofo F. Nietzsche: “Vi scongiuro, fratelli, restate fedeli alla terra!”. Il Cristo glorificato sostiene tutti quegli uomini e quei movimenti impegnati nella realizzazione della dignità e della giustizia.

Estensione di amore salvifico   Chi di noi sarebbe contento di perdere il padre o la madre o l’amico? Davvero possiamo rallegrarci della scomparsa di Gesù? Dobbiamo sforzarci di capire, perché le verità del cristianesimo non si ingoiano subito e tutte con il sale del battesimo, o con le risposte del catechismo, ma esse si assimilano lentamente, con il trascorrere del tempo, e soprattutto in compagnia del dolore. Se una madre si ritrova il figlio morto tra le braccia, con maggiore facilità potrà comprendere il dolore di Maria ai piedi della croce. Se un amico ha fatto l’esperienza di sentirsi tradito e abbandonato dagli amici, con maggiore facilità potrà comprendere il dolore di Gesù abbandonato e tradito da Giuda, Solo ad una certa età comprenderemo meglio il mistero della Trinità, forse quando diventeremo più padri o più madri. Infine, quando vedremo il nostro corpo sempre più vecchio e malato, avvizzito e cadente fino alla morte, allora con maggiore facilità comprenderemo queste parole: “Credo nella vita eterna, nella risurrezione dei morti!”. Così avviene per la festa dell’Ascensione: è falso fare festa senza prima avere sofferto il dolore del distacco. L’Ascensione non è un movimento spaziale, astronautico, astrofisico, ma è una “ascensione”, una “estensione” di amore: Gesù, proprio perché è “salito”, può raggiungere e salvare sempre tutti: “Mi è stato dato ogni potere!”. Ecco perché l’Ascensione è una festa: mentre prima Gesù-uomo, per le necessarie leggi spazio-temporali, poteva essere presente solo in Palestina, parlare a pochi, guarire pochi … ora invece Gesù-risorto e asceso può raggiungere tutti grazie alla sua ubiquitante capacità salvifica. Dobbiamo smettere di parlare e ragionare in termini di geografia astronomica, e iniziare a riconoscere questo Dio presente dappertutto: “Io sono con voi tutti i giorni!”. Buona vita!